È PROPRIO PICCOLO IL MONDO Incontro con David Lodge a cura di Maria Luisa Bignami DavidLodge, scrittore inglese nato nel 1935, è stato professore di Letteratura Inglese dal 1960 all'Università di Birmingham (quella che diventerà "Rummidge" nei romanzi). Nel 1987 ha lasciat_ol' insegnamento per dedicarsi intieramente ali' attività di scrittore. Ha pubblicato i romanzi The Picturegoers ( 1960), The British Museum is Falling Down (1965), Cinger, You'reBar-my, Out of the Shelter · --~-~- (1970), Changing Places (1975) How Far Dav1d ~odge il una foto d1Miriam Berkley Can you Go? (1980), (Arch ,vages Small World(l983),Nice Work(1988). Gli ultimi tre sono stati pubblicati in Italia da Bompiani con i titoli di Scambi (1988), Il professore va al congresso (1990) e Ottimo lavoro, professore (1991). Come egli stesso dice nell'intervista che segue, alla pubblicazione di opere narrati ve Lodge ha alternato libri di critica letteraria (soprattutto sul romanzo), che ne fanno oggi una delle figure più interessanti del panorama inglese della riflessione letteraria, per il modo in cui ha saputo coniugare la tradizione empirista inglese con le espressioni più originali della critica di tradizione formalista elaborata nel resto d'Europa. Ricordiamo a questo proposito The Novelist at the Crossroads , The Language of Fiction (1966), The Modem Writing (1977), Working with Structur:alism ( 1981 ), sino al recentissimo After Bachtin del 1989. La narrativa parte dai temi della sua educazione cattolica, quindi di colui che appartiene ad una minoranza (in The British Museum is Falling Down), passa ali' esperienza del servizio militare, che ormai è una curiosità storica in Inghilterra dopo che esso è stato abolito (in Cinger, You're Barmy), sino a collocarsi nell'ambito della cosiddetta "campus comedy" negli ultimi tre romanzi. Si tratta di un sottogenere abbastanza diffuso nella narrativa inglese degli ultimi decenni, che in Lodge prende la forma di storie apparentemente paradossali .:_ ma in realtà improntate ad un divertito realismo - ambientate nel mondo a volte un po' claustrofobico delle cittadelle universitarie; con l'occhio dell'entomologo, Lodge coglie · qui i tic di quella fauna peculiare. Sapendo, come sappiamo, che Lodge è in realtà egli stesso uno degli accademici di cui vengono dipinti gli assurdi costumi - assurdi se osservati dal]' esterno, dal mondo dei comuni mortali - si capisce come la sua attività di critico lo abbia aiutato a prendere le misure del suo stesso mondo. L'ultimo romanzo pubblicato fa proprio questo, mette a confronto una protagonista femminile, che è una giovane accademica, e un protagonista maschile, per contro, che dirige una grande industria metallurgica. Al di là del curioso rapporto - non solo amoroso -che si sviluppa tra i due, è proprio ladifficoltà di comprensione reciproca dei due mondi che affascina il pubblico, difficoltà che a prima vista lascia stupito il lettore abituale di Lodge, perché il punto di vista del racconto e dei suoi valori si colloca fondamentalmente presso il maturo dirigente e nel mondo che egli rappresenta, piuttosto che presso la giovane studiosa e l'università che si penserebbe universo più familiare all'autore. Si tratta naturalmente qui di un bilancio provvisorio, perché nell'intervista che segue - e in cui ci sembra che egli parli di sé in modo molto aperto - Lodge annuncia due nuove opere, una commedia ed un romanzo, sostanzialmente sconosciuti anche al pubblico inglese. Vorrei parlare soprattutto di lei e del suo lavoro in rapporto all'Italia. In una precedente intervista, lei ha definito Ottimo lavoro, professore un romanza sulla condizione dell'Inghilterra: lei ritiene che questo possa generare difficoltà nell'accoglienza della sua opera all'estero? Il romanzo sulla condizione dell'Inghilterra ("condition of England nove!") è un genere specifico dell'Inghilterra ottocentesca, ma questo genere viene spiegato all'interno del libro e penso che anche molta gente in Inghilterra non abbia mai sentito il termine, che è essenzialmente un termine accademico. Perciò non penso che il lettore europeo trovi una difficoltà sensibilmente maggiore rispetto al lettore inglese. Io cerco di scrivere libri che contengono già tutte le informazioni necessarie ad essere capiti: infatti la protagonista di Ottimo lavoro, professore fa proprio una lezione sul romanzo sulla condizione dell'Inghilterra, così i lettori sono in grado di capire lo scherzo, il gioco che viene messo in atto tra il mio romanzo moderno e quelli specifici dell'Ottocento. Questo vuol dire che, per quanto lei può capire, tutti i suoi romanzi possono essere compresi al di fuori dell'Inghilterra? Naturalmente per me è molto difficile dirlo; il fatto che vengano pubblicati e ricevano recensioni favorevoli fa supporre che una gran parte di quello che ho scritto arrivi al lettore. Penso che inevitabilmente alcune cose si perdano, perché io scrivo molto sul costume inglese e il costume, in varie classe e regioni, è diverso e molto specifico dell'Inghilterra. Probabilmente in parte ciò apparirà misterioso a dei lettori stranieri, ma forse questi leggono i miei libri proprio per capire come è la vita in Inghilterra. Ora parliamo del suo stile. I recensori tendono a definirla un; autore comico: so che "comico" copre una varietà di significati, ma io non sono d'accordo sul modo in cui lei viene definito "comico"" (anche se nei suoi romanzi ci si può fare qualche risata di gusto), Vorrei il suo parere su questo punto. Alcuni dei miei libri sono più scopertamente cornici di altri, alcuni non li ho scritti affatto con l'idea di scrivere un romanzo comico. I più conosciuti, quelli che hanno più successo, sono forse i I)iù cornici, Scambi e Il professore va al congresso li definirei romanzi cornici. Ottimo lavoro, professore credo sia essenzialmente un romanzo realistico che usa il comico qua e là. Questo che ho appena scritto è dello stesso genere, non è un romanzo comico, nel senso che tutto l'insieme sia inteso al divertimento, ma usa il comico qua e là. Credo vi sia sempre .stata una vena comica nel mio lavoro: a volte un intero libro è organizzato attorno all'intenzione di far ridere, altre volte si tratta semplicemente di uno dei livelli. Il mio parere è che sia il comico, sia la parodia - che lei pure usa nei suoi romanzi - definiscono un mondo di valori morali e quindi la mia prossima domanda è: come pensa che il suo lavoro si leghi alla tradizione morale del romanza inglese? "Morale" è un vocabolo che mi mette sempre a disagio, in
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