Linea d'ombra - anno IX - n. 62 - lug./ago. 1991

camino. Lo notò senza Sorprendersi. Quando s'incamminò su per il sentiero, un uomo vene verso di lui. Era anziano, magro, e un po' curvo, s'era alzato da una sedia pieghevole orientata verso il sole. I due uomini ristettero un attimo, l'uno di fronte all'altro. "Sì, sì" disse il vecchio sorridendo rassegnato, "Così è finita per davvero. È venuto per denunciarci?" "Anche l'anno scorso vi siete trattenuti qui?" Ora anche la donna s'era alzata, diritta e minuta. Abbozzò un piccolo sorrisa divertito intorno alla bocca ben disegnata. "Però quando ce ne andavamo, lasciavamo tutto in ordine. Nessuno poteva accorgersene." Fu costretto a ricambiare il sorriso. "Il mestolo dell'acqua però lo avete appeso a rovescio. Ed anche le forchette." ''Hai visto, Richard, "disse-lei all'uomo," te lo dissi l'anno . scorso che se avessimo scordato quelle quattro forchette lui sarebbe venuto a farcelo notare, te l'avevo pur detto ... Quel materasso color turchese - mi dimenticai d'àppenderlo alla trave del soffitto. Ci avrei giurato che lo avrebbe notato." Ella ora lo fissava: "Me lo sentivo che sarebbe successo, sarebbe stato un vero peccato se un topo ci fosse arrivato, abbiamo corso un bel rischio." Poi, quando la tavola fu apparecchiata per il caffè, proprio in pieno sole, s'accorsero delle piccole cose che ogni anno erano cambiate, minuscoli spostamenti che la donna aveva fatto durante quegli autunni trascorsi in quella casa. Casa d'estate in Norvegia (foto Smitt/G. Neri). STORIE/BORGEN Lui ci aveva pensato più volte e s'era anche preoccupato un po', ma poi aveva allontanato quel pensiero. Provava una strana sensazione sedere qui, al proprio tavolo, come se fosse un ospite. Quella situazione ingigantiva l'impressione di irrealtà che gli dava quel luogo - era proprio quella sensazione che lo aveva sempre costretto a fare un giro nel golfo con la barca, per sincerarsi che la casa ci fosse veramente. Ora, finalmente, ciò che era successo gli dava la conferma che la casa, quando lui non c'era, viveva una propria vita dietro le sue spalle. Quei due commoventi vecchietti - in fondo non erano altro che una specie di pretesto. Era la casa che si prendeva gioco di lui. E durante le lunghe sere d'inverno, quando lasciava che il pensiero tornasse indietro alle passate stagioni, la casa non esisteva; l'estate. stessa non esisteva, era tutta un'illusione, un idillio sognato che non riusciva più a coltivare dal momento in cui la casa spariva dalla sua vista; la nostalgia assumeva quasi un valore simbolico . Così fu quasi senza stupore che udì i due vecchi che gli raccontavano dei meravigliosi periodi trascorsi in quel luogo, alla fine dell'estate. In un certo senso conoscevano la casa meglio di lui. Quel luogo che li induceva à commettere, verso la fine della loro estate, un piccolo atto criminale, per loro era una realtà. "È successo perché c'eravamo accorti che Lei andava via tanto presto ... qui è a settembre il periodo più bello, quando il sole ... anche noi non abbiamo mai posseduto alcun luogo e questo assomigliava tanto a quello che sognavamo da tanto tempo." I due parlavano avvicendando brevissime espressioni del viso; quasi come per chiedere aiuto, o forse perdono.

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