UN SOLO AMORE Leffere Ada e Piero Gobetti a cura di Ersilia Alessandrone Perona Perduti in un solo amore II paradosso implicito in questa espressione (lettera 4) sta nel fatto che essa proviene da Piero Gobetti, la cui vicenda biografica, consumatasi nel giro di pochi anni tempestosi, ha cristallizzato l'immagine tutt'altro che sentimentale del che rubo giansenista, anche figurativamente fissata nel 'ritratto' fatto da Casorati nel 1961. Immagine - dobbiamo constatare - esclusiva ed elusiva di àltre: perché la storia di Piero, divenuta patrimonio, quasi mito dell'antifascismo, è stata una storia 'pubblica', resa nota dai profili e dagli studi scritti negli anni.della clandestinità dai suoi amici fondatori del Partito d' Azione: penso allo scritto penetrante di Carlo Levi, apparso sui "Quaderni di Giustizia e Libertà" del 1934 e a quello della stessa vedova di Piero, Ada Prospero, diffuso adespoto nel 1944 nei "Quaderni dell'Italia Libera": "La sua morte - scriveva Ada nella conclusione - anziché un'interruzione di attività, parve piuttosto una conclusione e un insegnamento inesorabile e solenne, ricco di un significato esemplare di umanità che, allontanandolo da noi, ne fece un mito da venerare al di là dei documenti che Io stile suo ci aveva lasciati". A questa storia esemplare la dimensione del privato doveva essere estranea. Essa restava patrimonio geloso di pochi intimi che non sentivano la necessità di divulgarlo. Del resto la stessa produzione di Gobetti, cominciata precocemente fin dal 1918, non sollecitava la ricerca di altre fonti se non da parte degli specialisti che ne ebbero infatti la disponibilità nell'archivio della famiglia, poi confluito in quello del Centro studi Piero Gobetti fondato a Torino nel 1961. settembre 1918, aveva diciassette anni, Ada sedici: si sarebbero fidanzati di lì a un mese, nel gennaio 1923 si sarebbero sposati. Due giovanissimi, dunque, che stavano vivendo la loro stagione con estrema intensità, maturando esperienze sentimentali, culturali, politiche nella Torino del dopoguerra. Il loro rapporto coincide con la loro formazione, e questa si svolge in un momento storico eccezionale fo cui i giovani soprattutto si sentivano chiamati, con motivazioni sovente assai diverse, a un'opera di rinnovamento radicale. Nelle lettere che Piero e Ada si scambiarono nel periodo del loro fidanzamento questi fattori traspaiono chiaramente: ed è bene tenerli presenti, provando ad accostarsi al loro carteggio come a quello di due anonimi, che acquistano un volto, un nome, una storia e il progressivo confronto con se stessi, con la realtà esterna, con la persona amata. Affermando che prima ancora che un documento della storia personale di Piero e Ada il carteggio è il segno di una cultura, di un momento storico-politico, si vuol dire - al di là del!' apparente ovvietà - che lo è in un modo singolarmente rappresentativo. Per la concomitanza del1'inizio della pace con il manifestarsi dell'acerbo attivismo di questi due poco più che adolescenti, esso ci introduce infatti ai problemi della nuova generazione, quello che "non a\leva fatto la guerra ma avendola respirata nascendo, si sentiva chia- . mata a gestirne le conseguenze": problemi, innanzitutto, di identità personale, culturale, politica rispetto ai modelli, ai valori, ai sistemi del1'Italia prebellica; problemi di condotta, di verifica della propria capacità e volontà di azione in rapporto con gli eventi gravissimi che li avrebbero costretti a mutare, a decidere in fretta. Questa ·premessa può spiegaré perché sia passato tanto tempo prima che il carteggio vedesse la luce e anche perché esso appaia ora in una forma che al privato dà una rilevanza storica. Piero e Ada Gobetti !Archivio Centro Gobetti, Torino). Di questa specificità generazionale Gobetti fu lucidamente consapevole e la rivendicò a sé e al suo gruppo: "Non si comprende nulla del nuovo pensiero dei giovani, se non si Il distacco temporale, infatti, attenuando le pregiudiziali 'politiche', ha anche dilatato lo spettro degli interessi, ha modificato in parte gli interrogativi che ci si pongono intorno alla figura di Gobetti, inducendo a collocarla molto esattamente nel suo tempo, per poterne. valutare l'incidenza nel lungo periodo. Un'istanza storica decantata da altri elementi (ma non per questo meno attenta al messaggio 'morale'). In tale prospettiva, il carteggio di Piero e Ada, pubblicato dall'editore Einaudi, si rivela una fonte di straordinaria ricchezza e novità: per il suo carattere di testimonianza globale non solo sull'esperienza sentimentale di due corrispo!ldenti, ·ma su tutta la loro formazione intellettuale, culturale, politica. Quando Gobetti scrisse la sua prima lettera ad Ada Prospero, nel avverte che la nostra formazione spirituale è stata in qualche modo interrotta e travagliata per opera del fascismo [...] La nostra sarà, nel suo aspetto più originale, una generazione di storici: storici tanto se ci applicheremo all'economia, come se al romanzo o alla politica" (La Rivoluzione Liberale. S(lggio sulla lotta politica in Italia, 1924) Di questa travagliata Bildung la parte più consistente del carteggio tra Piero e Ada percorre l'arco completo, dal settembre 1918 al dicembre 1922. Quando le lettere cessano, alla vigilia del loro matrimonio, essi hanno raggiunto la consapevolezza di aver superato la fase della ricerca e della costruzione di sé, e di avere gli strumenti per affrontare con serena determinazione, insieme, una esperienza che si preannunzia durissima. · Se dalla dimensione generazionale passiamo ora a quella biografica, 73
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