Linea d'ombra - anno IX - n. 64 - ottobre 1991

STORIE/P'ECUCH . Russo non è una nazionalità è uno stato d'animo. niente fosse gli ho sparatq con laMakarowa. No, non proprio come se niente fosse: quella vipera stava strisciando verso di me con un affilacoltelli e allora io l'ho steso lì dov'era: era un uomo, e adesso . è un mucchio di carne e di budella. Ora quel disgraziato mi tormenterà, mi strazierà l'anima, mi toglierà la pace per l'eternità. - Certo è spiacevole, - dissi di nuovo con un'espressione indefinita, stappai una bottiglia di vodka e la versai nei bicchierini sfaccettati di cui mi servo di preferenza per il caffè, la vodka e tutto quello che si beve. - Spiacevole non è la parola giusta! Credimi: ho la sensazione che la mia vita sia finita! Capisci: ho ucciso un bandito e la mia vita è finita. La sua è finita davvero, la mia in senso figurato, benché, lo sa il diavolo, forse anche la mia vita è finita davvero, e non, sì, come si dice, in senso figurato. Donde traggo la conclusione: uccidere unuomo equivale a uccidere se stessi, anzi, in primo luogo se stessi, giacché della propria morte l'ucciso non ne sa niente. - Quel che è più interessante è che uh pensiero analogo,- dissi, - fu espresso oltre cent'anni or sono da Dostoevskij. Ricorda, in Delitto e castigo: "Forse non ho ucciso la vecchia, forse ho ucciso me stesso"?! Comunque beviamo. Brindammo, bevemmo la vodka e sospirammo di piacere. - Onestamente, debbo dire che Dostoevskij io non lo conosco,- ammise Sviridov, - e per un cittadino questa è certamente una vergogna. Ma è chiaro che era un tipo perspicace, capiva le cose. A meno che anche lui non avesse ucciso qualcuno. - I biografi di Dostoevskij non ne parlano, ma è evidente che alla base della sua gigantesca opera letteraria sta un delitto spaventoso, anzi, non tanto spaventoso quanto vergognoso. Quello che non riesco proprio a capire è come mai un uomo come Fedor Michailovic, che credeva con tanto fervore, non potesse trovare pace a quell'idea semplicissima e direi tranquillizzante, accessibile a qualunque vecchia bigotta: è possibile che là, ovvero diciamo, da nessuna parte, il morto ammazzato stia molto meglio che tra noi! Perciò mi domando: non starà meglio nella tomba il suo terribile bandito? "Eccolo qua, l'incontro con il sublime!" pensavo nell'esporre a Sviridov questo testo: due tizi qualunque, tormentati dal modo di essere socialrusso stanno in cucina, bevono qualche vodkuccia e parlano... non certo della vendita generalizzata di sapone da bucato, ma se hanno da sviscerare Dostoevskij ... ! - Forse sta meglio, - disse Sviridov, - ma non lo si può verificare. - Come, non lo si può verificare? E lo spiritismo a cosa servirebbe? Brevemente descrissi a Sviridov il settore dello spiritismo che riguarda le sedute con il tavolino. E mai mi sarei aspettato che un rappresentante di una professione materialistica com'è quella di chi deve far rispettare l'ordine pubblico si entusiasmasse tanto all'idea di incontrare la sua vittima tramite un comunissimo tavolino. Organizzammo dunque una seduta; passammo forse un'intera ora a evocare lo spirito dell'ucciso, vuotammo per metà anche la seconda bottiglia di vodka, ma lui, cocciuto, non si faceva vivo. A un tratto squilla il telefono, sollevo il ricevitore e sento la più sacramentale delle domande: - Avete chiamato un idraulico ? Ricordavo benissimo di non aver chiamato nessun idraulico; era perciò chiaro come il sole: ecco il criminale di Sviridov che rispondeva all'appello. Dissi allo spirito che lo aspettavo con impazienza e con aria tra minacciosa e trionfante comunicai al mio compagno di bottiglia che a quanto pareva da un minuto all'altro sarebbe arrivata la sua vittima. Certo non immaginavo che venutosi a trovare a faccia a faccia con l'aldilà il poliziotto Sviridov avesse paura e se la svignasse, ma invece fu proprio così: ebbe paura e se la svignò. Vatti poi a fidare della polizia ... L'apparizione mascherata da idraulico arrivò davvero e piuttosto presto. Stava per precipitarsi in cucina verso il rubinetto, ma io dissi: -Non c'e bisogno di gettare fumo negli occhi, non siamo nati ieri, piuttosto si segga e prenda un bicchierino di vodka, purché là da voi si beva. - Da noi si beve dappertutto, disse l'apparizione e si sedette. Prendemmo la dose eio continuai: - Stavo discutendo con il colpevole del suo, diciamo così, essere ultraterreno, che là si sta meglio che qui tra noi. Come commenterebbe questa ipotesi? - La posso commentare così - rispose il falso idraulico-: si sta bene dove noi non siamo. - Beh, noi non siamo nemmeno dietro un filo spinato, e non mi dirà che li si sta meglio. - Sì,.si sta meglio, glielo dico per esperienza. Tutto il giorno all'aria aperta, rancio tre volte al giorno, un certo ordine. - Mi scusi, come debbo chiamarla? - Il mio cognome è Vergilij. - Proprio così: Vergilij? - Proprio così: Vergilij. - Dunque c'è un piccolo errore: non ho me ... diu... midificato nel modo giusto. - Non la capisco. - Invece io la capisco benissimo. Giacche· lei è Vergilij vorrei cogliere l'occasione per chiederle un piacere: mi porti nel mondo dei morti ... Io naturalmente non sono Dante, mal' inferno interessa anche me profondamente. - L'inferno non c'è. - E che cosa c'è allora? -Non so nemmeno io come definirlo. Veda, c'è una sorta di esistenza rovesciata, come la composizione tipografica a il rovescio della stampa. D'altronde vedrà lei stesso, vogliamo andare? -Andiamo. In quello stesso momento l'ambiente intorno a noi si trasformò radicalmente: d'un tratto si rabbuiò e l'aria diventò freddissima, poi a poco a poco ritornò la luce e fece più caldo, finché non fui circondato da un'atmosfera umida, fragrante e quasi dolciastra che sembrava si potesse bere, come fosse latte. Intorno non notai niente di materiale: solo luce e aria soffocante. Anche il mio Vergilij in certo modo si spersonalizzò, per essere più esatti diventò una chiazza di luce accecante con aspetto suppergiù umano, in qualche modo un'ombra a rovescio, e io lo riconoscevo solo dalla voce. Poi vidi una gran quantità di simili antiombre che si aggiravano qua e là e chiesi a Vergilij: - E chi sarebbero queste? - Ma le anime- disse Vergilij. -Ah! Allora siamo in paradiso.

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