Linea d'ombra - anno IX - numero 63 - settembre 1991

IL CONTESTO · l'identità non garantisce di per sé dalla omologazione: può, al limite, preservare dalla solitudine. Conservatrice perché ostile alle novità: a quelle sociali e a quelle politico-istituzionali. La sinistra còmunista, in questo quindicennio, cosa ha capito e sostenuto dei nuovi movimenti sociali e delle nuove forme di soggettività? delle tendenze di opinioni e delle aggregazione della società civile? dei cambiamenti nelle · mentalità, negli stili di vita, nelle domande collettive? Le ha riconosciute (e non sempre), quelle novità, solo quando esprimevano un'evidente radicalità: altrimenti le ha trattate come sovrastrutturali, culturalistiche, soggettivistiche. Cosa ha capito e sostenuto del femminismo e del volontariato, degli ambientalismi e dei neo-corporativismi, dei movimenti per i diritti civili e dei ragioilalismi, delle mìnoranze sessuali e degli antiproibizionismi, degli organismi autonomi nelle fabbriche e nei servizi, del Tribunale del malato e, se vogliamo, della Rete? E. delle forme inedite di conflittualità operaia? E anche: cosa ha capito e sostenuto del referendum sulla preferenza unica e - prima, ben prima - di quello sul finanziamento pubblico dei partiti? Ma per non restare in un ambito provinciale, cosa ha capito e sostenuto della "traduzione europea" -in Inghilterra, in Germania, in Spagria-di tutto ciò? Conservatrice perché autoritaria. La sinistra comunista non è stata sinistra libertaria e molto spesso si è ritrovata fortemente intollerante. Non è un cas_oche su questo - prima ancora che sul golpe in Urss - si sia aperto un conflitto all'interno di Rifondazione comunista (e che un dirigente dell'organizzazione abbia avuto un ruolo tanto attivo nel "processo 7 Aprile"). E, d'altra parte, non un solo esponente di Rifondazione - con l'eccezione di Nichi Vendola - si è illustrato per le sue posizioni garantiste: al contrario. La cosa vale, ovviamente, per molti, moltissimi, che non sono in Rifondazione, ma nel Pds. In questo caso, però, la sorpresa è minore. Dunque, l'autoritarismo è - a ben vedere - una delle anime costitutive della sinistra comunista: sia che si manifesti come identificazione in una idea potente di partito-Stato e , al limite, di partito-esercito (e, perché no?, di partito-golpe, se e quando necessario); sia che si esprima nella condanna del "ribellismo piccoloborghese" e , dunque, nel disprezzo per chi lo avrebbe alimentato (i terroristj detenuti); sia che riduca il conflitto all'ambito del modo di produzione e l'azione politica alla sfera pubblica; sia che creda nel ruolo "pedagogico" dt:l diritto e nella possibilità di piegarlo a funzioni etiche (controi nemici di destra e di sinistra). Detto questo, è evidente che sinistra comunista è una formula generica. Di essa fanno parte alcune personalità che hanno svolto, in questi anni, un ruolo diverso da quello sopra descritto: penso a P,ietro Ingrao e a Rossana Rossanda. Il mio ragionamento non si riferisce a loro: si riferisce, piuttosto, a un'area e al suo "senso comune". Vi si ritrovano dentro i marxisti accademici e contemplativi (quelli che "in Urss non c'è mai stato il comunismo, trattasi di capitalismo di Stato": e poi chiamano la polizia se gli studenti occupano la facoltà. È successo, è successo ... ); e vi si ritrovano significativi settori del Pds, Rifondazione comunista, parte di Democrazia proletaria; circoli intellettuali che fanno capo a riviste e a giornali, singoli intellettuali, numerosi militanti, molti dirigenti di partito e di sindacato. Non ho dubbi che quejl'area Ila svolto anche un suo ruolo . positivo: ha" tenuto" il terreno del conflitto operaio e dell'autonomia del lavoro salariato; ma proprio per la sua attitudine conservatrice (e per l'incapacità di vedere le novità che attraversavano "il resto del mondo") ne ha fatto una mera trincea di resistenza. In conclusione: perché non dovremmo "sentirci euforici" per lo scioglimento del Pcus? Per essere euforici - ha scritto Massimo Parizzi in una lettera al "Manifesto" del 30/8/91-, non c'è alcu-n bisogno di essere "anticomunisti da sempre, ex comunisti confor6 tati nel loro liquidazionismo, liberal convinti che il nostro è il migliore dei mondi possibile. Non è soltanto l'onorevole Altissimo ad aver passato la vita a sognare quel che finalmente succede. Anch'io, anche voi, l'abbiamo sognato". Aggiungo io: non riconoscere i propri sogni quando-succede così raramente - si realizzano, è ancora peggio che non essere capaci di sognare. · Impressioni moscovite. Diario dal golpe · Giulio Marcon Quando ci svegliamo la mattina del golpe a Mosca, lunedì 19 agosto, aU'ex ostello del Komsomol nella Ulitza Kibalchicha i gestori della struttura hanno l'orecchio attaccato a una radiolina che gracchia secche frasi in russo. Subito dopo, musica classica. Ancora un comunicato. I volti sono scuri e tesi. Cerchiamo di prendere un tassì: dobbiamo andare alla Piazza Rossa. Ne fermiamo uno, poi un secondo, ma quando diciamo dove dobbiamo recarci, scattano via e non ci guardano in faccia. Non capiamo cosa stia succedendo. Ce lo spiega venti minuti dopo Artyom, pacifista del Soviet Peace Committee, che ci viene in aiuto: "C'è stato il golpe! Hanno detto .che Gorbaciov è malato e una troika ha preso il suo posto!". L'inglese di Artyorn è approssimativo e ci illudiamo di non aver capito bene. Quando riusciamo ad arrivare in centro cadono le ultime speranze: ecco i carri armati, la gente che li circonda e che manifesta, gli amici russi pacifisti con gli occhi lucidi e che _chiamanoalla mobilitazione. Eppure fino a poche ore prima avevamo discusso appassionatamente con loro alla European Nuclear Disarmament Convention, la riunione annuale dei pacifisti europei e americani che quèst' anno si è tenuta a Mosca. Un incontro caratterizzato dalla presenza.di più di 40 gruppi pacifisti, nonviolenti, ecologisti delle 15 repubbliche dell'Urss. Mentre guardiamo gli spauriti carristi della Piazza Rossa, ci vengono in mente le parole strazianti delle inadri dei soldati . (numerosissime alla Convenzione) vittime durante il servizio militare. 6.000 ragazzi muoiono ogni anno in Urss sotto la naja: incidenti, esercitazioni_,violenze dei superiori. Queste madri coraggiose hanno costruito un comitato per abolire la leva e introtlurre il servizio alternativo. "Ma questa volta i soldati non spareranno sul popolo", dice una di loro, agitandosi in direzione di un capitano del!' Armata Rossa che controlla i soldati. Da un'altra parte un soldato estrae il caricatore della sua mitraglietta e Io fa vedere alla - gente: "Non lo userò contro di voi!" grida. Ci aggiriamo sperduti, mentre degli ignari turisti americani vanno in girò per i Gum (i grandi magazzini che si affacciano sul Cremlino) e comprano balalaike e samovar. La gente sciama verso _I'Arbat. C'è una manifestazione contro il golpe. Gorbaciov è in Crimea, maEltsin resiste. Da megafoni e amplificatori improvvisati stridono appelli alla mobilitazione. Alla manifestazione incontriamo Kramar, un obiettore "storico" dell'Urss (uno dei primi, è stato in carcere e adesso è membro del Consiglio federativo del Partito _ radicale "transnazionalizzato"). Dice:'"La colpa è di Gorbaciov, si è circondato dì fascisti". Artyom non è d'accordo e gli ribatte citando i meriti del leader sovietico. Ma le polemiche durano poco. Siamo confusi nella folla che manifesta: la gente si stringe intorno alla nuova democrazia sovietica. Infatti sta qui la novità. La prima impressione, percorrendo i grandi viali verso il centro, era stata quella di una Mosca addormentata e stordita: gente a far

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