Linea d'ombra - anno IX - numero 63 - settembre 1991

STORIE/CARSON si dice la storia di un posto: una catena è piena di carbone, l'altra attrae i turisti . In mezzo alle due catene si estende una grande vallata, un corridoio che va da nordest a sudovest, fa parte dell' Appalachia e ha una propria storia. Johnson City sorge in questa valle, ai piedi della Blue Ridge. A voler prendere la storia in grossi blocchi di secoli, possiamo dire che gli oggetti che affioravano nel campo di zio Lester erano usati circa quattrocento anni fa. Trecento anni fa, i lunghi cacciatori bianchi (chiamati così per via dei fucili che avevano) stavano facendo piazza pulita dei bisonti orientali eh<;! erano più grandi di quelli delle praterie e mica tanto facili da ammazzare: di solito ci voleva più di un colpo di fucile ad avancarica per abbatterli e perciò bisognava sparargli e poi cercare di non farsi sbudellare mentre si ricaricava il fucile per sparargli una seconda volta e, certe volte, anche una terza. Ben presto cominciarono a sorgere problemi tra i Cherokee e i bianchi che n1bavano loro la terra. Duecento anni fa, la Guerra d'Indipendenza. Gli inglesi convinsero i Cherokee (e altre nazioni indiane) a combattere al loro fianco. Un secolo fa, la Guerra di Secessione. Questa regione non s'era adattata ali' economia basata sugli schiavi, non era a favore della schiavitù e fornì un contingente d soldati sorprendentemente grande alle forze dell'Unione. (Un altro contingente sorprendentemente grande di soldati di queste parti ha combattuto anche nella Guerra del Vietnam.) Fu proprio nel corso della Guerra di Secessione (vi rendete conto che ci tocca scrivere i nomi delle guerre con le iniziali maiuscole?) che gli speculatori scoprirono il carbone nei monti del Cumberland per alimentare la rivoluzione industriale. Johnson City ha ora 47.000 abitanti. Come molte delle città di questo paese lamenta la lenta agonia del centro storico per via dei grandi centri commerciali e le speculazioni edilizie selvagge. A Johnson City sono stati demoliti edifici del centro storico (compresi vecchi alberghi) per farci dei grandi parcheggi solo perché qualcuno aveva deciso che il grande problema del centro storico era il parcheggio. Be' non era mica vero, però ora il parcheggio non manca. Ai magazzini JC Penney del centro commerciale qui vicino posso comprare lo stesso identico articolo che si vende nei JC Penney di Miami, in Florida e di Seattle, nello stato di Washington e, con ogni probabilità, all'interno di uno qualsiasi di quei centri commerciali non saprei neanche rendermi conto in quale città mi trovo. A Johnson City ci sono ristoranti cinesi e messicani dalla cucina americanizzata. Secondo la mia personale esperienza, americanizzare il cibo significa compiere un passo da gigante verso la neutralità del sapore. Puzzare d'aglio è l'equivalente morale del non andare in chiesa la domenica e se qualcuno (per sbaglio) mangia un pezzo di cipolla nell'insalata, di solito a tavola c'è sempre qualcun altro che ha pronte le mentine per risolvere il problema dell'alito. Abbiamo catene di supermercati, catene di pizzerie, catene di librerie, catene di stazioni di servizio, con annesse catene di negozi, catene di motel, catene di cinema, catene di autoricambi che hanno tutti gli stessi pezzi (mai quelli che servono alla mia macchina, però), K-Mart e Wal-Mart, entrambi parte di catene di grandi magazzini, catene di bisteccherie che vendono carne importata da 60 pascoli che una volta erano foreste alluvionali e tutte le sere si riempiono di clienti che non hanno la più pallida idea di dove proviene la bistecca che mangiano. Assieme a Bristol, Kingsport ed Elizabethton formiamo la novantunesima ASMS (area statistica metropolitana standard), il che significa che c'è abbastanza gente perché le grosse·catene di distribuzione siano interessate ad aprire qui una filiale, però il giornale di Johnson City non riporta le notizie della zona carbonifera e a Kingsport, che dista solo venti miglia da Johnson City, dall'altra parte della vallata, ai •piedi dei monti Cumberland, il giornale locale non riporta le notizie della zona della Blue Ridge. Nei videonoleggi non si trovano cassette di film stranieri e indipendenti (a meno che non abbiano avuto un grosso successo commerciale) ma la maggior parte della gente che conosco ha il videoregistratore e Johnson City è piena di negozi che noleggiano tutti le stesse cassette e tengono tutti parecchie copie dei film di Rambo. Abbiamo anche un'università, una facoltà di medicina, un eccesso-statistico di avvocati che pure sembrano tutti molto occupati e una carenza cronica di posti di lavoro tranne che nei settori retribuiti col minimo salariale. A servire nelle catene dei fast food vedo sempre o gente anziana o adolescenti. Da queste parti di ristoranti fast food ne abbiamo un sacco. Ho tentato di sfidare un gruppo di studenti con cui sto attualmente lavorando (fanno l'ultimo anno delle superiori) a contraddire quello che ho finora raccontato su Johnson City. Gli stava bene essere descritti in questo modo? Hanno risposto che avrei dovuto aggiungere che le nostre sono belle parti e che sappiamo fare degli ottimi barbecue. * * * Al romanziere Walker Percy una volta fu chiesto come mai tanti bravi scrittori provengono dal Sud e lui disse che era perché avevamo perso la Guerra di Secessione. Secondo me voleva dire che con la sconfitta il Sud aveva preso coscienza della propria mortalità. Quello stesso impulso ha fatto sì che questa regione si considerasse il luogo di origine di cose che conservano un loro valore, non importa quanto imbarazzanti potessero essere un tempo. La mia nonna dai piedi malandati faceva coperte imbottite tutte bianche perché "se si fanno con i pezzi di stoffa di tanti colori si vede subito che si è dei morti di fame". Adesso invece la gente fa le imbottite con tessuti al 100%di poliestere perché così le tinte non sbiadiscono mai e alla gente piacciono le imbottite a colori vivaci. Ora vi spiego un po' il mio accento: dalla prima elementare in poi mi hanno sempre detto che avere l'accento di queste parti non era una bella cosa, si passava da cafoni e per anni mi sono sforzata di parlare come se venissi da qualsiasi altro posto meno che da questo. È per questo che il solo fatto che vi dico che ho l'accento di queste parti rappresenta una precise scelta politica. A scuola dicono ancora ai bambini che avere l'accento di queste parti non è una bella cosa. Quando vado a parlare nelle scuole cerco invece di sottolineare i valori di questo posto. Sono belle parti e facciamo degli ottimi barbecue. Da queste parti, tradizioni, modi di parlare, tipi di abitazione, strutture familiari, tanto per dire alcune cose, sono state conservate

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