Linea d'ombra - anno IX - n. 64 - ottobre 1991

0' MALLEY TUffOFARE Beryl Bainbridge traduzione di Stefania Tomassini Beryl Bainbridge, nata a Liver-pool nel 1934, exattrice di teatro poi passata all'editoria, pubblica il primo romanzo ilei 1967. La sua produzione - dodici romanzi, una raccolta di racconti, vari drammi televisivi e sceneggiature cinematografiche - è tuttavia scarsamente nota in Italia, dove non è mai stata tradotta. I romanzi, spesso costruiti secondo i moduli della black comedy, presentano atmosfere tese pronte a sfociare in atti di violenza imprevis'ta. Gli scenari ambientati all'epoca della seconda guerra · mondiale o dell'Inghilterra contemporanea, in situazioni di vita familiare suburbana, sottolineano il senso di minaccia incombente. Tra i romanzi principali, Hariet Said, The Dressmaker, The Bottle Factory Outing, Sweet William, Young Adolf, e il recente 1,n Awfully Big Adventure. O' Malley fece entrare in casa la ragazza e le mostrò la stanza al secondo piano. Aveva messo l'annuncio nella vetrina del tabaccaio soltanto quella mattina, e aveva già visto tre persone. Due erano giovani impiegate e il terzo un giovanotto che aveva riso e scherzato per tutto il tempo mentre salivano le scale. Né le due donne né l'allegro ragazzo gli erano sembrati adatti per la stanza. Su questo O'Malley non aveva dubbi. Mrs. Damley, la proprietaria della casa che era ritornata a Dublino perché le tasse la stavano uccidendo, si fidava completamente di O'Malley in fatto di inquilini. Lui aveva un fiuto particolare nello scegliere le persone giuste, persone solvibili sulle quali si poteva contare perii versamento in banca dell'affitto mensile, persone precise come un orologio. Persone che inoltre, quando se ne andavano lasciavano la stanza come l'avevano trovata, o in qualche caso addirittura in condizio11imigliori. Non che qualcuno avesse mai voluto andarsene, nessuno almeno degli occupanti del piano terra, del primo piano o dei piani superiori. Tutti dicevano di essere stati benissimo nella casa e che non avrebbero mai dimenticato il periodo passato li. Se non fosse che si sposavano o trovavano lavoro in un'altra parte del paese o per la nascita di un bambino, neanche una mandria di cavalli selvaggi avrebbe potuto trascinarli via di li. Non era una casa dall'aspetto particolarmente interessante: l'impianto idraulico andava riparato ed era sempre un problema avere la casa calda d'inverno. Gli inquilini però si affezionavano alla casa e molti ritornavano nel corso degli anni, solo per vederla per una mezz'oretta, o giù di lì, e qualche volta, trascorrevano gli ultimi cinque minuti in piedi nel giardino. davanti alla casa a fissare le finestre su in alto, con un sorriso sulle labbra ripensando al passato. C'era ancora il vetro colorato nella lunetta sopra la porta. Comunque l'affitto del secondo piano era sempre stato un problema. Trovare la persona giusta era una fonte costante di preoccupazione per O'Malley. Nessun inquilino era mai rimasto a lungo al secondo piano, parecchi se ne erano andati dopo poche settimane e di sicuro nessuno di loro sarebbe mai tornato. O'Malley aveva fatto ridipingere la stanza tre volte in altrettanti anni, sperando di rompere una sorta di disegno. Si era anche incaricato di scegliere un letto nuovo, facendolo pagare a Mrs. Damley, e aveva voluto sostituire la vecchia stufa a gas cori un termosifone elettrico. Mrs. Damley si era opposta all'idea; pensava che ciò sarebbe stato in contrasto con il carattere della casa. Inoltre ci sarebbero voluti nuovi contatori. Forse O' Malley avrebbe dovuto potare alcuni rami dell'albero del giardino sul retro, aveva suggerito la donna, in modo da rendere la stanza un po' più luminosa, meno buia d'inverno; ma O'Malley si era rifiutato categoricamente. Aveva parlato al telefono con Mrs. Damley e le aveva detto che non voleva neppure sentirne ·parlare. "Sto solo parlando di un ramo", aveva sostenuto lei. "Due al massimo. Non di tutto l'albero". "Mai e poi mai", aveva risposto O'Malley, e quella volta Mrs. Damley aveva lasciato cadere la questione. O'Malley non era al servizio di Mrs. Damley. Era uri inquilino, non un guardiano. Si prendeva cura della casa e degli interessi di Mrs. Damley perché lei non abitava più sul posto e perché gli piaceva rendersi utile. Era servizievole per natura. O'Malley non era proprio sicuro che quella ragazza fosse adatta per la stanza. Non era un po' troppo assoi;ta in se stessa, leggermente distaccata: nel modo in cui esaminava il mobilio, il letto nuovo, il tappeto nuovo di zecca davanti al camino? Non era forse il tipo di persona che pensava che il mondo le dovesse qualcosa e che alla fine avrebbe fatto lo scherzetto di infilare le posate e le lenzuola dentro lo zaino? Naturalmente, poteva trattarsi solo di un atteggiamento. Solitamente riusciva a capire dai loro occhi se erano adatti o no, ma questa portava gli occhiali da sole.Non riusciva a dedurre niente dal modo in cui era vestita. Aveva delle toppe sui pantaloni e la camicia aveva bisogno di essere lavata. Una scarpa aveva un pezzo di spago al posto del laccio. Ma allora, anche la signorina Tempie del primo piano portava maglioni pieni di buchi eppure era la figlia di un baronetto. "Ha deciso di prenderla?", azzardò O'Malley. "Perché no?", disse la ragazza. "Suppongo voglia un mese in anticipo". "Sì", disse lui e la ragazza pagò con un assegno firmato "Edith Carp". "Come mai è così a buon mercato?" domandò la ragazza mentre se ne stava in piedi accanto al fornello a guardare l'albero fuori la finestra. Tese le braccia per chiudere la finestra. "È inchiodata", le disse O' Malley, "È 'una vecchia casa e le intelaiature non combaciano più. Non ci interessa arricchirci, vogliamo solo coprire le spese. Vedrà che non sarà facile riscaldarsi. C'è un contatore nell'armadietto sotto il lavello. Praticamente inghiotte i soldi". "C'è qualcos'altro che io debba sapere?", chiese la ragazza.

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