Linea d'ombra - anno IX - n. 62 - lug./ago. 1991

provare che gli amanti si erano salvati, sia pure a costo dell'esilio in un altro mondo. Camminai fra pietre, conchiglie, resti della mareggiata. Senza tempo per quei vaneggiamenti, il giorno si chiuse. Faceva scuro, e le onde non avevano restituito alcunché. Ritornai a casa affrontando viuzze che, per la prima volta, mi parvero solitarie. Impassibile, la città sembrava non notare che le avevano rubato tenerezza. Ma nel distante andirivieni delle onde, c'era.un singhiozzo che castigava chi aveva ucciso l'amore. Lanciai un ultimo sguardo alla muraglia e vidi l'oscurità ondeggiare, solenne e tragica. E con una segreta consolazione sentii che il futuro aveva già decretato il lutto in tutte le province del mare. · È la cravatta la morte del timido Dal tanto aspettare l'amore, egli finì per amare l'attesa. Si chiamava Horado, vita guardinga e sogni annacquati. Timido e striminzito, era un infraesistente. Gli altri si trovavano le fidanzate e si esercitavano. Horacio no, inzitelloniva in stato di d.eserto sensuale. - A volte mi faccio pena - sospirava. Gli amici udirono la sua solitudine, compassionevoli. Bisognava aiutare Horacio a uscire da se stesso, a stanarsi; Cercarono una ragazza che accettasse di dar disbrigo ai sospiri del solitario. Non una che si dichiarasse pronta. Horacio, dicevano, manca di vitalità, STORIE/COUTO una pietanza senza ~ondimento. Gli anucr avevano un cuore smisurato:· sondarono tutte le giovani disponibili. Nessuna accoglieva l'idea. Finché si ricordarono di Marta, la più grassa del quartiere. Lei accettò. Quella stessa sera sarebbero-.indati insieme al ballo del circolo. In fondo, anche lei soffriva di solitudine. La sua anima correva la linea delle isole lontane, che, per essere viste, necessitano di un lungo viaggio. La grassa si vestì del suo meglio: andò a frugare in fondo all'armadio e si aggiustò i 'velluti sull'immenso corpo. Era tanta la carne e tanta ne avanzava dal corpo, che il vestito sembrava corto, pericolosamente infimo. La ragazza grassa si guardò allo specchio e quasi rinunciò. La sua immagine eccedeva il riflesso. Pensò di mettersi sulla bilancia ma ebbe paura. Una sola gamba sarebbe bastata a sfasciare l'ago. Soffocata nella sua stessa rotondità, scoppiò in singhiozzi. E quando si aspettava . che grasse lacrime scorressero, vide alla fine scendere lacrimucce strette, in un pianto quasi da uccellino. Marta cercò di reagire, ma · quella era una tristezza portentosa: si fermò, seduta sullo scranno delle ore. All'altro capo della città, Horacio tentava di capire gli abissi della vita. L'idea di andare al ballo lo terrorizzava. -,- Ma che fare? Gli altri lo spingevano fuori dalla paura. Insomma, ci devi andare, ci sono le ragazze. Il povero Horacio rabbrividiva al solo Villaggio africano (foto di Dino Frocchio/Controsto)

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