Linea d'ombra - anno IX - n. 62 - lug./ago. 1991

in dovere di illuminare il figlio giovinetto su certe faccende, non ce la fa. Sapete perché? Perché sente che la fatica è inutile. Non c'è caso che il figlio, su tale argomento, possa rinfrescare la memoria al padre? Avete dimenticato quando da bambini si giocava nel pagliaio o nel fienile? E il giuoco dei dottori non lo ricordate più? Giuoco che seguitavamo a fare quando il bagaglio della scienza era divenuto autorevole. E ricordò un particolare: erano proprio le femminucce a sollecitarlo. Bene la Pierangeli e il Leurini nelle vesti di Mirella e di Franco, e il nostro De Sica che abbiamo lasciato amante timido e ritroviamo padre amorevole. De Sica si evolve bene, non è difficile pronosticare in lui un padre nobile di gran classe. · (n. 3, 28-10-50) La settimana successiva a questa recensione, Palazzeschi rispose a alla lettera di una signora di Catania sul tema del film ("Il critico ha riscontrato troppe contraddizioni nel film Domani è troppo tardi, contraddizioni che culminano.nella puerilità dei fanciulli che vanno a cercare in mezzo ai cavoli il mistero della nascita e del disonore che incomb·e sui protagonisti dopo l'avventura passata. Si potrebbe saperne qualcosa di più nel testo di 'Epoca'?"): Il difetto è alla base del film per noi che viviamo nella penisola italiana e non in quella scandinava. I nostri ragazzi dai quattordici ai sedici anni conoscono certe cose pur non avendole ancora. praticate. lo parlai di morale sessuale, una cosa molto diversa e molto al · di sopra, e non di educazione sessuale, la quale va bene come va; gli infortuni presso di noi non avvengono per ignoranza ma per un eccesso di calore. È nella valutazione di quei problemi che ci sarebbe troppo da dire. Luci ciel varietà Questa volta il piccolo mondo del Varietà ci viene servito su un piatto d'argento. Coadiuvato da Federico Fellini se n'è interessato un regista intellettuale: Alberto Lattuada. Dicò questa parola nel senso genuino, non in quello abusato. Il regista prende a braccio il suo spettatore e gli mostra passo per passo tutto quello che gli è stato possibile scoprire in tal mondo. Non preoccupandosi di farglielo vedere né meglio né peggio di quello che è. Si contenta così e si guarda bene dal concedersi qualche volo lirico, neppure sul finale che gli piacé anzi di smorzare. Gli mostra tutto con un sorriso che rappresenta il suo giudizio. Nel cinema americano il Varietà è quasi esclusivamente un grande e abbagliante spettacolo visivo, ài nostri occhi di latini, invece, tutta quella spuma policroma non basta, ci sentiamo attratti a guardarci dentro. Quelle persone sfuggite alla normale tranquillità di una vita operaia o piccolo borghese per affrontare tutti i disagi e le incertezze di una vita avventurosa e anarcoide, solleticano la nostra fantasia, la nostra curiosità. La bellezza del film è proprio qui: nel sorriso di simpatia che il regista ha per questa gente. Si capisce che Lattuada conosce alla perfezione i vçUÌLamarmora e Jovinelli, Volturno, Manzoni e Principe. I particolari sono di una ricchezza esuberante e di un gusto SAGGI/PALAZZESCHI talora compiaciuto, le 1nquadrature quelle di un uomo che conosce l'architettura. Dai teatrini delle città piccole e grandi a quelli di paese dove è possibile sbarcare un giorno o due, col loro puoblico ingenuo a cui raramente capita di godere una pacchia simile che basta a infiammarlo. Al centro una figura di giovane paesana decisa a evadere dalla propria vita oscura, di povertà. Ha capito che la sua bellezza ~ gioventù, sapute giuocare, possono condurre molto oltre .. Il suo istìnto non può me!)tire, e giuoca freddamente fino a vincere. Peppino De Filippo è stato scelto a proposito per rappresentare quel capocomico ormai aperto a tutte le evenienze. Misurato e sorvegliato sempre. Ci è apparso esagerato uno svenimento per dimostrare il suo disappunto sentimentale al momento di perdere Liliana. Tanto più che il dolore avrà breve durata. Carla Del Poggio è un'ottima Liliana, fredda, sicura, di una durezza quasi contadina sul principio, decisa a non ascoltare la voce del cuore che l'istinto le dice essere il suo nemico peggiore. E quanti bravi attori abbiamo visto in questo film: Dante Maggio e Checco Durante, Folco Lulli, Fanny Marchiò e Giulietta Masina, Franca Valeri, John Kitzmiller. .. Luci ... e ombre. O meglio luci che illuminano zone d'ombra. La vita dev~ essere guardata coraggiosamente. (n. 28, 3-2-51) Totò Quando in Italia esisteva un teatro vivo e organizzato bene, vita e organizzazione a cui nessuno si era mai sognato di pensare (le organizzazioni esistono oggi che il teatro langue) era consuetudine chiudere i grandi spettacoli drammatici con un lavoretto comico: la farsa. · Dopo che Otello aveva sgozzato Desdemona o dopo i cinque atti di Patria di Sardou dove non restava in piedi che il boia, dopo le furie di Oreste o il delirio di Saul, seguiva Una buona idea della serva, Felice, il cerimonioso, Le distrazioni del signor Antenore, Meglio soli che male accompagnati ... Come mai quell'appendice dopo che il pubblico si era goduto uno spettacolo lungo e sostanzioso? Quegli organizzatori di spettacoli avevano un senso di equilibrio finissimo; non era per tenere il pubblico mezz'ora di più, sentivano un dovere di rasserenare gli animi dopo le forti emozioni provate, dopo le visioni oscure.del dramma, ne facevano una questione di salute dello spirito. Una parte del pubblico usciva facendo finta di ignorare l'appendice, ma la parte semplice di esso, che vive con sincerità, si piazzava meglio sulla poltrona per godere la farsa dopo il dramma. A questo mondo si soffre, si piange, si muore, ma non dimentichiamo di ridere. Diffidate di quelle civiltà nelle quali non fiorisce l'umorismo, diffidate dei tempi nei quali s'inaridiscono le sorgenti del ridere. Abbiamo attraversato ore di angoscia e di dolore, di umiliazione, privazioni e sofferenze fisiche.d'ogni genere, i nostri migliori registi le hanno sapute cogliere con passione in filmche rimarranno famosi, ma c'eravamo dimenticati di ridere, avevamo perduto la gioia di vivere. Totò è il richiamo all'ordine della civiltà. Per questo la parte semplice del pubblico, immensa parte, segue con fedeltà questo artista, lo ama, e ualunque cosa faccia, gli piace. 71

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