Linea d'ombra - anno IX - numero 63 - settembre 1991

SAGGI/GOBEffl riconosciamo ben definiti e rilevati i tratti del Gobetti maturo, quello che nella prodigiosa attività degli anni 1923-25, attraverso la "Rivoluzione Liberale", il "Baretti", la casa editrice riuscì ad aggregare intorno a sé i · nuclei di un'opposizione al fascismo, e insieme a promuovere un'ampia riflessione storica sulla guerra e sul dopoguerra, volta alla comprensione della crisi presente e alla ricerca di linee direttive per una rinascita politica. La genesi delle sue istanze di pensiero e di azione è cristallizzata nel colloquio con Ada di quei primi quattro anni. Dopo averlo percorso, il linguaggio a volte ermetico, allusivo, dei suoi scritti successivi, da/ miei conti con l'idealismo attuale (1923), alla citata introduzione alla Rivoluzione Liberale, a Illuminismo (1924) acquista nuove trasparenze, rivela il sostrato autobiografico, il persistente riferimento a un nucleo di esperienze intensamente vissute e soffertamente "superate". Infine, riflettendo su questa biografia intellettuale, avremo gli strumenti per analizzare alcuni elementi di grande rilievo: la profonda 'rinno.- vazione' del salveminismo, che contiene peraltro anche elementi di forte continuità (il 'nodo' della classe dirigente, la diffidenza per la forma partito, la forte propensione pedagogica, il moralismo). Poi l'infiammazione quasi febbrile di idealismo, prima assunto addirittura come norma di vita, poi depurato dagli elementi di attualismo e delle pretese sistematiche, in un graduale ritorno all'illuminismo. Inoltre, una feconda assunzione del metodo desanctisiano, precocemente assimilato, che nelle lettere viene applicato all'interpretazione di Dante e Leopardi con esiti spesso originali, e che gli fornisce non pochi elementi per la sua stessa critica all'idealismo. Ma il carteggio ci svela anche la dimensione personale di Piero e di Ada e questo è un aspetto assai rilevante, e assolutamente nuovo. Esso documenta infatti, nel suo complesso, le due fasi estreme della loro storia: il periodo di fidanzamento che, come accennato, comprende la parte più cospicua delle lettere (284 su 296 complessive) e quello del brevissimo esilio parigino di Piero, chiuso dalla sua morte (febbraio 1926). La fase intermedia, corrispondente agli anni del loro matrimonio, è documentata da ·unafonte diversa, a sua volta per più aspetti assai pregevole: tre diari di Ada, scritti tra il 1924 e il 1926, l'ultimo dei quali interrotto pochi giorni dopo la morte di Gobetti. Esso ci introduce alla dimensione "eccezionale" di un amore, vissuto come formazione e perfezionamento reciproco, e fondato sull'immagina-• rio dei due giovanissimi, a sua volta legato a una precisa cultura: AdaBeatrice, Piero-Siegfried. Il superamento di questo immaginario, nella con·oscenzaanche critica e realistica di sé e dell'altro, e nell'individuazione di terreni comuni di pensiero e di esperienza, si riflette compiutamente nella corrispondenza e nei diari,. Ne emerge pertanto ben definita la personalità di Piero, e si delinea viva anche la figura di Ada, non solo in funzione "complementare": oltre a scoprire infatti le radici della sua futura attività letteraria e politica, il carteggio rivela l'esperienza autonoma di maturazione di una donna nel difficile confronto con una personalità prevaricante.All'interno di questo percorso si possono individuare delle scansioni articolate e riconoscibili nel blocco delle lettere relative al 1918-22 che, riflettendo la fase di formazione dei due giovanissimi corrispondenti, registra le loro reazioni alle esperienze e una frequente modificazione di situazioni psicologiche. Sotto la sicurezza talora spavalda di Piero si avverte, infatti, l'interrogarsi spesso tormentato sulle proprie qualità e sulla propria volontà d'azione; mentre dalle tenere espansioni di Ada trapela la sofferta distruzione della sua sentimentalità adolescenziale, la ricerca sempre più inquieta di un ubi consistam. Possiamo riconoscere un primo periodo di fervore e di grande apertura verso l'esterno (19I8-20), nel quale acquista un particolare rilievo I' impegno a diversi livelli di Piero nel movimento salveminiano, che coinvolge anche Ada, col lavoro in "Energie Nuove". 74 Una fase successiva (estate 1920-1921), quasi opposta, di isolamento di Piero, consapevole del fallimento politico della "terza forza" liberaldemocratica, e di concentrazione in uno studio che vuole in qualche modo essere."matto e disperatissimo", in cui matura il progetto della "Rivoluzione Liberale". Questa severa disciplina si riflette sul suo rapporto amoroso, che assume un tono marcatamente pedagogico (francamente insopportabile!) portando Ada ad una tensiÒnee sofferenza che raggiunge l'acme nella primavera del 1921. Alla sua fresca spontaneità subentra d'allora in poi una certa timida convenzionalità, men- . tre, ali' interno di un percorso che Piero le ha segnato, ella cerca faticosamente un equilibrio tra vita affettiva e realizzazione intellettuale. Le lettere del 1922 documentano una crisi che Piero stesso definì "catastroficamente cosmica" e che segna il punto d'avvio della sua formazione: maturata nel periodo in cui la situazione politica precipitava verso la soluzione autoritaria, la crisi è determinata dal suo confronto con la realtà esterna, dal suo ripensamento di tutte le sue certezze e dall'individuazione delle strettoie della propria cultura. <:;onle lettere del dicembre 1922questa fase tormentata appare conclusa. Piero stesso ne è consapevole, e si dispone ad affrontare con serenità e sicurezza tempi oscuri e difficili. Ada, che ha maturato la scelta di essergli compagna altrettanto serena, si protende verso la libertà dell'imminente matrimonio. Sotto la patina un po' spenta delle sue lettere rassicuranti si avverte che il suo confronto è rimandato alla loro ormai prossima vita comune, dove avrà modo di affermarsi una sua dimensione affettiva fino allora contenuta, più sovente repressa, che dovrà umanizzare l'intellettualissimo Piero. I diari di Ada, con l'esiguo gruppo di lettere del 1926mostrano la verità di questa previsione: l'equilibrio e l'intesa umana e intellettuale "perfetta" gradualmente conquistati si trasformano in forza enorme per entrambi e danno loro in momenti difficilissimi la fiduciosa disponibilità a ricominciare dal nulla, altrove, un'opera che in Italia è definitivamente preclusa. A quella stessa forza fa ricorso Ada_per affrontare la morte di Piero: nelle ultime battute del diario 1926, in quei suoi spietati conti con se stessa, nessuna delle loro scelte temerarie è rimpianta, neanche nella consapevolezza di averne avuto bruciata l'esistenza. 1. Piero a Ada [Torino,] 3 settembre [1919] Tre giorni senza il mio amore, domenica, lunedì, martedì; mi dici come si fa Didì? In compenso gue lettere adesso una dopo l'altra; una lettera di Didì è la vita sai? Quindi mandami tanta vita. 1 Noi siamo fatti per lottare e per viri.cere:giù le tristezze, le crisi, le malinconie; possono durare un attimo, non più poi la vita deve dominare. Non ci sono fini per noi: il fine è l'attimo attuale, è l'ingrandirsi di ogni istante è -il non fermarsi mai nell'intensa attività spirituale che ci domina, perché noi lo vogliamo. Non è

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