KRA%YKAT Due racconti Fielding Dawson traduzione di Marisa Caramella KRA%YKAT BASTA.Siete assolutamente e irrevocabilmente indisciplinati. Parlate solo quando siete interrogati. I bambini si agitarono a disagio nei banchi. Poi smise di piovere. Ora, disse lui, sorridendo, ha smesso di piovere. Com'è, si chiese, che quando voglio un po' d'ordine, smette di piovere; Poi disse a voce alta alla sua classe. Ripetete con me. I bambini annuirono. Oggi è una bella giornata. Oggi è una bella giornata. Mary Lou alzò la mano. Sì, disse lui, cosa vuoi? Perché dobbiamo dire che è una bella giornata? Perché voglio inculcarvi la consapevolezza dell'incredibile potere attivante della natura. Mary Lou abbassò la manò. Poi suonò il campanello. Restarono tutti fermi ai loro posti e lui sorrise. Ora, disse, potete andare. Si alzarono tutti insieme e le bambine uscirono per prime, in fila indiana, e poi fu la volta dei maschi. Si chiese perché mai Mary Lou facesse sempre quella domanda e perché mai tenesse la mano alzata fino a quando non otteneva una risposta e solo allora la abbassasse. Guardò l'orologio, soddisfatto che la lezione fosse finita così in fretta. Cominciò a riordinare la cattedra. Girò per la piccola aula a sistemare le sedie al posto giusto, nell'ordine di prima della lezione. Poi tornò alla cattedra, si sedette e cominciò a leggere. Il tema di quel giorno era Blake. Lui adorava Blake. Nessun altro, aveva detto una volta, scrive con tanta profondità, e rende le cose così semplici. Era mercoledì. Glielo farò declamare per venerdì, pensò. Attraversò la stanza e raccolse un pezzo di carta da terra. C'era qualcosa scritto sopra. Accartocciò il pezzo di carta, poi tornò a lisciarlo e lo lesse. Oggi è una bella giornata, diceva. Poi suonò il campanello e lui gettò il pezzo di carta nel cestino, andò alla cattedra e si sedette. Qua.ndo i ragazzi cominciarono a entrare, sorrise. Col procedere della lezione, si sentì soddisfatto. Ciascuno leggeva il suo compito, e lo leggeva bene. Nessuno aveva ancora fatto un errore. C'erano solo otto ragazzi nella classe, ma tutti intelligenti e capaci. Erano tranquilli e attenti. Erano ben vestiti e ben educati. È una buona cosa, pensò, averli qui; è salutare per i più piccoli averli vicino, altrimenti ci sarebbero difficoltà molto maggiori. Li guardò scrivere quello che aveva detto. Li faceva scrivere spesso, e diceva loro cosa scrivere - non gli piacevano i dettati, erano una cosa troppo segretariale e non 66 abbastanza formale. I ragazzi gli erano vicini e lui preferiva non dare un nome alla cosa. Così disse loro di scrivere quello che diceva, e i ragazzi ubbidirono. Glielo disse solo due volte. È sufficiente, diceva a sua moglie. Li abitua alla disciplina e hanno bisogno di disciplina. Poi si alzò dalla sedia, mentre sell)brava che stessero finendo di scrivere, e andò a mettersi di fronte alla cattedra, davanti al semicerchio di banchi. Chiese loro, a uno a uno, quale poesia preferissero. Sei dissero La tigre, e due dissero La bambina perduta. Be', pensò, due belle poe~ie, ma si chiese rapidamente come mai sei preferissero La tigre. A lui piaceva moltissimo La bambina perduta, ed era molto contento che gli altri due l'avessero scelta. Andò a sedersi in un banco vuoto in fondo al semicerchio e chiese al ragazzo più vicino, Sam, come mai preferisse La bambina perduta. È malinconica, signore. La bambina e il Leone. Veramente malinconica. Anch'io la penso così, Sam, disse. Signore?, disse uno dei ragazzi in fondo alla stanza, signore?, posso dire una cosa? Ma certo. A me piace La Tigre perché penso che La Tigre sia Dio, e credo che sta una costruzione, che sia una costruzione di Dio, l'altro Dio, il vero Dio, ma che entrambi questi Dei siano una cosa sola solo diversa. Cosa vuoi dire? Alcuni dei ragazzi si sporsero dai banchi per guardarlo. Vuoi dire La Tigre, come uomo, e come identificazione del1'Uomo con Dio? No. Voglio dire il grande Dio. Solo Due Grandi Dei in uno. Tipo che io tengo in mano la qualità della Deità. Vuoi dire che tu sei Dio? No. No, signore. Signore, voglio dire tipo che io tengo qualunque cosa io sia che è anche la cosa che io sono visibilmente, nella mia mano. E che vorrei essere invisibile per poter tenere la mia vera visibilità in mano ... anche se è più invisibile. Capisco sempre meno. Io credo di capire, signore, disse Sam, mentre l'insegnante scuoteva la testa. Sta dicendo che è come prendere un riflesso allo specchio e che quella è La Tigre - tipo che La Tigre è il riflesso tenuto in mano da Dio, e anche se Dio è invisibile come singolo ordine, resta reale nell'immagine della Tigre, che è a sua volta invisibile perché Dio è solo un riflesso, ma nondimeno il riflesso di Dio. Ma davvero. È giusto quello che dice Sam, chiese al ragazzo. Credo di cominciare a capire.
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