Ingrid Bergmon e Motrio Vitale in Stromboli, ferro di Dio di Rossellini I195 l ). / buone qualità e di usarle senza risparmio impe!onando la figura di Orfeo, che nella dolorosa e paradossale dissea avremmo voluto vedere meno sportivamente sicuro. Maria Casarès rappresenta con grande colo ~quella dell principessa morte, e gli altri tutti si muovono cÒh---al:>ilitae leggerezza in un mondo acrobatico realistico e irreale. (n. 32, 19-5-51) Cenerentola La nostra giovane arte, giovanissima, oscilla fra commoventi tenerezze e crudeltà inaudite. Non ci vuole troppo acume per accorgersi che tali estremi costituiscono il carattere della gioventù. E davanti a questa parola ci si sentono cadere di mano tutte le armi. Leggo con insistenza che Walt Disney oramai ha detto tutto, non ha più nulla da dire, non può che ripetersi fino. alla noia, fino alla nausea, e non rimane che seppellirlo dopo avergli recitato in fretta e furia l'elogio funebre. E che piacere nel dir ciò, quasi fosse una gara, quasi ci fosse un premio per SAGGI/PALAZ.Z:ESCHI quello che riuscirà a tirargli il colpo finale. Ricordo, d'altra parte, di avere udito Sarah Bernhardt settanenne, recitare nel suo teatro quello eh' era stato il suo cavallo di battaglia: La signora dalle camelie. Si trattava in realtà di una dentiera che sbucava per cinque buoni centimetri da cernecchi biondi ai quali la nostra longanimità non arriva a decretare onore di parrucca. La voce era quella dei grammofoni che si trovano alle fiere .delle porte cittadine nella mattina di domenica, o gli altri giorni nei dintorni del Monte di Pietà. In· più, avendo l'attrice una gamba matta, le era inibito di attraversare il palcoscenico. La rappresentazione si svolgeva davanti a un teatro gremito di un pubblico francese, e straniero in parte, attento, ammirato, devoto, plaudente. La stampa parigina parlava del vecchio teatro come di un santuario dell'arte. Una manica d'imbecilli, osserverete. No, non erano imbeciili erano i cinquant'anni di magìa che quella donna aveva s~puto dare al mondo che avevano il potere di trasformare la realtà, di creare una realtà superiore che si sovrapponeva a quello che vedevano gli occhi e udivano gli orecchi. I tre porcellini sono del 1933 e Biancaneve del '37. Appena vent'anni che questo mago del disegno animato con umiltà di 75
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