smesso di desiderare. Io nella penisola sono sempre stato trattato benissimo e arnrniro il popolo spagnolo, cosdente e indomito, che lavora per i propri figli. Solo che la solidarietà comincia dalla libertà e non si può essere solidali a forza. Così come soltanto a partire dalla libertà una società può avanzare verso la giustizia. Certamente, vedo l'indipendenza molto difficile, ma non per questo me ne sto zitto. "Dove prolifera la menzogna, si annuncia o si perpetua la tirannia" scriveva Camus, e io non ho respirato che menzogne da quando sono nato, menzogne e paure e riverenze a ogni genere di tiranni, e tanta impotenza. Forse è per questo che non riesco, anche se vorrei, a scusare e perdonare coloro (compresi i collaboratori miei conterranei) che hanno favorito e continuano ad appoggiare la svendita delle Canarie approfittando della mancanza di difesa e dell'incapacità di reazione della mia gen~e. Tu ti dichiari anche apertamente repubblicano ... Ho scritto che, se può servire a qualcosa, provo nausea della monarcolatria imperante, del pragmatismo castrante, della plutocrazia spietata, del fascismo da caserma che continua a reggere le sorti delle istituzioni, comprese quelle educative e familiari, nonché delle veemenze cortigiane di tanti intellettuali. Quanto ad essere repubblicano; se non ci fossero molte altre buone ragioni, . lo sarei anche solo per stare con Antonio_Machado, Miguel Hemandez, Benito Pérez Gald6s e parecchi altri che come loro non furono mai filoborbonici. Cosa ti dà la tua attività d'insegnante? Essere maestro di scuola mi ha mantenuto in bilico è sul chi vive, mi ha impedito di chiudere gli occhi dell'anima di fronte alla prepotenza pianificata, elevata a condizione irrimediabile. Tu sembri anche scommettere sull'educazione, con tenacia illuminista ... · Gli educatori del XVIII secolo avevano un sogno, credevano che insegnando alla gente a leggere, questa avrebbe potuto imparare molte cose utili. Quello che non sapevano è che ogni strumento, utilizzato dal potere, si trasforma in alienazione, sottomissione, inganno. L'egemonia odierna usa in questo senso TV e carta stampata. Così ogni supposto progresso tecnologico suole servire a perpetuare i rapporti umilianti di assoggettamento. Questa è certamente una visione pessimista della vita. Ma poi viene il resto, l'opposto, la cosa verament_edifficile da spiegare: nonostante tutto, c'è ancora e sempre chi si ribella, c'è una parte insondabile e inaspettata nell'uomo che spinge le persone •più diverse, artisti o analfabeti, a battersi per il proprio istinto di giustizia e di libertà. Un istinto che molti chiameranno invidia, dicendoti: "tu quello che vuoi è essere lassù al posto loro a fare lo stesso". Al che può venire da rispondere: "so che se fossi al posto loro correrei la tentazione di diventare un tiranno, per questo mi impongo di non esserci in nessun caso". Credo che una delle poche fortune veramente apprezzabili sia quella di chi riesce a non vendersi mai, a non tradire mai. Ma n~mmeno le rivoluzioni meglio intenzionate hanno dato esiti entusiasmanti. INCONTRI/RAMIREZ Sì, le rivoluzioni vanno a finir male un po' perché la violenza produce quasi sempre effetti negativi, ma soprattutto perché ben presto le persone decenti staccano. Ogni battaglia è questione di resistenza, e l'uomo biofilo, che ama la vita, non può starsene permanentemente con le armi di distruzione ·inmano. Per questo è normale che, dopo ogni rivoluzione, nei posti decisionali restino i peggiori, i negativi. Perché chi ama vivere vuol farlo nella normalità, costruendo quotidianamente cose, sui campi, nel negozio, al bar, con la moglie o la compagna, con gli amici, giocando magari, perché il gioco, il gratuito, è forse la cosa più degna dell'essere umano. Per questo dico che l'opera d'arte ci tocca, per quello che ha di regalo. E il prezzo della chiaroveggenza è sì la solitudine, ma una solitudine aperta, comunicante, solidale. Non dobbiamo starcene da soli. In spagnolo, basta cambiare il' verbo: "soy solo, però no estoy solo". Il mondo dei tuoi racconti s'indovina impotente e abbastanza chiuso in sé stesso, eppure ne scaturisce un allegro fiume di vicende che, per quanto minuscole e non di rado umilianti, sanno di rivincita. Sono fondamentalmente un vitalista. I miei personaggi, anche nelle· situazioni che sembrano più tragiche, non perdono la loro ribellione animale. Sentono una specie di rifiuto verso la casta di quanti si alimentano della miseria e dell'avvilimento degli altri. Disprezzano i ricchi, non solo per giustizia, ma anche per l'intuizione che da ricchi si vive peggio, si è meno umani e più incarcerati. Intuiscono che la solidarietà comincia con la vita, che è quella immediata, quella che spetta a ciascuno nel pezzetto di terra dove vive. Parlami dei "riscos", o "lomos", le periferie proletarie di Las Palmas e di altri centri delle Canarie in cui sono ambientate Pianta di LosPalmas de Gran Canaria (archivio Garzanti). 59
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