INCONTRI/SPINK, CHURCHILL Michoel O'Connor 'in Lives of the Greaf Poisoners Angelo Tunstall in Lives of the Greaf Poisoners (foto di Chris Nash). TA A chi è venuta l'idea di fare Lives of the Great Poisoners? I.S. ACary l. Un giorno comparve con un libro che si intitolava appunto, Liv es of the Great Poisoners che riportava casi di avvelenamento molto curiosi. Decidemmo così che l'av'velenamento sarebbe stato un modo interessante di guardare al problema dell'inquinamento. Ci incuriosiva capire come e perché ci avveleniamo a vicenda tramite quello che pensiamo, diciamo, che ci diamo l'un l'altro, o anche tramite l'aria che respiriamo. Solamente in una fase successiva scegliemmo le tre storie che ora sono nello spettacolo. Come è nata l'idea difare Lives of the Great Poisoners e come avete collaborato al progetto ?Avete lavorato insieme o separatamente? I.S. Il progetto è nato dall'esigenza di lavorare insieme a Cary 1 e Orlando Gough, che ha composto le musiche. Solo in una fase successiva decidemmo per un tipo di lavoro che contenesse elementi di danza, teatro e canto: un progetto multimediale dove ogni interprete avrebbe però· dovutò operare esclusivainente all'interno del proprio genere artistico, senza interferire con gli altri settori. Volevamo far.e qualcosa che riguardasse l'inquinamento, l'ecologia e la follia, e in quel periodo i quotidiani avevano riportato l'episodio di una nave cui da molto tempo, nonostante il fatto che avesse cambiato nome più volte, veniva negato il permesso di ancoraggio perché trasportava delle sostanze molto inquinanti. La storia ci era sembrata molto interessante, ma in seguito decidemmo che il progetto non era adatto alla scena anche se c'era un'amara ironia di fondo che volevamo mantenere. Come si è svolta la stesura? e.e. Ci siamo incontrati per un anno e abbiamo discusso insieme tutti gli elementi alla base dello spettacotò, inclusa la "trama". Avevamo però deciso che il test~ doveva essere scritto prima della musica perché alcune parti sarebbero state cantate. I.S. Quando Caryl terminò la prima versione del testo, Orlando iniziò la composizione delle musiche e solo alla fine io iniziai a occuparmi della coreografia e della regia. La fase di lavoro più complessa è stata la "teatralizzazione" della musica. Non volevamo che la musica fosse solo un momento in cui le persone cantavano: Durante l'elaborazione della fase testuale ci siamo invece occupati più che altro della interpretazione dei personaggi. La creazione della coreografia è stata quindi la fase finale e in un certo senso quella meno importante. Dovevo prima cap~recome il personaggio funzionasse in chiave mu•sicalee testuale e di che tipo di personaggio si trattasse. La regia è stata curata da me e da J ames Macdonald, che aveva precedentemente collaborato con Caryl, e che ha lavorato con gli attori e i cantanti al testo e alla caratterizzazione dei personaggi. Io invece ho lavorato più alla pàrte musicale e·coreografièa. Credo che sia chiaro anche dallo spettacolo che mentre alcune sezioni sono drammatiche, altre sono più recitative. e.e Avevamo anche deèiso che ci sarebbe stato un numero uguale di attori, cantanti e ballerini e questo è stato interessante perché Second Stride non aveva mai separato così nettamente i tre generi artistici. Era da molto ·tempo che volevo creare una conversazione in cui ad esempio rinpersonaggio avrebbe cantato ·e un altro gli avrebbe risposto ballando.
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