STORIE/KUREISHI gira di scatto la testa verso di noi. Per un momento ho pensato che ci avesse visto. Ma la Sogliola distrae la sua attenzione. Sento il tintinnio delle chiavi della macchina, e la Sogliola che dice: "Tieni, rimettiti le mutandine. Non le vorrai lasciare qui sul pavimento. Però prima fammele baciare. Ecco, le bacio!" Si sente un rumore di baci col risucchio. Billy prende a torcersi tutto, e a battere i talloni a terra. Nadia guarda la Sogliola che tiene la faccia sepolta in quella manciata di cotone bianco: "Nadia", dice allora lui, con il suono della voce attutito, "il pisello mi torna a diventare di ferro. Sdraiamoci, dài tesoro." Pieno d'entusiasmo la Sogliola le prende la mano e gliela spinge sul suo din-don. Nadia lo allontana con un ceffone. Non ha un'aria troppo contenta. "Ce l'ho già addosso le mutande, pezzo di stupido!", gli dice tutta acida. "Quel paio di mutandine dove sei andato a sprofondare il naso devono essere di qualcun'altra che ti sarai portata qui." "Cosa! Ma non mi sono mài portata nessun'altra qui!" La Sogliola furente la guarda di storto.E dopo esamina l'indumento quasi come se sperasse di trovarci scritto su un nome. "Marks & Spencer. Che strano. Adesso quasi mi viene da vomitare." "Marks & Spencer! Cazzo!", dice Billy togliendosi con la forza le mie mani dalla faccia. "Al diavolo, tra un po' avrò braccia e gambe completamente addormentate!" E così, Billy si alza. Si pettina, si tira su il colletto della camicia, e si avvia verso il soggiorno cantando un paio di ritornelli degli The. Io allora mi alzo, e gli vado dietro, giusto in tempo per gustarmi Nadia che, vedendoci entrare, apre la bocca e manda un urlo che non finisce mai. La Sogliola,· che è senza brache, strilla spaventato e lascia cadere per terra le mie mutandine, che io con molta naturalezza vado a raccogliere e a infilarmi ormai calma e del tutto preparata al peggio. In ogni caso, tengo un braccio intorno a Billy. "Salve a tutti", dice lui. "Stavamo giusto dormendo nell'altra stanza. Niente paura, non abbiamo sentito niente, ne dei preservativi, ne del carattere di Nina, né delle sue mutande, né di altro. Assolutamente niente. Che ne direste di una bella tazza di te o magari qualcos'altro?" Quando scendo dalla bici di Billy è mezzogiorno. "Piccola", mi fa lui. "Felicissima", gli rispondo, con addosso la sua camicia a quadri messa fuori dai pantaloni. Poi, tagliando perir prato col suo bravo spruzzatore, parto alla volta del circolo di papà, una grande villa bianca baciata dal sole, in mezzo ai fiori. Degli uomini con un'uniforme bianca e l'aria umile di becchini portano vaschette di yogurth schiumoso. Mi andrebbe proprio qualcosa da bere. Colonnelli con Generali, e signore con permanente, ventagli e gambe accavallate, se ne stanno seduti su sedie di bambù. Vorrei aver dormito di più. Ecco il vecchiardo. In blazer e calzoni larghi, sei lì che sfogli le pagine del 'Times' ', tenendolo poggiato su un leggio di quercia, dal quale si domina tutto il giardino. A un tratto alzi gli occhi. Bene, bene, sembrano dire, non ci sarà certo da annoiarsi oggi.C'è lei per divertirsi un po'. Mi porti nella sala da pranzo. È fredda ed elegante, con i tavoli apparecchiati con spesse tovaglie bianche e posate d'argento. Gli 90 Disegno di J;sé Munoz. uomini spostano le sedie per le donne eleganti e snelle, e i camerieri prendono le giacche degli uomini grassocci. A un tratto mi accorgo che non c'è traccia di giovani lì dentro. "Riempiti il piatto", mi dici con gentilezza "E poi vieni a sederti". Porta qualcosa anche per me. Un po' di carne e del dhal." Allora, riempio il piatto con della roba presa dai tegami di rame sul tavolo del buffet, al centro della sala, e te lo porto. Ed eccoci seduti, padre e figlia, con aria amichevole, e tutto il resto "Come stai oggi, papa?" dico, toccandoti la guancia. Tutt'intorno la contegnosa alta borghesia si riempe le budella. Ti chiedo di nuovo, con gentilezza: "Come stai oggi?" "Lurida puttana che non sei altro" mi dici. Poi spingi da parte il tuo piatto e ti accendi una sigaretta. "Fantastico", dico io con una certa freddezza. "E così è a questo che siamo arrivati." · "Dove cazzo sei stata ieri sera?" mi chiedi. Poi continui: "Te ne sei fottuta e te ne sei andata senza dire niente a nessuno. Un altro po' diventavo scemo, tanto ero preoccupato. Avevo la pressione alle stelle. Poteva capitarti di tutto." "E infatti." "Quel maledetto ragazzo è un malato di mente." "Però è carino." "Nossignora, è un tipaccio proprio come te. Ed è pure un bel rompicoglioni." "Papà." "Smettila, non m'interrompere! Un mezzosangue buono a nulla, senza radici, un problema per chiunque gli stia vicino, che
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