Linea d'ombra - anno IX - n. 65 - novembre 1991

cretinamente un sacco di tempo e un razionale come lui non lo sopportava bene. E guai a esternare il proprio pensiero: lo avevano spedito a scaricare rifiuti. S'era dovuto persino procurare dal magazziniere. una maschera_ antigas. Allora, perché lo lasciassero in pace e non facessero storie con le licenze per studio, aveva dovuto stamparsi in faccia l'espressione tra gaia ed ebete da bravo ragazzo e fare anche qualche piccolo servizio al capitano. Appena poteva, usciva a camminare per la pianura o lungo il Tagliamento, che lo calmava con lo scorrere delle sue acque ancora apparentemente cristalline sui ghiareti. Una di queste passeggiate lo portò a una chiesetta isolata in mezzo alla campagna. Da uno spiraglio tra i battenti della porta proveniva uno strofinìo come di grattugiae'l!n tralalà canticchiato. Aprl e vide in cima a un'impalcatura·una ragazza con un grande fazzoletto in testa e una tuta tipo metalmeccanico, affaccendata su un affresco che rappresentava alcuni angeli con cartigli in latino su uno sfondo di costellazioni. A Fabio non venne iri mente di· meglio che nominarle una dietro l'altra, tutto contento di riconoscere i ghirigori della sua cara mappa del cielo, e concluse precisando che lì dove la ragazza aveva le mani e il muro risultava particolarmente scrostato non poteva che esserci Orione di fronte al Toro, mentre altre crepe avevano rovinato poco sopra l'Auriga e Perseo. Solo una volta terminata la disquisizione si rese conto che la restauratrice lentigginosa aveva l'aria un po' preoccupata e da sotto il fazzoletto le scendevano sulle spalle lunghe ciocche color rame. Chiara di solito si chiudeva in quella cappella sperduta, ma quel giorno era di buon umore e poi c'era afa. I due legarono subito e Fabio insistette a segnalare i punti in cui l'anonimo pittore doveva per forza aver posto le sue stelle. Sono venuti a Roma approfittando dell'assenza di un fratello di lei, magistrato, che vive nella capitale e gli ha lasciato l'appartamento. Certi colleghi hanno parlato a Chiara di lavori interessanti in palazzi privati e ville del Lazio e lei non.nasconde l'interesse, come Fabio non nasconde il disappunto di fronte a quell'eventualità, perché gli mancano due anni alla laurea e a Bologna sta benissimo. Oggi è us'cito con l'intenzione di osservare la meridiana di Francesco Bianchini a Santa Maria degli Angeli. Lo incantano queste meridiane tracciate sul pavimento delle chiese. Fu per lui un momento indimenticabile quando scoprl sul soffitto della navata sinistra del Duomo di Bologna, all'altezza tra la settima e l'ottava cappella, il pertugio raffigurante il sole, e seguendo il rivolo di luce vide la linea dorata fiancheggiata da due strisce di marmo, bianco e poi rosato, e i segni zodiacalì ascendenti e discendenti. Considera la meridiana di Cassini e Manfredi un potente portafortuna, capace di misurare nel solstizio d'inverno la seicentomillesima parte della circonferenza terrestre. In quella penombra astrale ha cercato molte volte quella che chiama la pace interiore. E al confronto adesso qui Santa Maria degli Angeli gli sembra troppo splendente: vi reg'naun'esuberanza centrifuga, una noncurante grandiosità pagana che Michelangelo ha sottolineato e il Vanvitelli non ha potuto sminuir.e, pensa. La meridiana stessa,·a occhio, gli sembra spostata rispetto a dove dovrebbe trovarsi. Tutto a Roma gli sta apparendo troppo bello o troppo brutto. II Museo delle Terme di Diocleziano, nella contigua Certosa, lo ha frastornato, per il contrasto tra la grazia sovrumana dei resti antichi Roma, stozione Termini in una foto di Silvo/agenzia Contrasto. ILCONTESTO (quelli che si possono rimirare nelle sale accessibili, poche, nonostante tre o quattro lustri di sedicenti lavori e restauri) e l'incuria in cui sono lasciati a sfarsi nei chiostri lapidi e sarcofaghi, ammassati come rottami. La volgarità degli inservienti che vi si aggirano è la stessa che ha trovato nella non lontana Biblioteca Nazionale dove, dopo una lunga attesa, una giovinetta che riusciva contemporaneamente a fumare, sbocconcellare un panino al prosciutto e discutere di formula uno con un collega gli aveva restituito la scheda biffata dicendo che il tomo richiesto non c'era. Insistendo fino alla scortesia l'aveva poi ottenuto: fuori posto poiché mal catalogato, non aveva più le incisioni, che erano state tagliate via. Quello che però davvero Fabio fa fatica a concepire è che poche centinaia di metri separino il mondo pieno di chiasso e disperazione di Termini e l'angolo nascosto in cui una fanciulla di Anzio, portata alla luce cent'anni fa grazie a una furiosa burrasca marina che fece crollare un muro della villa imperiale, dopo essere rimasta quasi due millenni in una nicchia, porta ancora su un vassoio un rotolo di stoffa, un ramoscello di lauro e un piccolo scrigno. Gli occhi vuoti e lievi, come perun rito sacrificale mai compiuto. Da buon innamorato, Fabio è attratto dalle figure femminili e vede ovunque la propria voglia di Chiara. Immaginatevi come s'è sentito di fronte al Trono Ludovisi ... Ai due lati della venere dei marinai, l'etera che suona la doppia tibia e la donna velata che brucia incenso raccontano . una parabola che non riesce ad afferrare del tutto, ma che - lo avverte - contiene un segreto fondamentale. E gli fa rabbia, da ultimo, anche la propria ignoranza. Buon per lui che è giovane e può illudersi di colmarla. Lo svilimento di flora e fauna in Piazza dei Cinquecento non è sfuggito alle perspicaci autorità. Così, da qualche tempo, accanto alla stazione c'è un posto di polizia e una pantera col motore acceso. Sopra ci sono due agenti che devono essere molto popolari, perché non manca mai qualcuno che si ferma a chiacchierare per ore con loro. Ogni tanto esce una pattuglia armata e fa uh giro nei giardinetti, controlla i documenti delle persone sospette e se sono scortati dal furgone blindato qualcuno se lo portano via. Prima c'erano molti più spacciatori e borsaioli in giro. Le poliziotte in particolare sono estremamente meticolose. La loro gentilezza raggela. Più d'un immigrato clandestino si è rassegnato senza discutere sentendosi rivolgere la parola da quelle signorine decise. Fanno un bel salto persino i garzoni mandati a sbrigare qualche incarico, che si sono fermati ad accendersi una sigaretta, fantasticando di straniere strafighe che non ce la fanno a trascinare la valigia e chiedono aiuto proprio a loro, latini a denominazione d'origine controllata. Così poi la notte c'è un pestaggio in discoteca tra romanisti e laziali e loro risultano vincitori e le straniere si eccitano ammirate, e magari sono di Los Angeles e ne hanno viste tante, ma mai così gagliarde, e poi giù a darci; con un graffio che il mattino dopo in negozio gli chiedono cosa gli è capitato e loro fanno lin sorrisetto sprezzante. Beh, la prossima volta fumeranno al bar, tanto in Piazza dei Cinquecento è da un pezzo che non si rimedia niente. Bisogna anche rilevare che sono completamente cessati nel quartiere i furti di cabine telefoniche. Pare abbiano pizzicato la banda che s'era organizzata a sbullonarle dal suolo, risistemarle in un'officina e venderle come box per docce. Andavano da pazzi le docce SIP. Senza contare che volendo piatzavano anche gli apparecchi (una volta svuotati delle monetine) come decorazione postmoderna, e un tipo originale s'era fatto addirittura· montare il getto d'acqua dalla cornetta del telefono, sostituendo il tubo flessibile. Sono state riattivate (almeno fin quando qualche teppista non le scasserà di nuovo) anche le cabine sull'angolo della piazza, dalle quali Maria Luce salpa per attraversare in diagonale, con molta prudenza, i contraddittori flussi di auto e persone. Domani è il compleanno di suo marito. Sono stati fidanzati per sette anni e ora sono sposati da tre mesi. L'altro ieri hanno litigato per la prima volta dopo il matrimonio, a causa di un mobile ingombrante che la madre di lui voleva si portassero via e lei invece non intendeva assolutamente mettersi in casa. Una casa piccola, ma amorevolmente studiata in ogni dettaglio, ch1;:si è consumata per arredare con garbo. Insomma, una sciocchezza. Ma lei ne soffre e farebbe qualsiasi cosa per cancellare l'episodio. Maria Luce non vuole nuvole. Allora ha preso mezza giornata libera dal lavoro senza dirlo al marito; ha già le teglie in forno; si è messa d'accordo con una coppia d'amici simpatici perché arrivino di sorpresa a cena, facendosi trovare sul loro portone; ha indossato un vestitino nero attillato, con un paio di calze nuove, che mostrano un pizzo con intrecci a forma di cuore se appena si alza un po' l'orlo della gonna. Ora sta cercando un regalo con 10

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