IL CONTESTO vembre 1989. L'epurazione peraltro non si preoccupa troppo di mascherare il suo volto di caotica caccia alle streghe condotta con mezzi non solo leciti, nel quadro di un gioco politico "all'italiana" in cui, per .esempio, i dossier della polizia politica comunista, scomparsi dopo 1'89, ricompaiono periodicamente, secondo l'opportunità politica, a stroncare carriere e liberare incarichi di governo. In questa lotta politica che sarebbe eufemistico definire spregiudicata riceve paradossale nuova vita la vecchia polizia segreta, come fa notare lo storico Jan Havranek; la reptJfazione di centinaia di migliaia di cittadini è di nuovo legata ai suoidocumenti segreti; i metodi e la psicologia del vecchio regime agitano la politica del nuovo e le analogie non si fermano al caso della legge . sull'epurazione. in questo contesto la figura di Havel, signore o prigioniero nel castello di Praga, assume tratti da sfinge, quasi sbalorditivi se si legge la realtà politica di questo primo biennio di governo democratico alla luce della sua riflessione politica e civile, esposta per esempio in Il potere dei senza potere (Garzanti, Milano 1991). Colpisce per esempio l'avallo silenzioso del presidente alla'svolta partitica, nel gennaio '91, del Forum Civico: la trasformazione di un cartello elettorale aperto, organizzato intorno a un programma elettorale elaborato da tutte le forze che avevano concorso all'abbattimento del regime nel 1989, in un partito politico in senso proprio di orientamento conservatore, con l'espulsione o l'emarginazione di tutta la sinistra interna, rion solo comunista, ma anche socialdemocratica e persino liberale. È difficile non vedere nella rete di qùelli che furono chiamati i "Forum civici dal basso", protagonisti del!' 89, un abbozzo di quegli organi di controllo della società civile sul potere statale teorizzati da Havel, un embrione di quell'"autonoma vita spirituale s0ciale e politica della società" organizzata in un sistema di piccole strutture aperte, nate dal basso in relazione a concreti bisogni sociali e quindi provvisorie, pronte a scomparire insieme alle esigenze che ne avevano determinato la .nascita; quelle cellule civili aliene da ogni fine di occupazione di potere, dirette da uomini scelti in base alle loro competenze e non all'appartenenza a uno schieramento politico, intrecciate in una rete economica fondata sul principio di autogestione di cui si legge nelle pagine de Il potere dei senza potere. Nel pensiero di Havel quelle sedi aperte di confronto politico dovevano essere l'espressione sociale e civile di quella "vita nella verità" che costituisce il . cardine della sua riflessione e della sua pratica d'opposizione, il nodo di una contrapposizione radicale al sistema da lui definito post-totalitario (termine con cui designava i socialismi reali), una contrapposizione di carattere essenzialmente morale, centrata sul- !' affermazione di una diversità che investe la vita privata e il comportamento personale dell'uomo che rifiuta ogni complicità e mette in crisi con la sua testimonianza quotidiana l'ordito di menzogna ideologica e ipocrisia steso sulla società. Il valore pratico e l'efficacia di questa concezione prepolitica sono stati testimoniati dalla storia recente cecoslovacca e dalla parabola dello stesso Havel, tuttavia non può non destare allarmi il fatto che proprio quei Forum Civici si siano trasformati in puri strumenti di presa e occupazione del potere politico. Salta agli occhi il paragone proposto da Zdenek Mlynar con la strada ·percorsa dai comitati d'azione comunisti del 1948. L'analogia fra la prassi di Forum Civico e quella del partito comunista all'epoca della presa del potere non si ferma qui e-l'analisi di Mlynar che, presidente del comitato centrale del Pcc durante la Primavera di Praga, fu uno dei più radicali critici dell'epoca staliniana, induce a riflettere sul nocciolo stesso del pensiero di Have!. In sostanza secondo Mlynar, proprio nel dichiararsi come movimento, teorizzando, prima delle elezioni, la non professionalità dell'agire politico, il Forum (pur diretto e composto per buona parte da professionisti, funzionari e 8· Voclov Hovel in uno loto di Roberto och (Controsto). "aspiranti detentori di funzioni") ha posto le basi per l'anomalia della sua situazione postelettorale: non avendo iscritti, regolamenti, statuti, non avendo ufficialmente un'organizzazione di base e di vertice che sancisse funzioni e responsabilità reciproche, Forum Civico si è trovato al governo nelle forme di "un partito di funzionari e attivisti del potere governativo senza responsabilità verso nessuno se non verso se stessi". L'assunzione a posteriori della forma partito e l'espulsione dell'opposizione interna dalle cariche di governo, stato e parastato (molto più numerosecome fa notare Mlynar - del corpo dei veri dissidenti al vecchio regime) ha permesso al nuovo Forum di scavalcare di un balzo tutte le difficoltà che si presentano per esempio a partiti occidentali (come il nostro Psi negli anni Ottanta) che percorrono la via dell'occupazione di posti c:Jipotere senza sentire il bisogno di esplicitare i propri rapporti con la società civile. Un modello occulto di questa prassi sembra proprio la centralizzazione del potere comunista in Cecoslovacchia dopo la vittoria elettorale del 1948. Un'altra consistente analogia risulta dall'assoluta disinvol1ura con cui il Forum al governo ha disatteso - almeno nella sostanza - il. suo stesso programma elettorale. Come nel '46 il programma del Pcc, centrato sulla democrazia parlamentare, non faceva parola delle collettivizzazioni, così quello del Forum, in larga parte impiantato sulla promessa di stabilizzazione e successiva crescita dei salari, non accenna a provvedimenti decisivi come la restituzione delle terre e dei mezzi di produzione ai proprietari d'anteguerra. Proprio questa misura, sancita per decreto e già operativa, costituisce il culmine più antieconomico della politica governativa attuale; con la restituzione vengono rimessi in gioco addirittura il clero e la vecchia nobiltà, entro un quadro che favorisce la privatizzazione selvaggia, lo smantellamento di ogni forma cooperativa e che colpisce non solo i beni espropriati dai comunisti dopo il '48, ma addirittura le nazionalizzazioni sancite dalla repubblica· del presidente Benes dopo la liberazione dal nazismo nel '45. Uno dei primi atti del presidente fu per altro l'avallo alla defenestrazione del ministro dell'economia Valtr Komarek (un ex riformatore legato al nuovo corso e oggi su posizioni sostanzialmente moderate) che, pur puntando sul passaggio ali' economia di mercato, insisteva sulla possibilità di una sua regolazione sociale. Al suo posto fu insediato I' ultraliberista Vaclav Klaus, ammiratore del "modello cileno" di Milton Friedman e dei Chicago boys, oltre che della Thatcher, preoccupato di smantellare ogni forma di proprietà collettiva, dalla terra agli enti locali, per consegnare . l'intero apparato produttivo cecoslovacco al libero mercato. La politica di Klaus, mai apertamente criticata dal presidente, ha cancellato ogni preoccupazione di carattere sociale o ecologistico, portando la disoccupazione e l'inflazione ai massimi livelli storici, rendendo di fatto impraticabili le forme di azionariato popolare su
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