Linea d'ombra - anno IX - n. 65 - novembre 1991

~ GALLIOEDITORI via Borgo dei Leoni 70 44100 Ferrara - te!. (fax) 0532-202266 Il Cavaliere Azzurro Giuseppe Rensi Lo scetticismoesteticodel Leopardi Ford Madox Ford fase/ Conrad- Un ricordopersonale Georg Markus Freude il segretodell'anima La biografia Bibliotheca Philosophica Martin Heidegger Il concettodi tempo Johann G. Fièhte Karl von Clausewitz Sul Principedi Machiavelli Wolfgang Welsch La terranell'operad'arte Kuno Fischer L'arguzia Rithimorum Peter Szondi L'orachenon hapiù sorelle Studi su PaulCelan Bruno Snell Il camminodelpensieroe dellaverità Studisul linguaggiogrecodelleorigini 34 Biblioteca Storica Ariette Farge La vitafragile Violenza,poteri esolidarietà nellaParigidelXVIII secolo Distribuzione PD.E. I CONFRONTI glie tensioni, passioni, fantasie di una popolazione sempre più ampia e diffusa e produce divi, miti attraverso amplificazioni anch'esse sempre più potenti. Ma tra il gioco del pallone in cui eccelleva Didimi e il calcio, che ha !a1Sua massima espressione in Maradona, non vi è praticamente niente in comune. Perfino lo strumento del gioco, il pallone, è assai diverso. In generale, nel variegato panorama dei giochi di palla - sempre molto diffusi già dal!' antichi~ tà, probabilmente a causa della natura assai specifica dell'oggetto sferico, attraente in sé e soprattutto idoneo, più di qualsiasi altro, a rappresentare l'estrema variabilità, il rischio, 1'indeterminazione, e, insieme, l'eccezionale abilità nel controllarla - il gioco del pallone, di origini appunto antiche, ebbe uno straordinario sviluppo a partire dal Rinascimento, fino a diventare; nell'Ottocento uno sport molto popolare. Ed è proprio questo, a ben pensarci, il tratto che accomuna più di ogni altro i due sport: il "popolar favore", che spinge Leopardi ad invocare il campione del pallone per I' impegno civile e patriottico. Ed effettivamente la popolarità del pallone . era notevole per tutto l'Ottocento, al punto che Edmondo De Amicis dedica ad esso un romanzo nel 1897, Gli azzurri e i rossi nel quale non esita a rivendicare alle "persone sensate e colte" una vera e propria manifestazione di tifo: "un'agitazione violenta" che li prende "ali' aprirsi di una grande partita". La straordinaria vicenda di questa popolarità è ora ricostruita, per la prima volta e con rigore, sagacia e ricchezza di documentazione, (anche letteraria; in una notevole Appendice di testi) da Stefano Pivato in / terzini della borghesia. Il gioco del pallone nell'Italia dell'Ottocento (Leonardo, Milano, 199 I, 223 pp. ). Oltre al gioco del pallone, il titolo presenta maliziosamente un'altra insidia: i terzini non hann9 niente a che vedere con Magnini e Cervato o con Gentile e Cabrini, ma sono a loro volta una delle figure, dei 4 giocatori dello stesso gioco del pallone. Gioco che, abbiamo già notato, non ha che scarsissime analogie con il football; presenta piuttosto qualche analogia, la Juventuscamp.ione d'Italia 1950. limitatamente alle modalità del punteggio per la divisione del campo con la rete al centro, con il tennis; per altri versi, con il volley, il baseball e il football americano, ma, al contrario del calcio fiorentino, senza scontro fisico con l' avversario. Sport di squadra, ma nel quale il carattere collettivo è poco marcato, emerge invece l 'indìvidualità del singolo colpitore. Con forme di esercizi.notevoli, che, si nota in uno scritto del 1786, ·"presentano insieme lo spettacolo dell'acrobatica, della scherma, del ballo e del pugilato". Pivato ricostruisce la diffusione e I' estensione di questo gioco, la formazione di un pubblico sempre più esteso, al punto da richiedere lo sviluppo di regolamentazioni sempre più definite sia rispetto al gioco sia - ciò che ·è altrettanto interessante- rispetto al pubblico (l'ordine pubblico; ma anche il gioco d'azzardo connesso); la dimensione economica, tra incassi, investimenti, nascita di figure professionali come l'impresario, l'organizzazione delle scommesse: Il quadro generale che ne scaturisce mette in discussione,in parte ridimensionandoli, in parte correggendoli, _alcuniconsolidati luoghi comuni di una disciplina peraltro poco sviluppata e ancor meno interrogata quale è la storia dello sport. Innanzitutto la stretta connessione tra sviluppo dello sport, in particolare del calcio, con lo sviluppo della società industriale in termini storici, ma anche sotto il profilo territoriale. La ricerca di Pivatò mostra come il fenomeno della crescita tumultuosa del favore popolare nei confronti dello sport, la "sportivizzazione" avviene in Italia già nel primo Ottocento e in un' area territoriale - quella del governo pontificio-che sono fuori di quello schema di analisi. Certo, occorre qui esercitare la massima cautela, il maggior rigore possibile: evitare in ogni caso ogni anacronismo. Una cosa è vedere l'origine, i prodromi di un determinato fenomeno, altra cosa è appiattire l'evoluzione, il processo di quel fenomeno in una continuità evolutiva che rischia di nascondere le grandi, a -volte rivoluzionarie, trasformazioni che ne segnano la storia. Qualche, peraltro limitato, rischio del genere mi pare di potere intravvedere nella pagina çonclusiva del libro dove Pivato, a

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