Linea d'ombra - anno IX - n. 65 - novembre 1991

CONFRONTI incapacità di aiutarla nonostante tutte le "migliori" intenzioni. Così, sul versante femminile, la differenza disperata di Thelma & Louise diventa una differenza esasperata. O forse il contrario, nel senso che Ridley Scott esaspera a tal punto la differenza da renderla di necessità disperata. Rimanendo sul piano teorico, la differenza che il film ci presenta è qualcosa di piuttosto simile a una specie di partito, o a uno status un po) metafisico. Partito al quale sembra quasi ci si possa iscrivere una volta per tutte, prendere la tessera per tutta la vita; status al quale si apparterrebbe in maniera altrettanto permanente sulla base di ,stigmate più che non di connotati e qualità strettamente personali: stigmate "naturali" che sembrano cancellare le ferite storiche. In altre parole: questa "differenza naturale" , tende a scivolare automàtica:mente verso una debole appartenenza di genere a scapito dell'identità personale; credo non solo nel film, ma in questo film in maniera abbastanza clamorosa. Per esempio: certo che ci sono tutte le più schifose e maschilistiche motivazioni e ragioni storico-sopiali perché Thelma sia così, ma resta il fatto che Thelma ha una debolissima identità personale: perché, appunto, è una vittima di questa realtà storicosociale-generica. Ma essere vittima di questa realtà significa precisamente essere molto deboli come persona: è infatti la persona il principale bersaglio di questa realtà, e tanto più la persona femminile quanto più questa realtà è, come ribadisce Scott, antifemminile. · E per buttarla in teoria-politica, terreno di caccia doppiamente privilegiato dell"'uomo della Legge": che i partiti politici che ci stanno davanti agli occhi facciano pena e siano composti perlopiù da persone indegne di rispetto, resta un dato di fatto anche se fosse storicamente diventata una realtà immodificabile; mentre il partito della differenza resterebbe un non senso politico-teorico anche se raccogliesse milioni di voti e fosse compo~to da persone rispettabilissime. Davanti a una situazione così disperante sembra naturale nutrire delle speranze.· La speranza che il film di Ridley Scott coltiva è quella della presa di coscienza dell'appartenenza. Una speranza che si è rivelata storicamente disperata, davanti a questa .stessa realtà storico-sociale, quando questa sperata presa di coscienza riguardava la coscienza di classe (di appartenenza alla classe degli sfruttati). Ma forse non solo per analogia si può avere qualche dubbio sul successo di questa presa di coscienza anche nel caso della coscienza di genere. Soprattutto se, come nel film, è la qualità, oltre che le modalità, di questa presa di coscienza a essere sostanzialmente la stessa, dato che si ripropone una dimenticanza addirittura clamorosa: la sofferenza. La sofferenza non generica ma strettamente individuale procurata dalla differenza e dall'essere _minoranza in questa realtà storico-sociale caratterizzata dal tentativo di gratificarti (si fa per dire) collettìvamente; in quanto comunità, genere e persino insieme di diversi, e di mortificarti individualmente. La "nostra" classe operaia, ivi compresa quella dei film democratici, soffriva (delle ingiustizie e dello sfruttamento) in quanto classe, e solo per riflesso, eventualmente, come individuo, come persone. E in più gratta gratta la sofferenza era una forma di deboltzza ! (Si potrebbe dire che, marxianamente, si avevano solo occhi per ]"'essenza generica" della sofferenza, della classe operaia). Che non sia da imputare a questa visione il fallimento del marxismo (proprio del "nostro" marxismo non del socialismo reale di quei fetenti là) nel far prendere coscienza alle masse sfruttate? Come si può vedere, i guasti prodotti dal restare un "uomo della Legge", senza accorgersene, e di amare ciecamente le donne si mescolano nel film: Ridley Scott non dà a Thelma & Louise alcun contributo di coscienza critica (per usare un'espressione cara agli "uomini della Legge"), in compenso gli regala una "disperazione necessaria", che non è detto né che sia necessaria né che sia loro, cioè necessariamente femminile, ma soprattutto personale. In questa sceneggiatura costruita _sulla nega0 zione della contraddizione interna, personale, e pertanto disseminata di falsi paradossi, non è affatto un paradosso che una sofferenza generica costringa Thelma & Louise a precipitarsi disperatamente Geena Davis in Thelmo & Louise. nel Grand Canyon del Colorado; infatti la sofferenza generica è veramente disperata. Del resto, si potrebbe dire che è il genere di sceneggiatura costruita sulla negazione della contraddizione che comporta necessariamente una drammaturgia di assolutizzazione e genericizzazione. È, come noto, la drammaturgia del realismo critico, secondo la quale i personaggi debbono essere tipici e non esprimere delle particolarità strettamente (e pertanto limitatamente) personali. In perfetta adesione a questa drammaturgia, Ridley Scott regala a Thelma & Louise tutta la loro ideale tipicità, con la conseguenza di privarle di una reale personalità. E se è vero che Thelma è presentata in maniera più contraddittoria di Louise che sembra proprio tutta d'un pezzo, è anche vero che questa contraddittorietà di Louise è vista come arretratezza, come stadio inferiore nel processo di presa di coscienza. Weltànschaaung filosofico- _esteticanon proprio nuova che continua a rischiare di precipitare negli abissi del moralismo, perché non esclude affatto, anzi, che il cammino di Thelma verso la presa di coscienza passi per la ·sobrietà nel bere, altrimenti rischia di farsi stuprare, e la continenza sessuale (almeno con gli sconosciuti), altrimenti rischia di farsi fregare. · Per un uomo è più di{ficile amare una donna o esserle amico? E per un regista maschio nei confronti delle sue protagoniste femminili? In ogni caso Ridley Scott non sembra in grado di avvertire nemmeno amichevolmente Thelma & Louise di un pericolo insito neUa assolutizzazione della (propria) differenza, che tende a diventare, così, più differente e genuina delle altre, _ come mostra una differenza oggi ritornata in voga: quella del nazionalismo, che tanto più rivendica la propria diversità, tanto più incontra difficoltà a riconoscerla agli altri. (Come del resto sembra dover succedere a qualsiasi differenza che non sia radicata nell'uguaglianza: anche se non saprei dire come ciò possa avvenire; per cui debbo, per così dire, limitarmi a sognare un mondo in cui la differenza sia una forma sup~riore di uguaglianza, di universale égalìté). Thelma & Louise è un film on the road nel quale il guidatore dell'auto e il manovratore della macchina da presa non sono evidentemente la stessa persona. Per questo motivo lo definirei un falso film on the road: in quelli veri, infatti, da Stranger than ....

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