Quando inizio a preparare un film curo in modo particolare la scelta degli attori e delle location. Non mi piace lavorare in studio perché lì hai soltanto ciò che ci metti, mentre nei luoghi reali oltre a quello che ci metti tu hai già la realtà esistente ed è a partire da questa realtà che determini il modo di filmare. Mi spiego con un esempio pratico: la stazione di servizio di Two Lane Blacktop dove i protagonisti si incontrano e decidono di dare il via alla gara. Era un set molto importante perché quella scena stabiliva la storia e le coordinate dell'intero film. Abbiamo fatto molte ricerche per trovare un posto che funzionasse bene. Al momento di girare si è creata un'azione molto complessa che era una specie di balletto derivante dalla còmbinazione del luogo, dei movimenti degli attori e della storia. Scoperta la bellezza di questo concatenarsi di azioni ho deciso di girare la scena con lunghe sequenze di tre minuti l'una. Le avrei poi raccordate in montaggio, ovviamente, ma questo mi ha permesso di mantenere questa dimensione di tempo continuo. Girando al di fuori degli studios, come dicevo prima, ci si trova in situazioni in cui qualcosa di imprevisto e incontrollato può accadere e questo mi piace molto. In Iguana, a un certo punto, il protagonista va a cercare un nascondiglio lungo la spiaggia, fra gli scogli. Nel momento in cui raggiunge il posto cercato arriva un'onda che lo segue. Non c'era modo di programmare questo ma quando è successo ho capito che era perfetto e non ho avuto bisogno di altri ciak di quell'inquadratura. Un discorso un po' simile si può fare per il modo in cui lavoro con gli attori. Li obbligo a sorprendersi, a rivelare loro stessi e la loro personalità quando interpretano un personaggio.C'è in The Shooting una scena in cui Millie Perkins uccide il suo cavallo. Il cavallo non aveva nulla di rotto e Warren Oates le chiede perché lo abbia ucciso. Millie Perkins non risponde e lo fissa. A quel punto la scena era finita ma io non ho detto stop. Ho lasciato che la cinepresa continuasse a girare, lei è rimasta lì completamente imbarazzata .e ·alla fine ha fatto una specie di sorriso. Era a una reazione di quel tipo che volevo arrivare e, allora, finalmente, ho detto stop. Se è vero che néi suoi film ci sono lunghi piani sequenza è altrettanto vero che poi, all'interno del racconto, ci sono delleforti Una scena di Stradaa doppia corsia I 197 l I INCONTRI/HELLMAN ellissi, degli stacchi e dei raccordi di montaggio spesso eccentrici che finiscono per dare al film un ritmo nervoso e tutt'altro che uniforme. La maggior parte dei montatori pensa che io abbia un approccio innaturale e poco ortodosso al montaggio. Effettivamente in moviola non seguo le normali regole di montaggio mà faccio raccordi in base alle performances degli attori. Se una scena non mi piace come è venuta la elimino, ne scelgo magari un'altra in cui la resa dell'attore è più interessante e costruisce la storia in modo un po' diverso, cercando altre soluzioni di montaggio. Questo crea a volte degli strani effetti e fa si che il ritmo non sia così preciso e regolare come normaimente ci si aspetta. Questo non mi disturba affatto e deriva, come ho detto, dal voler montare in base alle scene in cui gli. attori danno il meglio di sé e mi stupiscono, mi fanno provare delle emozioni. Come giudica la difficoltà che incontra a lavorare in America? · I film che si fanno in America sono determinati dal produttore e io sono considerato un rivoluzionario perché tutte le volte tento di fare un film diverso da quello che il produttore si aspetta da me; non parto mai con idee di ferro e il film cambia durante la lavorazione. Un mio film è un work in progress che nasce dalla stretta collaborazione che io stringo con il direttore della fotografia e con gli attori. Così è normale che pian piano che si va avanti nel lavoro vi siano dei cambiamenti nella sceneggiatura e che sono il frutto di questo lavoro collettivo. Attraverso i suoi film ha sempre radiografato le contraddizioni e i mali oscuri che attraversano la cultura e la società americane. Quale è il suo giudizio sugli Stati Uniti e sul cinema americano di questi ultimi anni? .Per quanto riguarda il cinema è un momento molto difficile anche se io sonQun ottimista che spera sempre di trovare il modo di superare le barriere che regolarmente gli vengono poste davanti. Di fatto esiste una censura fortissima che è la censura del dollaro e credo che il mio giudizio sulla società non sia molto diverso da quello sul cinem11:l'America, forse mai come ora è stata così materialista e dominata dal dollaro. Tra ifilm usciti ultimamente negli Stati Uniti c'è n'è qualcuno che lei ha apprezzato particolarmente? Penso che il film più importante uscito in America negli ultimi anni sia Crimini e Misfatti di Woody Allen, per i discorsi che riesce a sviluppare sulla moralità e sulla giustizia. Rivela del suo autore tanto quanto non è mai successo con nessun altro film. Per questo lo ritengo un film importantissimo e difficile: credo che Woody Allen avesse già tentato di farlo molte altre volte e questa volta ci è riuscito. Come regista è giunto alla sua maturità stilistica. Tempofa lei si è auto-definito "esiliato inAmerica", perché? Mi sento più vicino ai registi e al modo di vita europeo, ma la mia cultura è americana e ho bisogno di fare i miei film negli Stati Uniti. Così vivo perennemente questo conflitto: devo fare film americani e mi sento perso in America. 35
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