Linea d'ombra - anno IX - n. 65 - novembre 1991

STORIE/KUREISHI "Ma pensa che papà ha lasciato mia mamma per te! E tu non ti muovi mai da quella sedia. Tranne quella volta al mese che di sicuro vai in banca a controllare i tuoi gioielli." Mogliettina tiene sempre tutte le sue cose per terra vicino a lei. È completamente pazza. Ma a me piacciono i matti che ci sono quaggiù: se ne vanno in giro tranquillamente insieme a tutti gli altri, e nessuno li scoccia, anzi la gente gli dà da mangiare. "Sembri proprio una vecchia sciattona. Sai che cos'è una vecchia sciattona?" · A questo punto arriva Batti-fiacca. Ovviamente ha sentito tutto quello che ho detto, e comincia a sbraitare. Intanto, Mogliettina ha girato quel suo muso appuntito verso di me dimostrando un certo interesse. Evidentemente sta succedendo qualcosa che è ancora meglio della tv. La verità è che mi vorrebbero annientare. Forse è per questo che mi hanno voluta quaggiù. Se tu vedessi, mamma, quello che mi stanno facendo, soltanto perché tu una sera hai incontrato un uomo a una festa sulla Old Kent Road, e più tardi il suo preservativo si è spaccato mentre stavi stesa accanto a una stufa a gas, con le gambe all'aria! "Ti sei presa la macchina proprio quando noi dovevamo andare al lavoro!", urla Batti-fiacca. "Hai costretto l'autista a portarti fuori! L'abbiamo dovuto licenziare!" "E perché?" "Perché è disubbidiente! Disubbidiente! E poi tu hai detto che ha guidato male, e per poco non vi siete ammazzati! Non fai che creare problemi, Nina, con tutte le sciocchezze che fai!" Giù-di-corda e Batti-fiacca sono più grandi di me e Nadia. Tutt'e due sono state sposate e poi maltrattate dai mariti che papà gli aveva trovato, e adesso sono separate. È stata quella la loro piccola occasione nella vita. Ora sono tornate a casa da papino e fanno le segretarie. Ma per il momento, se la prendono con me per qualsiasi cosa. "Ah, a proposito", le dico a un tratto allungando la mano in tasca. "Tieni, prendi questo." Subito gli occhi di Batti-fiacca si sporgono verso il palmo della mia mano dando una calmata a quella sua bocca. Con tutto il suo grasso, si avvia verso di me. Ondeggia. Arriva. Afferra il rossetto. "Adesso sì che puoi uscire con me. Andiamo all'Holiday Inn." "Sì, però sei stata disubbidiente." Viene distratta dal rossetto. ''Che colore è?" "Ma possibile che non la lasci mai in pace, per la miseria? Stai sempre lì a tormentarla!" Questa è Nadia che entra'nella stanza tornando dal lavoro. Subito si butta su una sedia. "Sono stanchissima." Poi dice alla domestica: "Portami un po' di tè." Mi sorride. "Ciao Nina, tutto bene oggi? Ho sentito che hai fatto un po' di ginnastica. Mi hanno telefonato in ufficio apposta per dirmelo." "Sì infatti." "Eh, sorella cara, sono queste per loro le cose urgenti." Per tutti gli altri io sono "la cugina". Fin dall'inizio c'è stato un certo imbarazzo sul come presentarmi. Di solito, quando sono Giùdi-corda o Batti-fiacca a farlo, dicono sempre: "Questa è una nostra lontana cugina che viene dall'Inghilterra." Mentre invece, mi diverte tanto vedere come se la cava papà. Lui non riesce a dire ne "cugina" ne "figlia", e così dice solo "Nina", punto e basta. Ma naturalmente tutti sanno che sono una sua figlia illegittima. Comunque, è Nadia qui la vera "figlia". "Nadia è un tipo che fa 86 subito colpo", mi ha detto mio padre il primo giorno che ero qui, facendomi bell'e capire che io posso solo sfigurare di fronte a lei, quasi al livello di quelle con le unghie sporche.D'accordo, è brava, e poi presto sarà medico, una che salva la vita alla gente. A guardarla adesso sembra meno piccolina di quanto non sembrasse a Londra. Direi che col suo contegno potrebbe reggere da sola tutto il governo. "Oggi hanno buttato dei lacrimogeni nell'ospedale." "Chi?" "Quei furbacchioni dei poliziotti. C'erano certi che manifestavano là fuori. Loro li hanno dispersi, e quando poi li hanno inseguiti dentro l'ospedale gli hanno buttato contro i lacrimogeni! Che giornata! Che paese! Devo lavarmi la faccia." E se ne va. "Visto? Visto?" si è messa allora a canterellare Batti-fiacca. "Lei è meglio di te! Lei è meglio di te!" "Ci credo! Non è poi tanto difficile." "Sì, sì, e intanto lo sanno tutti che lei è meglio di te Mi sono allontanata da tutto questo, e sono andata in camera di mio padre. Era come passare da uno spettacolo ad un altro. Che sta succedendo in quell'altro scenario? La stanza è profumata da un affare verde a spirale, che brucia fuori la porta e lascia le zanzare morte stecchite. Ci sono un sacco di telefoni modernissimi che lo tengono in contatto con Parigi Dubai e Londra. Alla televisione danno un film americano - cinque ragazzi stanno, violentando una donna. Mio padre- com'è che lo chiamo, papà?- è seduto sul bordo del letto con le gambette che gli penzolano fuori. Il domestico gli sta infilando le calze, con molta cautela. "Ti prenderai un'insolazione:', mi dice, come se mi conoscesse da una vita e avesse il diritto di fare il prepotente con me. "Mettersi a far capriole nuda, nel giardino." "Ah, adesso è uscito fuori che ero nuda!" "E abbiamo pure dovuto licenziare l'autista. Siediti." Mi sono seduta nella fila di sedie messe accanto a lui. E come fare visita a qualcuno in ospedale. Lui sta sdraiato su un fianco nella sua posizione preferita, del tipo mi-rendo-ridicolo-tanto-per-farequalcosa. "Dunque ... " È andata via la luce. Si è spenta la tv. Allora ho chiuso gli occhi e mi sono messa a ridere. Hanno tagliato la corrente. Papà ha cominciato ad agitarsi sul letto. "Al diavolo questa fottutissima madrepatria!" Il domestico è corso a prendere delle candele e le ha accese. lo intanto mi metto a pensare che è venerdì e che quindi mamma e Howard si sarebbero visti per mangiare insieme, · parlare e fare l'amore. Dopo tutto Howard non è così male, ed è anche leggermente carino. Non ha mai fatto del male a mamma di proposito. È vero, ha altre donne, ma è solo per vanità - una debolezza, non un delitto. È vero ançhe che la va a trovare solo di venerdì, ma se non altro non l'ha distrutta. Che altro ci si può aspettare dagli uomini? Mamma lo ama da morire- fin dal primo momento, dice; è stato più forte di lei. Continua a fidarsi e a essere sempre aperta con gli altri, nonostante tutto. A me non succede mai. A un tratto papà si gira verso di me: "Si può sapere che combini in Inghilterra?"

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