Linea d'ombra - anno IX - numero 63 - settembre 1991

retorica, non voluto epilogo: sinceri nella vittoria come sinceri nel tumulto di tre giorni di oscurità, di amarezze, di dubbi. lo mi tormento certo troppo. L'autocritica non mi lascia mai. È vero che non io soggiaccio all'autocritica, ma questa a me - di solito. Cioè non è la sensazione fugace dell'istante che diventa volta per volta, percepita, centro della mia vita, nel quale caso ci sarebbe uno squilibrio, ma sono io, cioè tutto lo spirito mio che avverte la sensazione e la inquadra nell'attività generale. E questo è bene. Ma quando c'è debolezza, stanchezza, allora ecco il demone (che in questo caso sarebbe la povera sensazione) che mi riprende. Per molti succede la catastrofe. Non può essere per me poiché il centro vitale è saldo; la stanchezza è solo episodio. Dunque avanti nella lotta, amore mio! La rivista va bene. [...] 1) Scritto in caratteò ciòllici, secondo una loro consuetudine. 2. Ada a Piero [Ceres,] 4 settembre 1919 Mi ha fatto tanto bene il tuo grido di vittoria e di fede: mi ha dato fremi ti e vita. E non sono più triste, ma sento che la lotta è vicina, ma quanto più vicina è la lotta, tanto più vicina sarà la vittoria. L'analisi del mio stato d'animo deve risolversi anch'essa in attività, in azione: quindi sarà presto superata. Quella specie di pesante stasi che mi teneva in questi ultimi giorni è scomparsa: se tu sapessi, amore, quanta vita sento palpitare in me! A volte mi pare di essere ad uno svolto decisivo della mia vita; non so perché. Credo che superando questo momento acquisterò una forza che sinora mi è stata ignota: una forza che sia allo stesso tempo dolcezza e sappia trionfare di se stessa con calma fermezza. Ma ho bisogno di poter guardare bene in faccia me stessa, la mia vita nel suo più profondo significato, vedere senza tremare chi sono e ciò che posso e devo fare. Quindi, per una volta tanto, evviva l'analisi! Poiché non produrrà tristezza inutile, ma forza. Intanto trovo una straordinaria difficoltà nel comprendere la Logica del Croce. Ci vedo una grandezza di comprensione che non posso afferrare tutta d'un colpo. Ero quasi a metà: ricomincio, poiché vede che non l'avevo intesa interamente. Meglio poco e bene che tutto e male in filosofia, vero? Vuol dire che in caso la Pratica la leggerò a Torino. Ho convinto pienamente mio papà che faccio bene a non andare a scuola 1 • Da quando ha saputo che col 7 c'è la licenza senza esame, ha contiQuato a insistere, dicendo che a studiare da me avrei fatto fatica tripla e che come privatista avrei avuto grandi difficoltà a farmi promuovere. Gli ho risposto che preferivo far fatica per 10 ma sapere anche per 10 che far fatica per 1 e non sapere che per 1. Ha finito di convincersi del tutto: credo che da lui potrò ottenere quello che voglio. Son contenta che "Energie Nove" si metta bene. Ma ancora una volta ti dico: sinché fare la rivista è un esplicare la tua attività, va. bene. Ma quando divenisse una stanchezza e una fatica, sarebbe sciocco continuare. Vero, bimbo mio? Non è colpa di didì se le lettere tardano ad arrivare ed arrivano SAGGI/GOBEffl poi insieme, didì le scrive ogni giorno, ma non sempre può spedirle e non sempre la posta funziona bene in questo paese da capre. Ma se sono tristi 3 giorni senza didì, che cosa saranno 3 giorni senza Piero? lunedì, martedì, mercoledì? Tu che sei più libero, scrivi sovente, anche ogni giorno, se puoi. Mio papà non vede neanche la posta. E scrivi ciò che vuoi, ma per maggior prudenza i luoghi decisamente ... pericolosi, continua a scriverli in russo. Ci sono le foglie che cadono sul mio capo e un uccellino che pigola e pare che pianga. E c'è poi un altro piccolo uccellino che non piange, perché ha l'anima più grande dell'uccellino vero ma vuole anche lui e chiama teneramente, appassionatamente il suo nido. Un dolce nido fatto di due braccia protettrici che lo circondano e lo carezzano con tenerezza infinita. didì liubov 2 1) Ada, allieva del Liceo Cavour, avrebbe dovuto frequentare l'ultimo anno. ~ "amore", in russo. 3. Piero a Ada Roma, 24 settembre [1919] Piazza Pantheon Hotel Sole Ti scriverò poi di Roma, di questa sintesi di impressioni, di vita, di immagini. Ho fatto solo per ora una rapida corsa per tutta la città. Domani spero di mandarti una lettera. Sono naturalmente pieno di occupazioni e mai un momento solo. Domani parte Porri e avrò più tempo per pensare alle cose mie. Ho visto Prezzolini e stamane Sa/vernini. S'è fatto alla prima seduta del Convegno un ordine del giorno su Fiume, Oggi continueremo. Il momento è molto grave, non credo però decisivo. Avremo dittatura militare? Proletaria? Disordini? Può darsi tutto in questa Roma montecitoriale, fogna di delinquenza e di perversità degenerata. L'essenziale è che noi la spunteremo alfine. Siamo pochi, pochissimi. Ma abbiamo l'avvenire. Senza impazienze. Lavoriamo. Anche se non raggiungessimo scopi visibili anche se una tenebra di medioevo ci soffocasse. Anche se la morte prevalesse per ora sulla vita. Ho parlato con molti combattenti gente confusa, pericolosa. Rinnovamento morale senza contenuto. Quindi immorale. Scriverò a lungo. Saluti ai tuoi. Piero Cartolina postale da Roma, dove Gobetti si era recato per il convegno della Lega per il rinnovamento della politica nazionale. 4. Piero a Ada San Bernardino di Trana, 10 agosto [1920] Oggi ho avuto, come sapevo, due lettere tue .. E rileggendole vedo che c'è pure nella nostra lontananza, ieri deprecata, un elemento vitale che ci compensa della nostra tristezza e ci spinge ognora più run verso l'altro. Avviene in questo tempo in me e in te separatamente un tormentoso sforzo di autocritica, un'elaborazione di noi stessi 75

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