INCONTRI/FIEDLER anche di Vattimo, La società trasparente, pensano che il postmoderno non costituisca una svolta epocale nell'evoluzione della società contemporanea e cioè una svolta come quella della rivo- • luzione industriale del secolo scorso. In realtà, e credo che tu sia di questo parere, il ruolo dei mass-media e soprattutto quelli della "galassia elettronica", direbbe McLuhan, hanno certamente influenzato se non proprio condizionato la nostra vita e il nostro modo di concepire la cultura. Potresti commentare? L'avanzamento delle "storie e canzoni" prodotte e consumate in serie rappresenta una rivoluzione culturale, un cambiamento radicale nella coscienza umana e come pure nel mondo dell'arte. Da questo punto tutto è cambiato, inclusa la letteratura stampata che, un po' come l'arte dei mass media, è diventata, irrevocabil- ·· mente, un prodotto di consumo nel supermercato della cultura di massa ma che non è sparita affatto (come McLuhan aveva erroneamente previsto) e che anzi ha visto una nuova rinascita, un altro rinnovamento. Con il successo de Il nome della rosa Umberto Eco ha spesso parlato di una ''fine dell'innocenza" nella scrittura, suggerendo che oggi gli scrittori spesso sono consci di scrivere parodie in quanto implicitamente o esplicitamente essi nonfanno,che dirci: "come direbbe Joyce", "come Freud ci dice", ecc. ecc. Epossibile che non ci sia più immaginazione nella nostra "società a una dimensione" (per dirla con Marcuse?) E cioè, credi che oggi lo scrittore non faccia altro che citare, richiamare, o rappresentare in modo kitsch l'arte e la letteratura del passato? Molto prima del postmodernismo, la parodia, intenzionale o involontaria, è diventata uno dei maggiori modi di fare letteratura. Si pensi alle opere più rappresentative dell'Alto Modernismo come La terra desolata di Eliot, / canti di Pound, e l'Ulisse di Joyce. Ma questo era vero già dai giorni del Faust di Goethe. Anzi, perfino La divina commedia di Dante può essere recepita in questi termini, e cioè come un'eco di Virgilio, a sua volta un'eco di Omero. C'è un lavoro critico italiano che pochi anni fa ha riflettuto su questo argomento, mi riferisco a Quasi come di Almansi e Fink. Nel rileggere i tuoi stimolanti saggi nella raccolta What was literature? (Cosa era la letteratura?) possiamo intravedere un Leslie Fiedler deluso che non ha paura di ammettere di aver sbagliato nelle sue aspettative verso lo scrittore, la critica e la letteratura in generale. Come vedi oggi i/futuro del romanza e della letteratura in generale? Quello che è successo nel campo della letteratura e che io non lettere americane" (io nelle mie classi ti ho spesso chiamato "il brillante ribelle della letteratura"). Ho ragione nell'affermare che Leslie Fiedler a volte ha forse sentito il bisogno di scandalizzare i suoi lettori ma che egli non ha mai smessqdi credere nei classici e nelle grandi opere di scrittori quali Dante, Shakespeare, Joyce, Faulkner, Calvino ecc. -anche se dagli anni Sessanta ha creduto · che se la letteratura e lo scrittore pensano di avere un ruolo sociale pertinente questi debbono raggiungere un pubblico molto più vasto di quello dell'ambiente universitario. lo non ho mai cercato consciamente di scandalizzare nessuno, ma sono invece rimasto "scioccato" quando ciò che ritenevo come semplici e comuni osservazioni "sensate" veniva considerato esagerato o offensivo. Forse aveva ragione un mio vecchio collega quando recentemente ha detto di me: ''.Leslie Fiedler è uno che cammina nel mezzo della strada, purtroppo la strada non è stata ancora costruita". Leslie Fiedler è indubbiamente uno dei primi scrittori e critici americani che hanno messo afuoco per i nord-americani l'importanza di Pavese, Vittorini, Calvino e di altri scrittori italiani contemporanei. Puoi spiegarci come è nato il tuo amore per la letteratura contemporanea italiana? Tra il 1952 e il 1953 ero Professore Fulbright alle università di Roma, Bologna e Cà Foscari di Venezia. Qui ho insegnato per la prima volta nella mia vita la letteratura americana - riscoprendola tramite gli occhi di scrittori italiani "extra-accademici" quali Pavese e•Vittorini-e allo stesso tempo scoprendoli come scrittori in una tradizione di cui prima conoscevo poco o niente. A quel punto cominciai a leggere anche Moravia. A incoraggiarmi fu un professore di letteratura inglese all'università di Roma, il cui nome qui non pronuncio perché ho paura del suo potere di "iettatore" anche dopo la sua morte. Per qualche ragione non ho mai finito ciò che volevo scrivere su Moravia; e purtroppo negli anni successivi Moravia non mi ha più interessato. Gli scrittori italiani che ora mi affascinano sono Calvino e specialmente Umberto Eco, i quali condividono il mio gusto per la letteratura popolare. Il successo di mercato del secondo mi è particolarmente piaciuto. È alquanto . prevedibile che il suo primo romanzo sia un tipo di riconoscimento del Giallo (come ricordiamo, tra i suoi primi lavori troviamo uno che tratta James Bond) abbastanza fedele a quel genere popolare per far piacere ai suoi più ardenti seguaci, ma ironicamente non a tal punto da scoraggiare lettori che consciamente non si lascerebbero mai scoprire a leggere delle avventure di 007. avevo prèvisto con chiarezza (anche se, vagamente, lo sospettavo) • Dopo un lungo silenzio, cosa stapreparando Leslie Fiedler per è che a questo punto - particolarmente nel campo del romanzo - i suoi lettori? niente è proibito e che dunque tutto è possibile: realismo, neorea- Quando finii What was literature? promisi pubblicamente che lismo, fantasia, sperimentalismo, didattismo molto calcato,. ecc. sarebbe stato il mio ultimo lavoro di critica di grande dimensione; Non c'è più una scuola dominante, uno stile dominante - anche credo di aver mantenuto la parola. Ma, recentemente ho messo se poi i membri di un certo gruppo che parlano solo tra di loro assieme dei brevi lavori di critica che ho scritto negli ultimi vorrebbero pensare che sia diversamente, Ciò che mi sembra molto quindici anni circa, e ho scoperto che costituiscono tre volumi interessante a questo riguardo è che al momento del presunto . sostanziosi. Il primo di-questi, che cfovrebbe uscire all'inizio del trionfo del postmodernismo, lo scrittore americano più rispettato 1991, l'ho chiamato Fiedler on the roof ("Fiedler sul tetto", ovvio nel mondo intero è Saul Bellow, il quale ha rifiutato non solo il gioco di parole con la coµunedia musicale Fiddler on the roof, "il postmodernismo ma lo stesso modernismo, scrivendo romanzi violinista sul tetto"); mentre il terzo sarà intitolato Back to Innoottocenteschi sull'orlo del secolo ventunesimo. cence dal momento che in esso completo il processo circolare che In un giornale canadese, quando sei venuto a Toronto, qualcuno ha annunciato che arrivava "il selvaggio (the wild man) delle 38 cominciò con la pubblicazione di An End to Innocence nel 1955, trenta lunghi anni fa. Ci è voluto molto tempo per me per "crescere giovane".
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