Linea d'ombra - anno IX - numero 63 - settembre 1991

Turchia è stata forse la peggio trattat_adi tutte le popolazioni curde della zona, quella con meno diritti. La loro lingua è proibita nelle scuole. La loro cultura è semplicemente negata. Di fatto, c'è stato · un fenomeno di rimozione a proposito della Turchia e dei curdi che vivono all'interno dei suoi confini. L'Iran è un'altra storia, con alti e bassi a causa della maggiore vivacità politica della comunità curda: verso il 1945-46 furono fondati i partiti moderni, come il Partito democratico curdo, guidato da Barzani fino al 1975, quando fu condotto negli Usa e morì in esilio. Turgut Ozal, presidente della Turchia, è stato recentemente in visita ufficiale negli Usa. È andato a Philadelphia, dove ha ricevuto la laurea in legge dall'Università della Pennsylvania. Durante il suo discorso ha detto che il rispetto della Turchia per i diritti umani dovrebbe rappresentare un modello per l'Europa orientale. Cosa ne dice? Stava scherzando, no? Temo che fosse serissimo. Il rispetto della Turchia per i diritti umani è certamente aumen° tato. Nello stesso. tempo sono stati negati tutti i diritti delle nazionalità e delle minoranze. L'opposizione, in generale, è stata trattata piuttosto duramente. È stato fatto un film sulle condizioni delle carceri in Turchia. Midnight Express. I rapporti di Amnesty International, Middle East Watch ecc. mettono chiaramente in dubbio che la Turchia sia un modello da seguire per quanto riguarda i diritti umani. Se mai, quello storicamente presentatoci dalla Turchia è un modello di ·governo autoritario, derivato dai sei principi kema).istiche affermano il bisogno di un forte stato centrale, uno stato interventista nella forma dell' étatism, come lo chiamava Ataturk, e il bisogno di una unità che esclude la diversità e il riconoscimento stesso della presenza della diversità. Credo che questa sia l'eredità lasciata dalla Turchia moderna al sistema politico del Medio Oriente, piuttosto che il rispetto dei diritti umani. Nel nuovo ordine mondiale che GeorgeBush ha annunciato e proclamato ~embra che l'invasione e l'annessione turca di Cipro del 1974 possa essere considerata un esempio di aggressione internazionale. Infatti lo è. Dopo tu_tto,c'è ancora una risoluzione non attuata del Consiglio di Sicurezza che chiede alla Turchia di ritirarsi incondizionatamente da Cipro. Questa risoluzione è disattesa dal 1974. Chiaramente il problema non è stato sollevato nei passati vent'anni o quasi dall'occupazione di Cipro a causa del ruolo centrale della Turchia nella configurazione militare della Nato. Durante la Guerra fredda, insomma, la Turchia rappresentava un avamposto verso l'Unione sovietica; nel nord, che aveva le strutture più importanti, la Turchia aveva uno dei maggiori eserciti stanziali del mondo, sottosviluppato, magari, ma comunque grande per numero di persone in uniforme, e giocava un ruolo chiave nelle strategie della Nato verso il Golfo. Questa è una cosa che ho studiato in particolare analizzando il ruolo della Nato in Arabia Saudita: il comandante americano della zona turca era infatti il responsabile per la sicurezza in Arabia Saudita negli anni Sessanta e Settanta. Torniamo all'lrak. La dinastia Hashemita, installata dagli inglesi negli anni Venti,fu abbattuta da un colpo di stato nel 1958, spingendo, credo addirittura il giorno dopo, le truppe americane a rifluire in Libano e quelle inglesi in Giordaniq. ILCONTESTO Ricordiamo che questo avvenne sempre in un contesto di permanenza del patto di sicurezza britannico, il patto di Baghdad, che essenzialmente aveva lo scopo di salvaguardare la stabilità delle monarchie. Una cosa che bisogna aggiungere qui, e che credo sia contestualmente importante, è che l'interesse dell'Inghilterra - e della potenza che ne ha preso il posto, cioè gli Stati Uniti - è centrato sul petrolio, come dimostra la lettura 'del rapporto della Commissione Church del 1976 o degli altri studi importanti che sono usciti. La Commissione Church del Comitato per gli affari esteri del Senato era uno studio di 15 volumi sul petrolio, in cui si analizza il modo in cui l'area è stata controllata dalla prima guerra mondiale a oggi: il punto di vista dell'ammiraglio Fisher, il comandante britannico, e di Churchill, poneva al centro l'importanza della forza navale e quindi del petrolio che veniva usato come carburante per la forza navale stessa; gli Usa accettano sostanzialmente questa concezione per cui il petrolio è fondamentale. Ora bisogna tener presente che nel 1958 anche noi eravamo sottoposti alla politica americana e~pressa dalla dottrina Truman, che era una dottrina intesa a contrastare ogni possibile espansione sovietica attraverso la fornitura di aiuti militari per combattere qualsiasi fenomeno di destabilizzazione- indotta o spontanea - finalizzato all'abbattimento di un governo. Così nel 1958, pertornare alla sua domanda, gli Usa inviarono in Libano i Marines allo scopo dl arginare la marea nazionalista. Gli interessi Usa erano contrari al nazionalismo radicale che prevaleva in quell'area, 'Sitrattasse di Nasser o del nascente partito Baath. Mandare truppe in Giordania significava prevenire il disordine che sarebbe derivato dall'abbattimento della monarchia giordana. Se spingiamo l'analisi fino al 1991, la conclusione è che - secondo le parÒle di un articolo di Judith Miller uscito sul "Times" del 24 aprile scorso - la politica Usa non è interessata alla democrazia in Medio Oriente. Non lo è mai stata. Non·ha mai sostenuto nessun movimento per i diritti umani o per la democrazia nel Medio Oriente arabo, e non c'è nessuna ragione per ritenere che lo farà adesso. L'ideologia Baath fu elaborata, credo, dal siriano Michel Ajlaq; che era cristiano. Come affroniano i baathisti, almeno in termini teorici, il problema delle minoranze e delle nazionalità? Il partito Baath fu fondato formalmente nel 1944. La sua ideologia fu elaborata all'incirca negli anni 1939-41, durante la guerra, da tre siriani che avevano studiato in Francia. Uno era Michel Aflaq, greco ortodosso, il secondo era Nagib Azouri, che era alawi, e il terzo era Nabim al-Bitar, che era musulmano sunnita. L'ideologia non era settaria, bensì nazionalista. Era basata sul pensiero nazionalistico europeo; in particolare sul nazionalismo tardo ottocentesco degli ultimi movimenti di unificazione: quello pan-germanico e quello italiano, nella sua versione risorgimentale mazziniana. L'idea di fondo che prende il Baath è quindi quella di unità. Unità di cosa? Della nazione araba, contrapposta al concetto islamico di unità dell' umma, cioè della comunità musulmana. Si introduce insomma il concetto di stato-nazione, ma per il Baath lo stato-nazione è la nazione araba, non lo stato dell':irak o lo stato della Siria. I baathisti volevano perciò l'unità di tutti gli stati arabi che, secondo loro, erano stati ingiustamente divisi dagli inglesi in aperta violazione della· promesse contenute nella corrispondenza McMahon-Hussein del 1915-16, secondo cui, se gli arabi avessero preso parte a una rivolta contro gli ottomani durante la guerra, avrebbero ottenuto l'indipendenza della nazione araba. Secondo il Baath tutte le minoranze sono unificate in quanto fanno parte della nazione. La nazione è definita in termini quasi spirituali, cosa molto comune in tutte le forme di nazionalismo. Il nazionalismo è . una costruzione intellettuale, non una riflessione su una realtà specifica, in America, in Europa o in qualunque altra parte del 17

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