il sistema delle caste, vero collante della società indiana - un Paese cui era estraneo il concetto occidentale di "stato nazionale", si trovò di fronte alla necessità di scegliere fra due strade completamente diverse: l'una, proposta dall'anziano Mahatma Gandhi, indicava u'nosviluppo olistico, ecologista, e un modello ·socialeintegrazionistico, legato alla cultura tradizionale; l'altra, proposta da Nehru, indicava come obiettivi uno sviluppo industrialista e la creazione di un forte stato centrale di cui i nuovi indiani avrebbero dovuto andare orgogliosi, uno stato laico capace di esaltare le differenze e tutelare le minoranze. La nuova classe dirigente che si liberava dagli inglesi era di cultura anglicizzata, e aderì al modello di Nehru. Non sapremo mai cosa sarebbe diventata l'India se avesse seguito la via proposta dal Mahatma. Sappiamo beneinvececos'èl'Indiaoggi: una nazione "moderna" sotto molti aspetti, con un mercato de( videoregistratori in enorme espansione, il 10%della popolazione che vive secondo standard europei ... e il presidente del Bjp, Advani, che cerca (cor1successo!) di rida,revita all'antichissima celebrazione del Ram yatra truccando la carrozzeria di un fuoristrada Toyota per farlo assomigliare al mitico carro del dio Ram, l'eroe del Ramayana, veneratissimo dagli hindu. A bordo del suo fuoristrada ormai divinizzato Advani ha condotto un'immensa folla di fedeli hindu all'assalto della moschea Babri di Ayodhya, nell'Uttar Pradesh, odiato simbolo dell' "invasore" islamico: lamoschea sarebbe infatti statacostruita 500 anni fa per ordine di un imperatore della dinastia musulmana dei Mughal proprio sul luogo ove sorgeva un tempio dedicato a Ram. Ayodhya, per di più, è una delle sette città sacre dell'induismo. Non è importante che gli archeologi abbiano negato ogni veridicità storica alla leggenda della distruzione del le elezioni in Indio (foto di R. Bedi/Comero Press/G.Neri). IL CONTESTO tempio hindu per mano musulmana: è importante che oggi, con cinque secoli di ritardo, milioni di hindu siano comunque decisissimi a "vendicare l'affronto" e ad abbattere la moschea. E'importante che a bordo della sua Toyota divinizzata il leader del Bjp abbia provocato un bagno di sangue nell'Uttar Pradesh, poi la caduta del governo del laico-progressista V. P. Singh (il cui Janata Dal aveva preso le parti dei musulmani) e infine, nelle recenti elezioni, il trionfo del Bjp nell'Uttar Pradesh, lo stato più popoloso dell'Unione Indiana e tradizionalmente uno dei più influenti. Dunque, un induismo alla riscossa? Alcontrario: un induismo che nega le proprie radici e la propria identità, tradizionalmente integrazionistica, tollerante e non-violenta. Il Bjp non è fondamentalista: è reazionario, nel senso pieno del termine. Non recupera i fondamenti dell' hindutva: politicizza la religione per reagire a uno stato di cose che vede minacciata la cultur? tradizionale. Ma nel farvi ricorso, la distorce irrimediabilmentt Al Bjp sono affiliate organizzazioni come la Rss, che già Nehr aveva definito "là versione indiana del fascismo" e che si resero fra l'altro colpevoli dell'omicidio del Mahatma Gandhi, lui, un hindu così devoto, accusato di tradire l'induismo per eccesso di "tolleranza" verso i musulmani. Il Bjp e Advani non sono altro che una tragica caricatura dell'induismo, che ha fatto inconsciamente propri gli ideologismi e le forme espressive della politica occidentale. È vero che talvolta in India non sarebbe inutile "restaurare i diritti della maggioranza": ad esempio, il diritto di leggere i Versi satanici di Salman Rushdie che il governo di Rajiv Gandhi vietò per conquistarsi le simpatie dei musulmani. Tuttavia, sea restaurare i diritti dellamaggioranza degli indiani sarà il Bjp, l'India diventerà la tragica caricatura di se stessa.
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