mangimi. lo ho proposto un intervento speciale per mantenere in vita il bestiame, tanto più che quest'inverno si preannuncia tremendo e rischiamo di restare quasi senza cibo. Anche l'acqua dei nos.trifiumi è ridotta a qualcosa tra nafta e antigelo e il Mar Nero agonizza: è già completamente morto dalla superficie giù fino a 80 metri di profondità. Se si perdono anche il centinaio di metri rimasti, la Bulgaria diventerà un deserto: ci saranno riflessi persino sul clima. I rumeni volevano disperdere nel Mar Nero le ceneri dei Ceaucescu, ma abbiamo protestato dicendo che è già fin troppo sporco". Gli chiedo se prima non ci fosse alcuna sensibilità ai problemi ecologici. Risponde che sulla carta c'era, · ·ma nessuno prendeva misure: "Si davano ridicole multe alle industrie inquinanti, che le pagavano e tanti saluti. La resistenza è arrivata in ritardo e noi adulti siamo colpevoli di tanto silenzio. Ora molti paesi occidentali vorrebbero esportare qui le loro produzioni velenose e pericolose, soprattutto quelle chimiche;ma noi abbiamo già grossi problemi con tanti nostri impianti dafla tecnologia antidiluviana e dovremmo fissare limiti severi". Una cultura in panne Incarico spinoso per la filologa radicaldemocratica Elka Kostantinova, nuovo ministro della Cultura. Durante il precedente regime, lo stato sovvenzionava generosamente la cultura per controllarla. Ora il gigantesco carrozzone è fermo e quasi tutti gli artisti e operatori culturali - dal reddito più o meno assicurato fino a tre anni fa- sono a. spasso (parecchi di quelli con meno problemi linguistici, come pittori o musicisti, emigrano). Dovunque impera la vetrina americana, luccicante (ma anche frustrante) controspecchio di quello che i bulgari non sono e non potranno certo diventare a breve termine. Il cinema bulgaro è pressoché scomparso. In cartellone ci sono quasi unicamente titoli statunitensi. Gli spettatori, peraltro passati in massa alle videocassette (si tratta per lo più di registrazioni pirata con predominio di violenza, orrore e pornografia) non voglion(')più sentir parlare di film sovietici o di altri paesi exfratelli e nessuno è interessato a quelli di produzione locale. Gli . Gioventù bulgorçi sui gradini del mausoleo dell'ex "padre della patria" Georgi Dimitrov (foto di Danilo Manera) · IL CONTESTO unici studi esistenti (quelli statali) sono in liquidazione e registi, tecnici e attori sono disoccupati. Per continuare a lavorare, i più tentano di stabilire contatti con l'estero o cercano d'apprendere i metodi parsimoniosi dei film-makers amatoriali. Vivacchiano su commesse straniere anche i celebri autori bulgari di cartoni animati. Due degli ultimi titoli di rilievo di questa cinematografia dall'incerto futuro sono esordi. Il cortometraggio Conservfilm, lavoro di laurea del giovanissimo Zlatin Radev, utilizza come personaggi lattine di conserve con gambe, mani e occhietti che abitano una spettrale cittadina fatta di scatoloni da imballaggio. Ciclicamente, un vegetale (si legga etnia, partito ecc.) domina gli altri con metodi atroci. Così, da ciliegia a pomodoro, da peperone a limone si cambiano le etichette ele lattine più ribelli vengono "rieducate" dai macchinari d'inscatolamento. Un'antiutopia così cupa riesçe a risultare spassosa grazie anche all'uso arguto di oggetti quotidiani: gli strumenti inquisitoriali, ad esempio, sono vari tipi di apriscatole. Silenzio, opera prima di Dimitar Petkov, è invece la storia di uno scultore che vede sgretolarsi il proprio mondo senza perdere la fede in quel che fa e un distacco serafico dagli eventi, anche quando la sua mostra d'avanguardia (siamo nel 1962) viene stroncata dal potere e le sculture fuse per recuperare il metallo ..Ma più dei riferimenti alla repressione culturale importa lo stato di povera, disperante grazia del protagonista e il forte legame che unisce il gruppo d'amici di cui fa parte, al di là dei loro contraddittori destini. Il fondo delicatamente realistico dèl film s'impenna così, pur senza tradire la sobrietà dei mezzi, in scene intensamente poetiche. I teatri hanno visto decimati repertori e compagnie. Un esempio modesto ma significativo viene dal Teatro Nazionale dei Burattini, arte che vanta qui una fortunata tradizione. Il regista SlavcoMalenov mi dice che i loro fondi sono stati completamen~e tagliati e non sanno come andranno avanti, dato che non possono aumentare più di tanto il costo dei biglietti, rivolgendosi a .un pubblico di bambini. La relativa disponibilità di mezzi precedente aveva sostenuto cast numerosi e personale tecnico abbondante, ora mansioni e ritmi di lavoro sono rivoluzionati. Non tocca una sorte migliore alla musica bulgara. Se comincia a trovare un suo spazio marginale il chiassoso rock urbano lqcale, metal I aro e protestatario, i professori d'orchestra cercano ingaggi all'estero, la ditta di produzione discografica statale "Balkanton" è stata venduta e persino i celebri complessi di canti e danze popolari, come il "Filip Kutev" e il "Pirin" hanno serie difficoltà. Imperversa l'hit parade l.Jsa accanto alla musica leggera serba. Lo scompiglio coinvolge infine anche la letteratura. Molte case editrici hanno chiuso i battenti, altre si stanno ristrutturando. In ogni caso sono saltati moltissimi posti di lavoro occupati in passato spesso da scrittori o aspiranti tali. Nelle librerie gli scaffali sono semivuoti, con magari avanzi d'una produzione monotona quanto esuberante, invecchiata di · colpo di vari anni luce. I libri si vendono soprattutto su banchetti improvvisati. Ma vengono offerti quasi unicamente testi e riviste in I ingue straniere o traduzioni di autori occidentali finora ignoti e. manuali 13
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==