Linea d'ombra - anno IX - n. 65 - novembre 1991

SCIENZA/MANNING le loro interazioni. Andrew ipotìzza che si verifichino interazioni tra i meccanismi neurali responsabili· della regolazione del susseguirsi delle varie fasi. ·' Gli esperimenti di selezione con polli e roditori sono però molto dispendiosi in quanto a tempo e fatica. Prima di imbarcarsi nella selezione stessa sarebbe necessario stimare il grado di ereditarietà; operando correlazioni tra genitori e figli o avvalendosi di metodologie' ~imilari.Anche la quaglia giapponese'- cori un ciclo riproduttivo di soli tre mesi - potrebbe rivelarsi utile all'analisi di tali problemi genetici. Del resto proprio i vertebrati offrono buoni esempi di diversità nei sistemi di memoria. Gli uccelli che immagazzinano il cibo sono evidentemente altamente specializzati (Sherry 17 ), ma suggeriscono lo stesso una considerazione importante. A proposito di memoria umana, spesso attribuiamo molta importanza - comprensibilmente - alla durata e alla fedeltà della ritenzione. Dopo tutto, si tratta di caratteristiche vitali per buona parte del nostro apprendimento. Tuttavia per alcuni animali, come per i suddetti uccelli, dimenticare può essere assolutamente necessario per sopravvivere. La cincia bigia (Parus palustris) per esempio, nasconde un gran numero di semi e li ricerca solo entro·le su·ccessive 48 ore (la rit:crca oltre tak periodo sarchhcinutilc. rcrché altri prcda'tori li •' 66 NUOVASERIE1991 laRiviSteria MENSILÈDIANALISI EINFORMAZIONE SULMONDO DEL IBRO EDELLERIVISTEINITALIA Abbonamento 1992- 1O numeri L. 7S.000- CCP.19689207 lntestatòaStrumentiEditoriali ViaDaverio 7 - 20122 MILANO Tel. 02-S4S0777- Fax S4840S6 INLIBRERIAEPERABBONAMENTO avranno già scoperti; comunque, l'uccello nasconde semi freschi di continuo). Il dimenticare, sia per estensione sia.per incapacità di ricordare dopo un certo tempo, si rivela essenziale. Allo stesso modo le prede che si abituano agli stimoli ripetuti che segnalano la presenza di un predatore, ma che non sono rinforzati, devono dimenticare tale abituazione e rispondere di nuovo dopo un breve periodo. Se fallissero in questo, sarebbero particolarmente vulnerabili alla predazione. In conclusione, sebbene le attuali acquisizioni siano modeste, un reale approccio comparato ai sistemi di memoria, che tenga conto dell'evoluzione passata, offre, credo, alcune intuizioni circa lamemoria umana. La genetica può essere applicata soltanto se il materiale si rivela adatto; in tal caso rappresenta però una valida metodologia per esplorare aspetti comportamentali o fisiologici relativi all'apprendimento e alla memoria. Copyright Aubrey Manning 1991 Bibliografia l. Wahlsten, D. (l 972) Genetic experiments 'withanimai learning: a criticai review. "Behavioural Biology", 7 (2), 143-18'2. Questo articolo costituisce un utile riferimento perché contiene il più ampio panorama sulla letteratura relativa alla genetica e all'apprendimento. 2. Tryon, R.C. (1929) The genetics oflearning ability in rats. Preli111inaryreport. Univ. Calif. Pubi. Psychol., 4, 7 l-89, 3. Hay, &.A. (1985). Essentials of Behaviour Genetics, Blackwell, Oxford. 4. Bignami, G. (1965). Selection for high rates and low rates of conditioning in the rat. "Anim. Behav", 13, 221-227. 5. Broadhurst, P. L. (1967). An introduction to the diallel cross. In Hirsch. H, J., (Ed.) Behavior Genetic Analysis, McGraw Hill, New York, w.2~~~ · -6. Wilcock, J. and Fulker, D. W. ( 1973). Avoidance learning in rats: genetic.evidence for two distinct behavioral processes in the shuttle-box. ··J. Comp. Physiol. PsychoL", 82, 247-253. 7. Mower, O.H. (1960). Learning TheoryandBehavior., Wiley,New York. · 8. Fuller, J. L. and Thompson, W. R. (1978). Foundations of Behavior Genetics, Mosby, St. Louis. · 9. Dudai, Y. (1988). Neurogenetic dissection of learning and shortterm memory in Drosophila, "Ann. Rev. Neurosci", 11, 537-563. 10. Tully, T. (1987), Drosophila learning and memory revisited, Trend in "Neurosci", 10, 330-335. l l; Tully, T. and Quinn, W. G. (1985). Classica[ conditioning and retention in normai and mutant Drosophila melanogaster, "J. Comp. Physiol", 157, 263-77. 12 Spatz, H.-C, Emmans, A. and Reichart. H. (1974). Associative /earning of Drosophila melanogaster, "Nature", 248, 359-361. 13. Koltermann, R. (1970). Zeitgekoppelte Lernprozessen bei der Honigbiene. "Zoologische Anzeiger". (Supplement), 33, 205. 14. Menzel, R. and Erber, J. (1978). Learning and memory in bees. "Scient. Amer.", 239 (1), 80-87. (tr. it. Apprendimento e memoria nelle api, Le Sc.ienze, 121, 66). • 15. Brandes, Ch., Frisch, B. and Menzel, R. (1988). Time-course of memory formation differs in honey bee lines selected for good and poor learning. "Anim. Behav. ", 36, 981-85. 16. Andrew, R. J. (1985). The tempora/ structure ofmemoryformation. "Perspective in Ethology.", 6, 219-259, Plenum, New York. 17. Sherry, D. (1985). Food storage by birds and mammals. "Adv. Study. Behav.", 15, 153-188.

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