STORIE/KUREISHI "Su, andiamo", gli ho detto a quel punto. "Portami da qualche parte, con questo bel sole. Dai, per favore." L'ho toccato e lui si è tirato indietro. Be', era piuttosto carino. "Queste macchine non c'è bisogno di riscaldarle. Andiamo!" Al che lui si è messo a girare Io sterzo a destra e a sinistra e a suonare il clacson facendo finta di guidare. È piuttosto giovane, molto magro--:- qui comunque sembrano tutti denutriti - e non fa che prendermi in giro. "Brutto mascalzone che non sei altro!" Visto? Non sembra anche a voi che sto imparando a trattare con i domestici? Mi c'è voluta almeno una settimana per far fuori la gentilezz;l che mi è sempre venuta spontanea con i poveri. "Dài, andiamo! Muoviamoci di qui!" . "Nina è senza scarpe, Nina è senza scarpe!", s'è messo a gridare lui indicando i miei piedi. "E tu senza banana e senza noccioline", gli ho detto io. "E senza neanche più lavoro, caro Lulù. Ti toccherà andare all'ufficio di co}Jocamento se non la pianti." E così siamo partiti, arrivando fino alla fine della strada privata dove la guardia ci ha fatto cenno con la mano di passare: Allora mi sono girata a guardare dietro ed eccoti là, in pigiama, davanti al . portico di casa tua, con la faccia coperta di schiuma da barba e una pezza avvolta intorno alla testa per non far colare la brillantina che ti sei appena messo. Non hai fatto nessun cenno di saluto. Giù-di-· corda, la mia sorellastra acquisita-dì-botto, è.corsa fuori alle tue. spalle-agitando le mani, mentre i cani abbaiano in un recinto e le galline strillano in un altro. Ah, ah. Noi intanto, abbiamo attraversato lentamente il complesso residenziale dove papà abita insieme a tutta l'altra gentedell'esercito, la marina e l'aeronautica: ville e grandi bungalow discosti dalla strada, con spruzzatori che innaffiano i prati, spesso con piscina, e immancabilmente cori le guardie ai cancelli Poi abbiamo proseguito verso la superstrada, dove in mezzo a quei camion tutti dipinti e più appariscenti delle bambole cinesi, sfiguriamo come un passero tra i pavoni. Che strada di merda, senza niente per divertirsi un po'. È come guidare sulla luna. Papà dice che i costruttori rubano il materiale e se lo rivendono, e poi non ne rimane abbastanza per finire le strade; così, di punto in bianco smettono di lavorare, lasciandone incompleti interi tratti. La cosa divertente qui, è che succede sempre qualcosa. Nel bene e nel male questo è un posto ricco di avvenimenti. E proprio mentre penso a questo, a quanto sono contenta e a tutto il resto, ecco che sull'altra corsia se ne arriva sparato un taxi: una Morris Minor gialla e nera tutta attaccata con lo scotch. Velocissimo, non fa che deviate uscendo e rientran_donel traffico, finché l'autista non ne perde il controllo e il taxi va a sbattere contro la macchina che ha davanti, rimbalza su un'altra e poi sfreccia sull'altra corsia venendosene dritto verso di noi. Quando Lulù alla fine ha frenato sono riuscita a vedere la·faccia dell'autista. Dopo, passando a un metro da noi, il taxi è volato contro un muro che correva lungo la , strada. I due uomini che c'erano dentro hanno invece proseguito il . viaggio: le teste, ormai schiacciate dentro al torace, si son trascinate dietro i corpi fuori dal parabrezza, all'aria aperta. Sembravano due polpettoni di Natale. A quel punto Lulù si è messo ad accelerare ed io l'ho afferrato gridandogli di fermarsi, ma andavamo sempre più veloci. · · 84 "Morti stecchiti", mi ha detto quando ho mollato la presa. "Che paese incasinato. In Inghilterra succedono queste cose?". "Sì, immagino di sì." Alla fine però, l'ho convinto a fermarsi e sono scesa dalla macchina. Sono sola nel bazaare mi sento molto confusa, mentre maneggio gioielli, tappeti e vasi. Penso al fatto che ovviamente dovrò portare dei regali a un po' di gente, specialmente ali' eroico Howard che sta pagando per tutto questo. "Bene, ecco proprio quello che ci vuole" ho pensato allora vedendo una gabbia grande quanto un barattolo di vernice, con dentro tre pollastri. Ma il padrone si è accorto che li stavo guardando, e così si è avvicinato, ne ha ~ato uno fuori, Io ha decapitato poggiandolo su un piano, e me lo ha presentato davanti, con tutte le penne che mi volavano tra i capelli. Subito me ne sono andata, scansando un marmocchio senza gambe che, su una specie di carretto a quattro ruote ricavato da una porta, si è lanciato_verso di me e poi è scomparso dentro un vicolo dall'altra parte della fogna. Dappertutto ci sono malati e gente bisognosa di cure. E non faccio neanche in tempo a pensare di andare a mangiare, quando di colpo tutti si mettono a scappare. Lasciano la strada di corsa e si tirano dietro i bambini. L'ondata crescente di attività è provocata da tre camionette coperte, piene di soldati, che irrompono nel bazaar. Loro se ne stanno lì immobili con aria indifferente e i fucili dietro la schiena, mentre io per poco non finisco ali' inferno per colpa di un testa di cazzo che cade da una bici. Poi mi allontano, camminando in punta di piedi sul bordo di una fottutissima· fogna con la merda che viene a frangersi ai miei piedi. Non nè posso già più di questo paese e sono sul punto di rimpiang<?reSouth Africa Road, quando ... "Lulù, Lulù;', ho gridato. "Sono qua nori vi preoccupate", mi ha risposto. "Scusate se vi tocco." Così, mi ha riportato alla macchina. Un bufalo nero e grosso si rigira nel fango sbuffando. Non mi piace vedere tutti questi animali in giro: galline, cani e roba varia, pieni di ferite, impauriti, e allo stesso tempo minacciosi. "Sai Lulù?", gli ho detto dopo un po'. "Mi sento sola. Non ho nessuno con cui parlare qui. Nessuno con cui scherzare. E poi sono convinta che loro mi odiano, la mia famiglia intendo. E la tua famiglia ti odia?'' In pantaloncini e maglietta, sto facendo un po' di ginnastica nel giardino di fronte la casa: tendo i muscoli, faccio flessioni e ruoto il busto. Poi mi tiro un quintale d'aria dentro ai polmoni, e quando riapro gli occhi un momento, il mondo intorno a me, mi ha lasciato sbalordita - la sua luminosità, più che altro. E mi accorgo che un -domestico mi sta spiando da dietro un albero. ."Ehi, guardone!", grido, e continuo i miei esercizi. Ma quando son tornata a guardare da quella parte, mi sono accorta che anche il cuoco e lo spazzino si sono uniti a lui, e insieme si agitano e fischiano. "Ma che cosa pensate che faccia?" ho detto. "Un concerto, forse?" Più tardi, sui giornali del mattino ho notato che nelle offerte di matrimonio le potenziali mogli vengono sempre descritte come
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