STORIE/FAGUNDES TELLES quasi incollata al microfono: parla Roni, un compagno di lavoro della principessa, sai, lei non è niente in forma, e così sono venuto io a parlare al posto suo, niente di grave, grazie a Dio, ma la poverina è tanto ansiosa per la tua risposta, è logico. Con una voce bassa, ve lata (una voce così, del genere di quella dei mafiosi del cinema, fa un effetto, dirà poi Roni stralunando gli occhi) chiese con tutta calma che non gli telefonassero più sul lavoro perché il padrone era incazzatissimo e per di più (e qui la voce si fece più forte) lui non poteva mettersi con nessuna, aveva un legame, se uno di questi giorni mi gira, TELEFONO IO, va bene? E lei che aspetti, cazzo. Aspettò: In quei giorni di attesa gli scrisse quattordici lettere, nove d'ispirazione romantica e le altre copiate dal libro "Corrispondenza Erotica" di Glenda Edwin, che Roni le imprestò. E raccomandandoglielo molto, perché adesso, cara, quel che conta è il sesso, e se lui (che voce meravigliosa!) è Toro, devi dargliela subito, quelli del Toro parlano molto della luna e delle barchette, ma una cosa gli piace davvero, scopare. Firmò Colomba Innamorata, ma al momento di spedire le lettere, strappò quelle erotiche, e partirono soltanto le altre. Sempre in quel periodo incominciò per lui un pullover verde a maglia, lana doppia (piena canicola, ma in questa città non si sa mai) e per due volte chiese a Roni di telefonargli alterando la voce, fingendo di essere l'annunciatore del programma Intimità nell'Etere, per comunicargli che a una data ora durante l'orario di maggior ascolto Colomba Innamorata gli dedicava un bolero tutto per lui. È molto, molto maschio, commentò Roni con un sorriso pensoso quando riappese. E solo dopo molte insistenze si decise a raccontarle che lui aveva sbuffato dalla rabbia e aveva risposto che non voleva sentire nessun bolero del cazzo, dille che sono partito, che sono morto! La sera che finì il romanzo del Dottor Amandio, con lui felice e contento a fianco di Lauretta, quando dopo tante vicissitudini vinse il vero amore, lei si asciugò le lacrime, terminò l'orlo del vestito nuovo, e il giorno dopo con la scusa di un gran mal di pancia uscì prima dell'ora per bloccarlo all'uscita del lavoro. Pioveva tanto che arrivò bagnata fradicia e con le ciglia finte solo ali' occhio sinistro, quelle dell'occhio destro si erano perse nell'acquazzone. Lui la tirò sotto il suo ombrello, le disse che era incazzato nero perché il Corintias aveva perso e poi le domandò tra i denti dov'era la fermata del suo autobus. Ma non si potrebbe entrare in un cinema, suggerì lei, tenendogli tremante il braccio, mentre le lacrime si mescolavano alla pioggia. In viaConselheiro Crispiniano, se non si sbagliava, davano un film molto interessante, non gli andava di aspettare che spiovesse in un cinema. In quel momento lui infilò un piede fino alla caviglia dentro una pozzanghera profonda, per due volte ripeté questa figlia di puttana di una pioggia e la spinse sull'autobus zeppo di gente e di fumo. Ma prima le disse proprio dentro all'orecchio di smetterla di corrergli dietro perché lui non ne poteva più, grazie per la camicia, per il portachiavi, per le uova di Pasqua e per la scatola di fazzoletti, ma non voleva mettersi con lei perché ne aveva già un'altra, togliti questa idea dalla testa per amor di Dio, PER AMOR DI DIO! Alla prima fermata lei scese dall'autobus, ne prese un altro dalla parte opposta della strada, andò dritta alla chiesa degli Impiccati e accese altri tredici ceri; giunta a casa prese il Sant' Antonio di gesso, gli tolse il bambino e lo nascose 52 nel cassettone, avvertendolo che finché Antenore non l'avesse cercata non lo avrebbe liberato e non gli avrebbe restituito il bambino. Andò a letto sciolta in lacrime, una calza di lana attorno al collo per via del mal di gola e sotto il guanciale la fotografia di Antenore tre per quattro (che aveva rubata dalla sua scheda di socio del Sao Paulo Scie), insieme a un rametto di ruta. Il giorno del Ballo delle Ortensie comprò un ingresso per cavaliere, dette la mancia a uno che vendeva biglietti della lotteria in via Guaianazes e glielo fece portare ali' officina, chiese alla padrona dell'Istituto di Bellezza di farle la pettinatura di Catherine Deneuve come sulla copertina dell'ultimo numero di Vite Segrete. Passò tutta la sera a guardare la porta d'entrata. Il giorno dopo comprò in liquidazione il disco Avemaria degli Innamorati, scrisse sul biglietto la frase che Lucinha dice a Mario nella scena della stazione, ti amo oggi più di ieri e meno di domani e firmò C. I.; poi chiese dei soldi in prestito a Roni e andò a collocare al crocicchio vicino alla casa di Alzira tutto quello che Pai-Fuzo le aveva chiesto due settimane prima se voleva essere felice e realizzare il suo destino: una bottiglia di champagne e una stecca di sigarette Minister. Se voleva un servizio più efficace, poteva chiederlo, propose Alzira. Un esempio? Cucendo la bocca a un rospo, quello là avrebbe cominciato a diventar secco, e non avrebbe smesso di consumarsi fino a quando non fosse andato a cercarla: effetto sicuro. Ma solo ali' idea di fare una cattiveria simile le venne la depressione, pensa un po', come poteva augurare una cosa così orribile all'uomo che amava tanto? La negra rispettò le sue idee, ma le raccomandò di tenere sempre una testa d'aglio nella borsetta e sulla porta di camera sua e di metterne da parte uno spicchio da infilare là dentro. Là dentro? Si spaventò lei; però rimase lì, ad ascoltare altre fatture, tanto per sentirle, perché quelle erano impossibili per una ragazza vergine: come faceva a prendere un pelo delle vergogne di lui per intrecciarlo con uno suo e seppellirli poi, così intrecciati, in terra di cimitero? L'ultimo dell'anno, in una pausa del lavoro giusto per mandar giù un panino, Roni la chiamò da parte, le fece una carezza sui capelli (ma come sono morbidi, tesoro, è stata la lozione all'olio, vero?) e dopo averle tolto di mano la tazzina del caffè, le raccontò che Antenore si sposava ai primi di gennaio. Svenne all'istante addosso a una cliente seduta sotto il casco. Quando arrivò a casa, la vicina portoghese le preparò un uovo sbattuto (è ridotta pelle e ossa), e le insegnò una fattura infallibile, non aveva per caso una fotografia di quell'animale? Ebbene, che incollasse la fotografia su un cuore di feltro rosso e a mezzogiorno in punto piantasse tre volte la punta di un paio di forbici d'acciaio nel petto dell'ingrato dicendo Tizio, Tizio, come si chiamava quello là, Antenore? Ecco, al momento di ferire doveva dire, con gran fede, Antenore, Antenore, Antenore, tu non mangerai né dormirai né avrai riposo finché non verrai a par)are con me! Prese anche un piattino di dolci per S. Cosma e S. ~amiano, lasciò il piattino nel giardino più fiorito che vide cammin facendo (un compito davvero difficile perché nei giardini pubblici non c'erano fiori e quelli privati erano giardini chiusi con tanto di cani da guardia); poi andò a guardarlo da lontano all'uscita dal lavoro. Non lo vide perché (lo seppe da Gilvan, un tassista tanto buono, amico di . Antenore) si sposava proprio quel pomeriggio con unricevimento
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