Linea d'ombra - anno IX - n. 64 - ottobre 1991

IL CONTESTO schemini scolastici (sciopero generale e occupazione dei luoghi canonici, le armi agli operai...) vengono sistematicamente disilhisi. È evidente che, mentre le parti in campo si lanciano minacce e si sfidano, ci sono intense tr~ttative segrete. Forse noi non comprendiamo neanche a sufficienza cosa può rappresentare la sindrome della carestia a Leningrado, il trauma di un assedio, forse viene di qui la preoccupazione di Sobciak ad assicurare gli abitanti che il pane non mancherà ... Mercoledì 21 agosto Sveglio all'alba, invidio Sonia che può dormire così profondamente mentre il mondo sta crollando. Facendo colazione, ne ho la conferma: cinque morti a Mosca attorno alla Casa Bianca, situazione esplosiva nei paesi baltici con l'Estonia che ha proclamato l'indipendenza. Riesco a captare Deutsche Welle, la BBC - e naturalmente la radio francese è latitante. La telefonata che ho sentito arrivare nella notte ai nostri ospiti era la consegna lanciata da Sobciak, e trasmessa di casa in casa - tutti gli uomini devono recarsi alle porte della città perché si annuncia imminente l'arrivo di carri armati. Nel nostro caso la telefonata veniva da una vicina, moglie di un signore che tutti sanno essere del Kgb. Katia non ha voluto svegliare Feliks, considerandolo troppo vecchio per questo tipo di esercizi. La mobilitazione è riuscita: secondo le ultime notizie i carri sono fermi lungo lo Tsarskoje Tselo (Puskin) d'illustre memoria. Più tardi, davanti al Soviet, constato come l'auto-organizzazione abbia fatto notevoli progressi rispetto al giorno prima: un'impressionante montagna di panini freschi è a disposta sul prato per i volontari venuti a difendere la sede, quelli della prima ora e quelli che hanno risposto a metà della notte all'appello di Sobciak. Ecco una notevole benché ironica isola di comunismo: nessuno si affretta né si spinge davanti a quest'atollo di gratuita e appetitosa abbondanza, in assoluta contraddizione con le leggi e i principi della vita sovietica di cui la regola aurea: serviti tu per primo, ché per tutti non ce ne satà. Lasciamo il teatro della storia per tornare alla nostra umile condizione di pedoni nella città dai campanili dorati. Non è senza un piccolo trasalimento interno che passiamo dall'altro lato dello specchio per ritrovarci nella nostra condizione di outsider, al meglio di turisti. Davanti al celebre monumento di Puskin di fronte al museo, ci torna in mente irresistibilmente I' "anekdot" classico: viene organizzato un concorso per l'elevazione di una statua a Puskin, e il terzo premio va a un progetto che mostra Lenin intento a leggere un libro di Puskin, il secondo a una statua di Puskin che legge un libro di Lenin, il premio a un progetto di stato di ... Lenin. · · Su un bidone dell'immondizia, proprio alle spalle di Puskin, qualcuno ha scritto col gesso: "Mio papà è comunista". È da segni microscopici di questo genere che si ha l'idea della irreversibilità dei cambiamenti avvenuti nella sensibilità dell'Urss: un'ironia molto scoperta, "post-comunista-moderna". Sulla prospettiva Nevskij una donna vanta e vende biglietti per un'escursione di poche ore a Tsarskoje Tselo, la resistenza estiva degli zar. Perché no, visto che è lì che i carri armati dei golpisti si sono fermati? La nostra diserzione turistica ha un buon argomento, un buon alibi. In cammino, dunque, verso le pompe e gli ori dell' Ancien Régime, aspettando cj1ebattano i tre fatidici colpi ... Di pompe, dorature, stucchi ci freghiamo altamente, e la spedizione ci riporta, alla fine, nel pieno delle nostre preoccupazioni.? Una visita organizzata secondo le modalità abituali, pre-golpe, ci permette di verificare ancora una volta come nella tradizione sovietica i cittadini rappresentino un bene dello Stato, come le forchette in ferro bianco dei "bufiet" e i Tupolev dell' Aeroflot. Sulla via del ritorno, non ci sono carri armati in vista, a eccezione .di quelli disposti, con involontaria ironia, dal fervore commemorativo dello stato sovietico: carri eroi della seconda .guerra mondiale, liberatori di Leningrado, su piedistalli di cemento ai confini della città; nei punti dove è stata fermata l'avanzata tedesca. Chissà quali maschie o sardoniche riflessioni ispira, se le cose van male, l'incontro furtivo con. questi nobili antenati agli equipaggi dei carri armati normalizzatori lanciati all'assalto della città ribelli ... Di ritorno sulla prospettiva Nevskij decidiamo di fare una deviazione verso il palazzo del municipio, per sentire le ultime notizie ..Valera è sempre al suo posto, fedele e coi tratti un po' stanchi, ll;lsigaretta fumata in modo più febbrile. Finge di indignarsi per la nostra scomparsa, ma ci tiene soprattutto a darci . notizie strepitose: il Comitato per lo stato d'emergenza si sarebbe dissolto (Ò è stato dissolto?), abbandonato dall'esercito, i golpisti sarebbero in fuga, Gorbaciov sulla via del ritorno. Notizie non confermate, ma si direbbe che il vento sia decisamente cambiato. L'atmosfera davanti al Palazzo Maria si è come alleggerita, si è scaricata dell'elettricità ambiente, l'insonnia e l'emozione rendono Valera sentimentale ed egli ci abbraccia e si congratula, si scusa ancora le mille volte per averci abbandonato alla nostra solitudine turistica. Di ritorno a casa, troviamo Feliks e Katia seduti davanti alla televisione che conferma le buone notizie. Il dramma annunciato si è come volatilizzato, eccoci proiettati io piena farsa: sono gli stessi "giornalisti" che hanno letto sinora a dirotto gli ukase che · salutano il ritorno di Gorbaciov, la caduta del "preteso" Comitato, e hanno dimenticato i morti della notte prima, l'idra del fascismo, lo spettro della guerra civile, il bagno di sangue ... Cambio di scena, la tragedia era solo ima farsa, i cospiratori degli ubriaconi e dei buffoni. Buffoni, anche, questi speaker che balbettano al . microfono di aver dovuto dire tante idiozie perché costretti dalla crudeltà dei golpisti, questi ministri e deputati che risuscitano uno a uno, che erano "malati" o "in ferie" quando i carri armati erano accampati davanti al Maneggio. Non passerà molto tempo che il felice concorso di circostanze, il miracolo provvidenziale grazie al quale la tragedia è diventata farsa verrà scritto e declamato come un. Iliade di cui Eltsin, Siobichak e alcuni altri saranno gli invincibili eroi e semidei ... Naturalmente, proclamando che Io Stato è Legge, è la legalità, contrapponendo la legittimità (del presidente eletto, delle istituzioni) alla forza, ai carri armati, contrapponendo lo Stato legale e legittimo allo Stato forte e violento, facendo questa dimostrazione (Hegel, sempre) sulla pubblica piazza, di fronte al popolo, questi uomini hanno certamente fatto compiere un passo gigantesco alla coscienza del buon narod russo. Gorbaciov è tornato, ha perso la cravatta e la sicurezza dice: la grande lezione di queste giornatt;, è che il popolo, dal 1985 a oggi è profondamente cambiato. Purtroppo, questa è sola la metà della verità. La politica sovietica resta teatro di grandi emozioni, "misteri" religiosi: ha bisogno di eroi e di mascalzoni, di colori, di riti, di simboli in quantità, di incantesimi e di incenso. E già adesso si parla del fallimento del golpe come di un giorno del giudizio, di Ianaev e Pugo nel pentolone dei demoni ... E l'acqua calda non c'è ancora.

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