I CONFRONTI I Alla nostra cultura letteraria DeLillo può però offrire qualcos'altro; qualcosa che oltrepassa la misura e il valore d'un singolo romanzo, per quanto ben riuscito. Presa nel complesso, la sua opera esemplifica infatti un lodevole impulso a fare i conti con gli aspetti cruciali della realtà odierna, una propensione intemerata à parlare di ciò che è essenziale nel mondo che ci circonda e (bisognerebbe aggiungere) ci sovrasta, ci sorregge (ci ricopre, ci invischia), ci avviluppa. Libra è la ricostruzione dell'assassinio di John Kennedy, cioè d'un avvenimento che ha nella storia degli Stati Uniti un ruolo paragonabile a quello, per intenderci, della strage di Piazza Fontana. Esiste oggi in Italia uno scrittore che abbia animo di cimentarsi con un soggetto analogo? Lo sfondo dei Nomi è la presenza finanziaria americana nei paesi del Vicino Odente. Si può immaginare tema più rilevante per il nostro futuro prossimo? Non si tratta, si badi bene, di parlare semplicemente di politica. Uno sfondo infine e solo uno sfondo ([ nomi parla poi d'altro; e la qualifica di "romanzo politico", applicata a Libra, appare impropria, prima ancora che riduttiva. La politica stessa, in quanto tema narrativo, ha infine un valore prevalentemente metaforico. Il punto sta nell'assumere a oggetto della rappresentazione romanzesca vicende ed esperienze collettive, nel ricercare la sostanza d'un presente che tutti noi (scrittori e lettori, lettori e non lettori) viviamo. Attraverso storie di individui, com'è ovvio: ma senza zavorre liricheggianti, senza ipoteche autobiografiche (I' autobiografismo salta poi sempre fuori, da se stessi non si sfugge), senza ammiccanti concessioni a prospettive di salvezza personale. Una lezione, per dirla in una parola, di pura, schietta narratività; in sé non nuova, ma di questi tempi salutare. È per questa via - stringendo il nesso tra universale disfacimento, microcosmo e macrocosmo sociale e idiosincrasie apocalittiche - che DeLillo ci invia il suo più forte messaggio: ci mostra le angosce che s'annidano nella routine quotidiana, ci ricorda quanto sottile sia il confine tra normalità . e mostruosità, benessere e nausea, sazietà e imputridimento. Una scena, fra tutte, mi sembra si presti a valere come emblema di ciò che DeLillo può insegnarci: quella in cui il protagonista di Rumore bianco, smanioso di recuperare lo psicofarmaco con il quale la sua ultima moglie cerca di vincere la paura di morire, svuota il compressore dei rifiuti domestici e si mette a frugare alla ricerca del flacone .smarrito. È il volto in ombra della realtà, il suo rovescio segreto; il mondo visto - giudicato - dal secchio della spazzatura; e, insieme, un avatar di quell'universale polluzione che assedia l'ignavia del cittadino occidentale medio - accanto alle scorie tossiche sprigionate da una fabbrica, che provocano la provvisoria evacuazione d'una tranquilla cittadina universitaria, accantoalla disinformazione e al pattume propinato dai media e dalle accademie, all'inquinamento di esistenze ingombre di etichette multicolori, di cibi in scatola di inconcludenti attivismi, di esorcismi inutili e vuoti parlari di frasi fatte e disfatte. Basterebbe questo episodio, lo svuotamento dell'apparecchio Juggernaut di casa Gladney , per garantire a DeLillo un posto eminente nella storia della ra(>presentazione letteraria dell'immondizia. E poco? Chissà che non sia proprio questo il campo di st_udicruciali per gli esegeti dell'imagery contemporanea. Ilgioco piùbello del niondo? Leorigini dell'Homo sportivus in Italia Vittorio Dini Tutti ricordiamo, nello studio liceale dei Canti leopardiani, l'ode A un vincitore nel pallone: la canzone dedicata al campione Carlo Didimi di Treia (1798-1877). La poesia, del novembre del 1820, e la precedente Nelle nozze della sorella Paolina, "svolgono successivamente il tema educativo esaltando una vitalità eroica e piena" (Binni) Infatti al 'garzon bennato', al campione dotato di grazia e virtù fisiche straordinarie e molto popolare viene indicata la strada dell'impegno civile e patriottico, in difesa quasi eroica, sulla scorta degli ideali delle antiche, greche virtù atletiche, della patria di fronte alla tirannia straniera. Ed effettivamente, quasi ad ascoltare l'invocazione del poeta, Didimi dive_nnepatriota e carbonaro. Eppure Leopardi non era certo un sostenitore delle virtù del corpo; anzi, si inserisce, pur nella sua contraddittoria e personalissima concezione del fisico, nella linea; dominante nella cultura occidentale, da Platone ed Aristotele a Croce ed Heidegger, di una svalutazione dell'attività fisica rispetto a quella intellettuale. Lo manifesta decisamente e chiaramente questo pensiero dello Zibaldone [115], scritto appena prima della canzone dedicata a· Didimi nel giugno 1820: "Ed è cosa già osservata che il vigor del corpo nuoce alle facoltà intellettuali, e favorisce le immaginative, e per lo contrario l'imbecillità del corpo è favorevolissima al riflettere, e chi riflette non opera, e poco immagina, e le grandi illusioni non son fatte per lui." Separazione netta, dunque, tra corpo e intelletto, tra attività fisica e sforzo di riflessione, intellettuale, perfino più in generale fra riflessione e pratica. Tuttavia, nel momento della necessità, che Leopardi avverte in quel periodo urgente e necessaria, di impegnarsi per la libertà e per la patria, allora l'appello coinvolge il campione come espressione della gioventù italiana. Allo studente contemporaneo quel canto leopardiano, fin dal titolo, non può non evocare figure e miti di stretta attualità. Pallone è oggi per eccellenza, il calcio, il football o soccer: il "gioco più bello del mondo", che attrae e raccoINEDITI PIACERI Walter Serner LATIGRE L'amòre disinibito tra una cocolle e un perdigiorno negli hauts lieux del piacere nella Parigi degli anni venti. Uno spaccato negli itinerari paralleli della metropoli sommersa. Lastoria di una sfida all'amore insieme sfrontata e pudica, messaall'indice nella Germania del 1935 come lesiva della pubblica morale. I DIARI Antonino Garufi Diariodi undeportato Da Dachau a Buchenwald: la cronaca di un lungo internamento nei lager nazisti in un raro testo cli "italiano popolare" scritto da un contadino autodidatta. Roselvagge DirtyCity Trent'anni dopo le urla di Ginsberg e i sotterranei di Kerouac, lo stile irritato ed aspro di un diario tossico ci fa piombare al centro di un mondo emarginato in cui sovversione e trasgressione sono le forme sublimate di un disperato attaccamento alla vita. EDIZIONISELVATICHE li librodellefamiglie sottoformadi animali Teneri ed esilaranti ritratti di famiglia nelle descrizioni fantastiche dei bambini della scuola elementareBeataVergine del PilonediTorino. Il librodei postisegreti I luoghi segreti dell'immaginario infantile de· scritti e disegnati dai bambini di oggi per i bambini di tutti i tempi. ~ li libro e:;; dellepaure Sergio ha paura dei ladri. Eugenio del buio. Adelaide di tante cose... Leimmagini dei luoghi e situazioni, inventatee reali, rivelano i complessi meccanismi affettivi dei bambini delle Edizioni Selvatiche. ~ Gli_a~im~li e:;; che ci p1acc1ono Tutta la spontaneità del mondo infantile in una raccolta di disegni e testimonianze di bambini sensibili e innamoranti. GELKAEditori: via Roma, 94 90133 Palermo-Tel.091/6167549 33
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