. STORIE/DAWSON IL LADRO DELL'AUTOSTRADA per Tonio Kroger Lui LE SEDEVA DI FRONTE, A TAVOLA; bevevano, fumavano, parlavano. A destra del piatto di lui c'era un pacchetto. Carta bianca e nastro azzurro pallido. Un_biglietto era infilato sotto il nastro. La cena era deliziosa; la bistecca al sangue sublime. I fagiolini verdi freschi appena cotti e la soffice purè di patate erano meravigliosi e il caffè alla fine del pasto superbo: Lei si alzò da tavola e _ andò in cucina, tornò portando una piccola torta rotonda e aveva una faccia angelica alla luce della candela; mise la torta di fronte a lui e gli disse di esprimere un desiderio. "Posso dirtelo?" "No, altrimenti non si avvera," disse lei. "Spegnile." Lui le spense e lei lo aiutò a toglierle dalla torta e poi lui tagliò due piccole fette. "Apri il tuo regalo," disse lei. Lui lesse il biglietto. "Tanti auguri, caro," disse lei. Erano le parole del biglietto. Lui sorrise e aprì il pacchetto, senza strappare la carta o sciupare il nastro. Era una bellissima edizione di Musica da camera di Joyce. "Affacciati alla finestra, capelli d'oro, ti ho sentito cantare un.'aria allegra." · "Grazie, tesoro," sorrise lui. Gli luccicavano gli .occhi. Le lesse le poesie mentre lei lavava i piatti. Poi chiusero a chiave la porta e scesero giù per la strada verso l'autostrada per Saint Louis. Il film era intelligente e rilassante e dopo andarono a be:re qualcosa in uno dei loro bar preferiti; il viaggio di ritorno fu delizioso. Le notti di prima estate sono bellissime, nel Missouri. "Sembra che l'aria canti," disse lei. Il vento le scompigliava i capelli e alzò le braccia in alto, le allargò, poi le riportò giù con una risata ariosa: "Oh! Come sono felice!" Le stelle erano lucenti, alte e lontane. Lei alzò gli occhi a guardarle. "Credi che ci sia rumore nell'universo?" "Certo," disse lui. "Voglio dire ... senza ragione. Solo rumore ... capisci?" "Umuum." "Sono innamorata. Immagino che sia_questo." Lui non rispose. "Dev'essere terribile sentirsi soli." "Sì." "Ti sentivi solo prima di avere me?" "Sì," disse lui. "E adesso?'.' Lui sorrise. "No." "Sei felice?" "Sì." "Solo sì? Niente di sensazionale." "SL" 68 "È tutto quello che sai dire?" -"Sì," sorrise lui. La macchina scivolò.lungo un'ampia curva e un ponte apparve in lontananza. Ci passarono sotto velocissimi e lo videro svanire alle loro spalle come un grande cane di pietra. Svoltarono nel viale. Lui aprì la porta del garage e portò dentro la macchina. Lei scese; entrò in casa. Lui tirò giù la saracinesca e lei gridò dalla cucina: "Ti va di bere qualcosa?" Lui chiuse la porta a chiave e si spolverò le mani. "Eccome se mi va." "Che cosa." _"Rye e soda." "O.K." "Vuoi guardare la TV?" "No. E tu?" "No se tu non vuoi." "Bene. Allora non la guardiamo." I "Credi che diventerò mai vecchia come te?" "No_nnello stesso momento." Lei fece una risata deliziosa e prese un sorso guardandolo da sopra l'orlo del bicchiere. Una cosa tipo una cosa meravigliosa. . "Ti voglio bene," disse lei. Lui rigirò il bicchiere tra le mani e ci guardò dentro, osservando che i cubetti di ghiaccio non si muovevano. Lei abbassò il suo. "Sono stata crudele, a parlarti in quel·modo, in macchina." "No, non sei stata crudele,'' disse lui. "Non c'è niente da fare." "Vuoi parlarmi di lei? Ancora?" Lui si girò sul divano, la guardò e sorrise. "Hai la stessa voce di tua madre," disse, "e quando hai detto che mi vuoi bene mi è parso di sentir lei." "Te lo diceva spesso?" "Non molto spesso." "Sei ancora innamorato di lei?" "Più che altro del sogno che ho di lei, tesoro. Di lei come vorrei che fosse." "Posso chiederti ... come la vorresti?" "Certo. È bella. La vorrei bella com'è." "Cambiamo argomento," sorrise lei. "Io e Bob ci sposiamo l'anno prossimo e... tu cosa farait' "Non lo so," disse lui. Si schiarì la gola e finì di bere. Quando ritornò lei gli chiese porgendogli il bicchiere pieno: "Posso farti una domanda personale?" Lui rispose alla domanda personale: "Non so se mi risposerò. Probabilmente no. E sì, c'è una donna." "'Sento un esercito arrivare alla carica dal mare ...,"' citò lei. Recitò tutta la poesia. Era l'ultima,diMusicada camera. "'Amore, amore, amore, perché mi hai lasciata sola?"' Ci fu una pausa. "Ti piace?" "Molto." "Perché la gente si disamora?" "Non lo so. Succede."
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