Linea d'ombra - anno IX - numero 63 - settembre 1991

STORIE/SANCHEZ FERLOSIO IL RECIDIVO Rafael Sdnchez Ferlosio traduzione di Danilo Manera Il lupo, vecchio, sdentato, canuto, spelacchiato, rinsecchito, malato, stanco un giorno di vivere e patire la fame, sentì giunta l'ora di reclinare finalmente il capo in grembo al Creatore. Notte e giorno camminò per paraggi impervi e sempre più fuori mano, giogaie sempre più dirupate, pendii sempre più scoscesi e vertiginosi, fin dove il tremendo mugghiare della bufera tra le aguzze creste di ghiaccio, entrando in una spessa cupola di nebbia, si trasformava ali' improvviso, come una voce soffocata nel!' ovatta, nel bianco silenzio della Vetta Eterna. Lì, appena alzò gli occhi e intravide - con lo sguardo appannato sia per la vecchiaia, sia per il rigore della torménta 21ivento e neve da poco attraversata, sia infine per le lacrime miste di autocommiserazione e gratitudine - le dorate porte della Beatitudine, udì la voce cristallina e penetrante dell'ufficiale di guardia, che gli si rivolgeva con queste parole: "Come osi anche solo avvicinarti a queste santissime porte, con le fauci ancora insanguinate dai tuoi ultimi cruenti pasti, assassino?" Annichilito di fronte a una simile accoglieqza e oppresso da un' insopportabìle afflizione, il lupo volse le spalle e, ripercorrendo a ritroso il cammino che gli era costato tanto sforzo, tornò alla terra dov'era cresciuto, alla sua tana e ai luoghi che era solito frequentare, salvo che .da quel momento in poi si prese ben guardia, non già di sgozzare pecore o agnelli, che questo la perdita dei canini glielo impediva già da tempo, ma persino di ripassare carogne o rosicchiare i rimasugli delle carcasse lasciate da altri più giovani e con zanne migliori. Ora, determinato ad astenersi dal toccare qualsiasi cosa che avesse lontanamente a che vedere con la carne, dovette mettersi a gironzolare furtivamente attorno a paesi e cascinali, ingegnandosi a rubacchiare provviste e merende. I molari, che ancora conservava, benché gli ballonzolassero ormai quasi tutti negli alveoli, gli permettevano di rosicchiare il panè; pagnotte fresche le rare volte ché la sorte era benigna, ma al più spesso tozzi di pane secco. Rimase così sulla terra a vivere e soffrire la fame sotto questa nuova legge, nei vasti e fitti boschi della sua montagna natale, per un altro intero turno di estati e inverni, finché, doppiamente estenuato e ansioso di requie dopo questa quasi ripetizione di una già precedentemente lunga esistenza, di nuovo gli parve giunto il momento in cui meritava di reclinare finalmente il capo in·grembo al Creatore. Se la salita alla Vetta Eterna era stata già dura la prima volta, molto più ardua gli sarebbe risultata ora, se il calo di vigore fisicò causato da quel 46 sovraccarico di vecchiaia aggiuntiva non fosse stato in qualche modo compensato dal corrispondente aumento del desiderio di riposo e beatitudine. In ogni caso, ce la fecé a raggiungere nuovamente la Vetta Eterna, anche se la vista gli era divem1ta tanto inskura, che quasi non era ancora nemmeno riuscito a distinguere le porte del Paradiso, quando risuonò l'attesa voce del cherubino di guardia: "Eccoti qui un'altra volta, deciso a oltraggiare, con la tua sola presenza dinnanzi a queste porte, la dignità di coloro che per i loro meriti si sono resi degni di varcarle e godere dell'Eterna Beatitudine! Pretendi dunque d'essere ugualmente meritevole di richiederla? Tanto torni ad ardire tu, predatore di forni, assaltatore di dispense; saccheggiatore di madie? Vattene! Fila subito via di qui, con l'abilità che hai d'altro canto sempre mostrato nello svignartela senza farti fermare da tagliole, steccati, cani o schioppi!" Chi potrebbe soppesare la desolazione, l'amarezza, I' abbandono, lamiseria, la fame, la debolezza, le infermità, la rogna, che per altri più lunghi e più sventurati anni si susseguirono! Eppure appena osava ormai brucare con le gengive senza denti l'arricciato festone delle lattughe, o pulire con la punta della lingua la sciropposa goccia che pendeva dal culo dei fichi sul ramo o leccare magari, una ad una, le macchie circolari lasciate dalle forme di cacio sull"eassi degli scaffali di un magazzino vuoto. Le sue zampe non avevano peso nel calpestare il suolo, come quelle di un'ombra, perché la magrezza lo aveva reso tanto leggero, che ormai.niente poteva morire per la sola pressione dei suoi passi. E alla fine tornò a concludersi un nuovo e prolungato giro di anni e, com'era forse inevitabile, sorse per la terza volta il giorno in cui il lupo considerò giunta per lui l'ora di reclinare finalmente il capo in grembo al Creatore. · Partì invisibile e lieve come un'ombra e aveva, in effetti, il colore dell'ombra, tranne in pochi punti in cui la rogna non gli aveva fatto perdere il pelo. Dove lo conservava, gli brillava completamente bianco, come se tutto il resto del suo corpo si fosse andato trasformando in rogna, in ombra, in nulla, per lasciar campeggiare in modo più vivo, in quel pelo candido, soltanto il richiamo delle nevi, l'inestinto anelito alla Vetta Eterna. Ma, se già nei due viaggi_precedenti la scalata era stata eccessivamente difficoltosa per un lupo anziano, si potrà facilmente intuire con quale strenuo sforzo si mise per la terza volta in cammino. Considerando che all'originaria e, per così dire, naturale vecchiaia del primo viaggio se n'erano aggiunte una seconda e addirittura una terza, si comprenderà a prezzo di quali sovrumane fatiche riuscì anche questa volta ad arrivare. Avanzando mitemente, dolcemente, umilmente, riconobbe ormai solo più a tentoni le porte della Beatitudine; poggiò lo sterno sulla soglia, piegò e abbassò le anche, allungò in avanti le zampe, stendendole uguali e parallele davanti al petto, e riposò finalmente su di esse la testa. Immediatamente, proprio come sospettava, sentì dalla voce metallica del cherubino di guardia le parole esatte che aveva temuto di udire: "Bene, con la tua stessa ostinazione hai voluto che finissimo per arrivare a una situazione che avrebbe ben potuto e dovuto essere evitata e che è per entrambe le parti ugualmente spiacevole. Lo sapevi bene o lo indovinavi la prima volta; ne ricevesti una chiara conferma la seconda; e a dispetto di tutto ti sei intestarditò a voler tornare una terza! E sia, dunque! L'hai voluto tu! Adesso te ne andrai come le altre volte, ma per non tornare mai più. Questa volta non è perché tu sia un assassino. Non è nemmeno perché tu sia un ladro. Ora è perché sei un lupo". Copyright Rafael Sanchez Ferlosio 1987.

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