Linea d'ombra - anno IX - numero 63 - settembre 1991

STORIE/SERGE Il mare blu saliva all'orizzonte, saliva come se la terra si capovolgesse, come se l'orizzonte del mare stesse per capovolgersi sulla terra ... Fu lento, se_mplice e terrificante. all'aria aperta, si muovono forme umane d'un nero intenso, spalle . curve sotto il sarape, grandi sombreros bianchi. Dal centro della piazza viene un rumore di folla, un calpestio di cavalli, un brontolio di motori, basso, soffocato dalla cenere. Attorno a noi: teste di piccoli cavalli tristi dagli occhi inespressivi, e teste di muli, rossastre ogni volta che un bagliore le sfiora, dagli occhi opachi, e facce di indios, e mani di mummie viventi che ci offrono con rozzezza capi d.i corda, "Prendete la mia bestia, Sefior, Sefiora". Siamo sommersi da una calca immobile di groppe, profili equini, bardature, maschere precolombiane vive ... Che emanano aliti alcolici. Un indio ubriaco con bocca spalancata e pupille torbide assilla una viaggiatrice, gli punta una corda verso il mento e ripete in·tono supplichevole che l'ascensione del vulcano sulla sua mula· costerà soltanto un peso, una piastra. Cavalieri di cui nell'oscurità vediamo soltanto i denti galleggiano sull'ammasso di bestie e persone, di cui anche noi facciamo parte. In fondo a una strada di case basse totalmente avvolte dalle tenebre intravvedo il radioso incendio rosso. Nubi infuocate zampillano dal cratere, si spengono, rizampillano, con un ritmo di esalazione e inalazione. · ...I miei amici sono partiti in carovana. Vagabondo solo per un bel po', incespicando in,un buio di cui non ho mai visto l'eguale. Rari passanti vanno.con un tizzone acceso in mano, una vecchia, una bambina ... La strega e l'angelo nero ... L'incendio lontano, soprattutto il suo ritmo, mi ipnotizza. Si dice io, me, ed ecco che ci si sente instabili, multipli, persi in una solitudine assoluta, sfiorati dalle cose, dagli esseri ... È sorprendente il non vedersi, il non sentire di sé altro che i piedi brancolanti; io sono soltanto la presenza appena sveglia di questa notte, di questo fuoco originario ... In una piega del mio ceryello un lavoro prende forma da solo e io, che quasi mai penso in versi russi, scrivo mentalmente, o piuttosto i versi si scrivono in me, sopra una reminiscenza del inio compagno d'altri tempi, il fucilato Nikolaj Stepanovic Gumilev: "Il nostro vecchio leopardo e gli uccelli infuocati/ si riconcilieran- · no su questa terra .../ Perché dunque fratello pensi a te stesso?/ In vino veritas? .../ Ma no, la verità è nel fuoco." ...Sebastian Lopez, sedici anni, abitante del villaggio, bel ragazzo meticcio, Spagnolo e Tarasco o Nahua, facendo oscillare una lampada da minatore mi guida attraverso lo strano canùnino di materia inerte, verso il cratere. La lampada ritaglia attorno ai nostri piedi un fragile cerchio di luce, impotente contro il nero assoluto. Ci inerpichiamo, scaliamo dune sprofondando talvolta fino alle ginocchia. Sebastian Lopez è un ragazzo picc.olo, serio, dal parlare ponderato, dalla voce sfumata. Intuisce che non sono americano. Si interessa alla guerra. "Quali paesi si battono contro quali altri, signore, mi chiede, e quali vinceranno?" Pare ignori che anche il Messico è in guerra. Ma perché? Contro chi? Con quali alleati? Ci sono troppe nazioni nella rissa, la gente di San Juan Parangaricutiro non riesce a raccapezzarcisi. Sebastian Lopez sussurra: "Y porqué, Sefior, tanta guerra?" (Perché una guerra così grande, signore?) "IL Messico vincerà?" Gli assicuro in buona fede che vi(\cerà... Mi sento un po' stupido. Avanziamo per alture e avvallamenti, distinguo che attraversiamo un bosco morto, completamente annìentato, sul fianco di una collina. Si avvicinano esplosioni e sospiri cosmici, come marciassimo verso una battaglia. Infine nella macchia degli alberi fantasma si rivela la curva nettamente disegnata del cratere orlato di fiammate purpuree che producono nuvole nere. Notte fonda. Su un'altura di fronte al cratere l'accampamento: qualche baracca di tavole dove si vende birra, caffé da prigione europea, cibi cotti su fornelli a carbonella. Turisti e cavalli.L'insieme è reale e irreale nello stesso tempo. L'abbagliante eruzione è al centro, delle tenebre e deJ tutto. La montagna vomita un fuoco d'artificio smisurato, monotono, insensato,· spaventosamente possente. Conoscete quelle cartoline di Natale che mostrano una finestrella rettangolare che brilla sullo sfondo di una notte nevosa ... Il panorama è simile, invece della neve c'è carbone opaco e seicento metri davariti a noi· una finestra. lucente, proprio ai piedi del vulcano, irrisoriamente vicina al braciere. Ci vado, solo. Sprofondo nella forra, la finestra sparisce. Posso soltanto camminare attravers.o le dune, verso il tuono ritmico e le fiamme zampillanti che invadono il cielo.L'aria è calda, vibrante. La finestra ricompare. È la baracca del Dottor Atl. Attraverso i vetri vedo il gruppo degli amici e un piccolo vecchio vivacissimo, dalla barba corta e grigia, che ride e gesticola. Somiglia al Blanqui degli ultimi anni, magari con la faccia un po' più stretta. Viviamo un momento di gioia luminosa nel ritrovarci è reincontrarci, come fossimo in capo al mondo; in una del_leultime baracche rimaste dopo un diluvio di lava .. Il Dottor Atl è spagnolo. Al suo bel nome castigliano, Gerardo Murillo, preferisce un nome d'elezione, preso in prestito al nahua: Atl, Acqua. L'acqua si infiltra, erode, trabocca, l'acqua è attiva, inconsistente, ostinata, passeggera; anche lui. Sessantotto anni, lineamenti fini e minuti, barba bianca che forma un cerchio attorno al mento, espressione guardinga, volenterosa, bonaria, sotto cui traspare qualcosa di accanito, forse folle, una ragione imperiosa che domina tutto il re'sto - tutto ciò che può esser dominato, s'intende! - o un robusto pizzico di lucida pazzia. Ha unghie ritorte, dure e nere, mani virili e agili. È faunesco. Il suo vecchio completo accartocciato mostra sul didietro la tela della fodera. La sua stanza ha una sola ricchezza, la forte lampada a petrolio; dorme su una stuoia indiana, un petate, senza svestirsi, e si lava soltanto qualche volta. Si nutre di cibi cucinati sommariamente nell'aècampamento, beve il deplorevole caffé,che gli porta un'india di otto anni, che ci viene offerto con allegria e che resterà uno dei migliori caffé ch'io abbia bevuto nella mia vita. La baracca è ingombra di materiali da disegno e pittura, come uno studio di Montparna:sse: Su un cavalletto una gran tela su cui ha cominciato a dipingere. Il Dottor Atl ci mostra disegni del vulcano, a carboncino e a matita; sono estremamente coscienziosi, privi di qualunque impressionismo, danno una sensazione di contatto diretto.Atl vuol fare opera documentaria, per lo studio; più avanti dipingerà, in dieci grandi tele, differenti aspetti del vulcano ... Ho camminato con qualche apprensione verso questa finestra solitaria. Del Dottor Atl conosco alcuni libri d'un antisemitismo delirante, alla Louis-Ferdinand Céline, ancora venduti nelle librerie di Città del Messico che simpatizzano per i fascisti. Ma una giovane francese che è con noi mi aveva detto: "È un vecchio ammirevole, bisogna perdonargli." Perdonare! Neppure Cristo perdonerebbe! Tuttavia il "perché non sanno quello che fanno'' in certi casi è valido. Scopro un vecchio a cui può essere applicato. Atl fu una delle personalità più notevoli della rivoluzione messicana, uno degli organizzatori della Casa del Popolo e del movimento · sindacale e dei battaglioni rossi che nel 1915 assicurarono la 87

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