Linea d'ombra - anno IX - n. 64 - ottobre 1991

NINA E NADIA O: con la tua lingua ficcata in gola Hanif Kureishi traduzione di Bianca Lazzaro Se proprio lo volete sapere, non mi reggo più in piedi e puzzo da morire, ma mi hanno detto che per qualche giorno non posso farmi il bagno, così mi tocca tenermela, la puzza. Ieri mattina piangevo come una fontana e quando la signora che stava lì mi ha chiesto l'indirizzo in càso di bisogno me lo sono inventato. Mi hanno detto di spogliarmi e fatto mettere un camice bianco, poi mi hanno misurato la temperatura e la pressione almeno cinque volte. Dopo di che l'infermiera mi ha messo su una sedia a rotelle e mi ha portato in una stanza verde dove c'era il dottore. Ci chiamava tutte "Signore" e faceva battute sceme. Qualcuna infatti cominciava a scocciarsi. Era indiano, purtroppo, e mi guardava in un modo strano come a dire: "E tu che ci fai qui?". Ma forse era un'idea mia. Mi hanno fatto stendere su un tavolo e mi hanno ficcato un ago o due nel braccio sinistro. Ho sentito una vampata in faccia e ho cercato di dire qualcosa. La prima cosa che ricordo è che mi sono ritrovata in un'altra stanza con un'infermiera che mi diceva: "Svegliati, cara, è tutto finito". Il dottore allora mi ha palpato la pancia con un dito e ha detto: "A posto". Mi sono accorta che mi sentivo aggressiva. "Ma lei 'sta cosa la fa tutti i giorni?" gli ho chiesto. Mi ha risposto che non faceva altro. Ci hanno svegliato alle sei: fuori c'erano diversi ragazzi impacciati.e morti di sonno che aspettavano. Ho preso l'autobus e me ne sono tornata alla casa occupata. Qualche mese dopo ci hanno sbattuti fuori e sono dovuta tornare da mia madre. E così eccomi di nuovo qua: sto scrivendo queste cose con un piede appoggiato sul tavolo e mi sento tanto una pittrice. Sorseggio dell'acqua con dentro una fettina di limone. Sono al tavolo della cucina e tutt'intorno a me ci sono dei vasi in cui crescono erbe aromatiche. Almeno la casa è pulita, anche se, malridotta com'è, casca a pezzi. Ci sono foto delle amiche di mamma del partito laburista e del suo piccolo gruppo femminista; c'è il ritratto di Newton fatto da Blake accanto ai disegni delle alunne della scuola di mamma. Ci sono libri dappertutto, sul metodo Alexander, il metodo Suzuky e tutti gli altri metodi del mondo. E poi c'è il suo amichetto. Ebbene sì, lo sceneggiatore televisivo di sinistra (figuriamoci!) e famigerato sbevazzone Howard Coleman è seduto proprio qui davanti amementre1o immortalo con lamia biro. Si sta rileggendo una delle sue sceneggiature, fuma e gira le pagine con calma, ma la cosa insopportabile è che continua a ridacchiare. Meno male che mamma sta per tornare da un momento all'altro dalla scuola cattolica per ragazze dove insegna. È stato proprio Howard a chiedermi di scrivere questo diario, a dirmi butta giù qualcosa di quello che succede ..Nadia, la mia sorellastra, sta per arrivare dal Pakistan per stare un po' con noi. Déscrivi l'intera faccenda; mi ha detto Howard. Se ora lo poteste vedere, verrebbe da ridere anche a voi, sul serio. Ha più o meno quara:ntatre anni, porta una giacca di pelle che scricchiola tutta, dei jeans col cavallo che gli arriva alle ginocchia e scarpe da ginnastica con certe suole che sembrano materassi. Pare sempre uno che non si è mai comprato una cosa nuova in vita sua. O se se l'è comprata, viene da pensare che appena la porta a casa çial negozio la butta subito per terra, ci svuota sopra il secchio della spazzatura e ci cammina su con un paio di scarponi sporchi. Per lui i vestiti sporchi sono una questione di politica. Ma ecco il pezzo forte. Howard si sta facendo una canna. Ha tutto: la scatoletta di latta, le cartine, e quelle sue dita tozze e gialle con cui non fa che arrotolare, l~ccare, giocherellare, dare dei colpetti, accendere, spegnere -e riaccendere spinelli tutto il giorno. Questa tiritera va avanti perfino quando è a letto con mia mamma, magari anche quando le sta sopra. Una mattina sono entrata a curiosare in camera sua e ho trovato il posacenere accanto al letto, col preservativo sopra le cicche. Oh Signore, adesso s'è pure messo a far sì con la testa mentre mi guarda che scrivo! Perché, vedete, lui è tanto entusiasta quando vede che la marmaglia qualunque cerca di esprimersi, specialmente le ragazze senza speranza come me. Ecco, ora siamo qui a scrivere e un attimo dopo siamo in strada sulle barricate. Howard viene a trovare la mamma ogni venerdì. A onor del vero, tu, eroico Howard, la porti sempre in qualche posto un po' vivace, magari il locale più alla moda del momento (mica male perun' insegnante morta di fame). Al ritorno, le slacci il reggiseno e cominci a infilarle le mani su per il maglione, mentre lei se le riscalda giù per i tuoi pantaloni. Una volta vi ho sorpresi nel bel mezzo di questa scena! Subito dopo questi

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