Deve avere lo stomaco ridotto come una pellaccia tutta strapazzata. Si vede che però adesso ha deciso di essere ragionevole, senza scaldarsi troppo. Così di colpo, mi dice che devo annullare la visita di Nadia. "È semplice. Basta che scrivi due parole e spieghi che si è trattato di un malinteso." Ed ecco allora la mia reazione: "Non ci posso credere! Ma come? Neanche per sogno! E perché, poi?" Cristo santo, ma possibile che io non possa morire? Eppure Dio solo lo sa quante volte ci ho provato! "Perché vedi Nina, non, sono affatto preparata a tutto questo. Sinceramente non so mica se mi va di conoscere questa tua sorella. Lei per me è il simbolo del tradimento di tuo padre." Tolgo dal tavolo la marmellata senza zucchero (e senza conservanti). "Simbolo?" le dico. "Ma Nadia è una persona!" Mamma intanto si mette l'impermeabile e raccoglie i compiti corretti la sera prima. A guardarti sei così scialba, sto quasi per dirle. Lei mi bacia sulla testa. Le ragazze della sua scuola la adorano. Per loro è davvero fantastica. Ma io sono molto dura con lei. Sentite un po': "Ma', Nadia invece verrà, o sennò ti giuro che me ne vado io. E stai sicura che se esco da quella porta ricominciamo un'altra volta con la roba e le marchette." Lei allora lascia cadere la borsa. Si siede. Scaraventa sul tavolo le chiavi della macchina: "Nina, ti supplico." II Heathrow. Sono ormai tre ore che io e mamma siamo con le facce sprofondate tra le frittelle. La gente si riversa dall'uscita con un'aria da detenuti appena rilasciati, e va a finire tra le grinfie di parenti che si sbracciano e di autisti muniti di cartelli con su scritta roba come: Benvenuto Ngogi (Nigeria). Ma di Nadia neanche l'ombra. "Il mio giorno libero", dice allora mamma, "e lo vado a passare in un aeroporto." Poi a un tratto. Eccola. Arriva. È lei! Sono sicura! Comincio a saltare come una matta agitando le braccia! È lei, è lei, no, e come no! Finalmente! Oh Dio, la mia immagine allo specchio! Ma è mia sorella! Subito tutt'e due ce l'abbracciamo, e mamma di colpo si mette a piangere, le comincia a colare il naso, e non riesce più a tenere . a freno la lingua. Ma ecco che anch'io piango, senza ancora neanche sapere chi diavolo mi sto tenendo appiccicata addosso a· quel modo. Finché, di nascosto, finalmente le do un'occhiata. Tu. Ogni giorno svegliandomi ho provato ad immaginare la tua faccia, e adesso sei qui, che a piccoli scatti ti guardi intorno nervosa e non dici quasi niente, mentre noi t'infradiciamo tutta. Solo adesso _mirendo conto che non so proprio niente di te, e cominci a rendermi molto nervosa. Sei più bassina di me, e anche meno carina per la verità. Hai il naso più grosso, ovviamente la pelle più scura, e poi una bella lastra di capelli appiccicata alla schiena come un pezzo di cioccolata. Mi ero immaginata, non so perché (un pregiudizio bello e buono, suppongo) che saresti arrivata vestita come una vera e propria pakistana: i pantaloni larghi larghi, il corpetto lungo, e una sciarpetta leggera tutta svolazzante. E invece hai STORIE/KUREISHI addosso un paio di normalissimi jeans e una maglietta di un blu sbiadito - tutt'al più sembra che arrivi dalla periferia. Ci penso io. Saliamo in macchina e Nadia si siede avantt mentre mamma appena può le dà un'occhiata. Ma a un tratto, non può proprio fare a meno di chiederle notizie di suo padre. "Oh, sta bene grazie", risponde Nadia. "Papà è sempre lo stesso, sai Debbie. Si può dire che non è cambiato affatto." "Ma noi non lo vediamo quasi mai" dice allora mamma. "Capisco" fa Nadia; · "Così" continua mamma, "per la verità non sappiamo cosa vuol dire che è 'sempre lo stesso'." Nadia intanto guarda dal finestrino la vecchia cara Inghilterra, tanto verde e monotona. Mentre io invece, sto sulle spine perché temo che mamma pianti il muso come al suo solito. Dopo di che, niente più sguardi furtivi per un po'. Ed ecco che a un tratto scoppia l'euforia di Nadia alla vista delle nostre strade. "Che belle strade avete qui! Così piane, larghe, e poi così lunghe." . "Certo, e vanno dappertutto", le dico io. "Che bello! Dappertutto!" Dio mio, ma non avranno nemmeno delle fottutissime strade laggiù? A quel punto Nadia si mette a parlare a bassa voce, e ci tocca piegarci verso di lei per riuscire a sentire qualcosa sulla salute di Giovani inglesi do "Gronto".
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