STORIE/KUREISHI Insomma, butto giù tutto senza nessuna vergogna (e qualcosa ce l'aggiungo) perché è il mio mestiere scrivere quello che mi succede intorno, e poi perché, per principio, penso che nessun argomento sia inviolabile. Come mi sento a fare queste cose? Una volta, mi sono trovato. in un cinema quando Anthony Blunt, una spia che era stata smascherata da poco, è entrato insieme a un amico. Subito, tutto il cinema (tranne me) si è alzato e ha attaccato un coro di "Fuori, fuori", finché la vecchia checca si è alzato e se n'è andato. Ecco, mentre faccio quello che devo, io mi sento come quella ve~chia spia: un lurido traditore munito di altoparlante. , Deborah e Nina, vi offro questo racconto perché ne facciate quello che volete, prima che io lo mandi all'editore. CaroHoward, Sei stato davvero gentile a lasciare il tuo racconto sul tavolo della cucina, dicendo soltanto, "Credo che dovresti leggere questa roba, prima che la faccia pubblicare". Ero proprio contenta: ti ho dato pure un altro bacio, pensando che finalmente avessi deciso di condividere con me la tua vita professionale (stavo quasi per dimenticare l'aggettivo). Mi pareva incredibile che tu avessi iniziato il racconto con la descrizione di un aborto. lo so quanto te che è stata presa di sana pianta da una lettera che tempo fa ti ha scritto Julie, la tua ultima fidanzata. Infatti, molto opportunamente, tu eri a New York quando lei ha abortito, e così ha dovuto ac.contentarsidi una lettera, per poterci sputare dentro i resti del suo cuore ormai a brandelli. E tu, l'hai infilata nel tuo racconto, fingendo che fosse stata scritta da mia figlia. Ho visto che il racconto parla anche di me, della nostra relazione, e perfino di dove andiamo a ficcare le dita. Il ritratto che hai fatto di me, come di una frignona continuamente piantata dagli uomini, fino a poco tempo fa mi avrebbe terribilmente depressa; ma ormai ho imparato che gli uomini insensibili e sanguisughe come te, hanno sempre bisogno di ridimensionare le donne dentro cliché più facilmente dominabili, anche a costo di distruggerle, e questo solo per poter mantenere tutto sotto controllo. Mi dispiace soltanto di non essermi resa conto prima di che tipo meschino, corrotto e sfruttatore sei, e di quanto non abbia mai meritato l'amore che io e Nina ti abbiamo dato. Mi hai spezzato il cuore. Spero che un giorno capiti lo stesso anche a te. Ti prego di non cercare mai più di metterti in contatto con me. Deborah~ Qualcuno bussa con forza alla porta del mio appartamento. È tutto il giorno che sono solo. Non sto aspettando nessuno, e comunque, chiunque sia, come avrà fatto a entrare nel palazzo? "Apri, Fammi entrare!", grida Nina. Apro, e lei è lì, fradicia, con una sacca piena di roba e un paio di buste di plastica sotto il braccio ... "Vieni a stare qui da me?" le dico. "Bella fortuna che avresti" dice lei, piombando dentro, scansandomi. "Me ne vado da qualche parte, a stare per i fatti miei. Ma ho pensato di fare prima un salto qui per chiederti un po' di soldi." · Entra in cucina. È piuttosto buio, e si sente la pioggia battere 92 come un martello giù nel cortile. Ma Nina è allegra: È felice di essere tornata in Inghilterra, e ormai non si fa più illusioni sul conto di suo padre. A quanto pare, è stato davvero duro con lei, l'ha chiamata mezzosangue e non so che altro. "Allora Howard, sei nella merda fino al collo, o sbaglio?", mi fa Nina. "Mamma t'ha mandato a fare in culo senza tanti complimenti, amico mio. Però non la smette più di piangere. lo non ne potevo più. Ho preso la mia roba e me ne sono andata. Per disperazione si può morire, lo sai. E si può anche far morire." "Non me ne parlare", le dico, rompendo il ghiaccio con un martello e lasciandolo cadere nei bicchieri. "Lei mi ha scritto una lettera per mandarmi affanculo. La vuoi leggere?" "È un cosa privata, Howard." "Leggila Nina, per carità", dico, ficcandogliela in mano. Lei allora si è messa a leggere; mentre io la guardo girovagando per la cucina. Poi mi fermo per un pezzo dietro di lei. Oggi non mi riesce di staccarle gli occhi di dos~o. Dopo un po', mette giù la lettera senza nessuna emozione. Non è una sentimentale; in tutte le cose assume sempre l'atteggiamento più pratico perché sa quanto è stronza la gente. "Mamma si è già fatta fregare da te altre volte. Le passerà, e comunque nessuno legge quella roba di merda che scrivi tu, tranne una manciata di borghesi segaioli. Quanto a me, finché ti pagano, e finché continui a darmi un po' di quei soldi, mi stai benissimo." Avevo indovinato. Sapevo che lei sarebbe stata lusingata. Allora le dò dell'altro denaro, e lei raccoglie le sue cose. Non voglio che se ne vada,. "Dove vai a stare?" "Oh, be', a casa di un amico ad Hackney. Uno con cui eravamo insieme in manicomio. Mi sistemerò la. Ah, sai, anche Billy verrà a stare con me." Fa un bel sorriso aperto. "Sono felice." "Caspità! È davvero fantastico. Tu e Billy insieme." "E sì. Lo puoi dire forte!" Si alza e butta giù l'ultimo goccio di whisky. "Be' allora ci vediamo!" "Aspetta, non te ne andare." "Devo proprio." Sulla porta mi dice: "In bocca al lupo per il lavoro e tutto il resto." Vadq insieme a lei fino all'ascensore. Scendiamo insieme. L'accompagno al portone. Quando esce per strada, correndo sotto il diluvio, le dico: "Vengo con te fino all'angolo", e camminiamo insieme anche se non sono certo vestito nel modo più adatto. Arrivati all'angolo, non me la sento di lasciarla ancora, e l'accompagno fino alla fermata dell'autobus. Aspetto con lei un quarto d'ora in camicia e pantofole. Sono bagnato fradicio, con le sue buste in mano, ma credo che voi possiate capire la situazione fin troppo bene. "Non te ne andare", continuo a ripetere dentro di me. Poi arriva l'autobus, lei si riprende le buste, sale e io rimango lì a guardarla, pur sapendo che non' si volterà, perché è a Billy che sta pensando.L'autobus riparte e io lo seguo con lo sguardo finché non sparisce, poi tomo a casa, mi spoglio e mi faccio un bagno. Più tardi, mi metto a scriv~re quello che lei mi ha detto, ma in casa c'è ancora il suo odore. Dalla rivista "Granta" n. 22, 1987 per gentile concessione dell'editore Mondadori.
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