Linea d'ombra - anno IX - n. 62 - lug./ago. 1991

18 ~ Marsilio Frecceacuminateesottili, goccecorrosive,punture di spillo. Grilli:piccoligrilliper lo testa Ferdinando Camon IL SANTO ASSASSINO Dichiarazioni apocrife Unasequenza incalzanu di scrittureb'revi , esarcastiche,percorse da fremiti continui di insopprimibile moralismo pp. l 36, L. 14.000 Régis Debray A DOMANI, PRESIDENTE De Ga11lle,lo sinistra,lo Francia la provocatoriariscoperta delle virtù. di un capocarismatico prefazionedi Silvio Lanaro pp. 135, L. 14.000 ~ Frediano Sessi IL RAGAZZO CELESTE Perchési uccideun compagno? pp. 180, L. 24.000 Letteraturauniversale lzumi Kyoka IL MONACO D.ELMONTE KOYA E ALTRI RACCONTI a cura di BonaventuraRuperti fl ml!ndomagicoe cnidele, fantasticoe sensuak di un modernoautore delGiappone pp. 338, L. 19.000 Charles W. Chesnutt LA SPOSA DELLA GIOVINEZZA a cura di AlessandroPortelli traduzionedi CristinaMattiello la lineadel colore:per laprima volta in italiano i raccontidelpadre fondatoredelloletterat11rafro-americana pp. 264, L. I8.000 Benito Pérez Gald6s TRISTANA introduzionedi VitoGaleota traduzionee note di AugustoGuarino Il giocoambiguodelloseduzione nel romanzocheispiròBufzuel pp. 407, L. 22.000 Elémire Zolla LE MERAVIGLIE DELLA NATURA . INTRODUZIONE ALL'ALCHIMIA Let,gereleannodature egli svincolid'un tralcio, i succhifreschicheirroranoun tronco... pp. 596, L. 45.000 Gigliola Pagano De Divitiis MERCANTI INGLESI NELL'ITALIA DEL SEICENTO Veneziae Livorno,Napolie Paknno: la penetrazioneinglesenelmondomediten-aneo pp. 223, L. 32.000 Gabriella Gribaudi A EBOLI Il mondo meridionale in cent'anni di trasformazioni Unpaesedel Sud indagatoconlopazienza dell'etnologoela precisionedel chirurgo pp. 293, L. 42.000 CONFRONTI riunione annuale. Intorno alla data di questa riunione i Thanatoidi, in uno dei brani caratteristici in cui Pynchon parla sul serio anche se in guisa di fantasia stravagante, vivono una notte eccezionale: per la prima volta, invece di star svegli davanti alla TV, dormono. Il mattino dopo si svegliano tutti all'unisono alla promessa di una vita nuova, di un "risveglio". In questi capitoli conclusivi del libro tutte le diverse generazioni dei vivi si radunano per un'altra occasione, quella che riunisce le famiglie dei nonni di Frenesi Gates. I membri più vecchi di queste due famiglie sono Wobblies e left-wingers di Hollywood, rappresentanti di un'America alternativ.a e inufficiale. Pynchon tratta questa tradizione alternativa come fosse matriarcale: il romanzo traccia la linea ancestrale di tutti i suoi personaggi femminili mentre tratta i suoi uomini come se si materializzassero dal nulla.L'odio che Frenesi nutre per la figi ia neonata e la sua volontaria separazione da lei subito dopo, viola questa 1 inea matriarcale, proprio come la sua alleanza omicida con Brock Vond è un segno di quello che il mito storico del libro considera come il tradimento della vera America alternativa da parte della sinistra degli anni Sessanta. Tutti i libri di Pynchon sono retti da una idea centrale: l'entropia in V., le manifestazioni del sacro in L'incanto del lotto 49, la burocratizzazione del charisma, come descritta da Max Weber, in Gravity's Rainbow. In Vineland l'idea centrale è molto meno astratta, e per questo il libro è anche molto più traducibile in italiano. La caduta in un'era senza vita o morte, seguita da un ritorno al tempo umano, è più la parabola di un'esperienza personale che un concetto: descrive in ermini visionari una fase che può accadere nella vita di ognuno di noi quando tutti i rapporti e gli eventi significanti sembrano farsi inesplicabilmente distanti e inaccessibili. La novità di Vineland è il finale rifiuto dell'apocalisse (un atteggiamento rispecchiato bene nella musica rock_del periodo cui il libro si rifà dall'alto della sua data d'inizio, il 1984, cioè fine anni Sessanta/inizio Settanta) e quindi di un determinismo storico alleato del naturalismo letterario e di quello che si può definire calvinismo letterario, tipico del primo Pynchon. La visione puritana della storia con cui Pynchon nasce romanziere, o meglio adattatore della forma .romanzo a uno schema d'imperscrutabile teologia, cede qui il passo al cammino umano ordinario, al ritmo della biologia generazionale. Ma questo non vuol dire che il tema della necessità storica scompaia dall'orizzonte pynchoniano, solo assume un nuovo rapporto tra libertà e necessità, e quindi genera un plot narrativo singolarmente disinvolto nell'evitare di colmare possibili buchi nella trama o inconsistenze. In fondo i personaggi di cui quel plot è fatto non rimandano in nulla a persone vive, solo a stereotipi morti, assunti più che altro per drammatizzare un'unica idea storico-politica: che il conflitto • opponente negli anni Sessanta radicali e autorità mascherasse di fatto un inconffessabile desiderio di perdersi nell'altro, in un'energia politica indifferenziata: così per quanto riguarda _icorollari del problema, "generation gap" e altro. Si potrà dissentire da questa lettura pynchoniana degli accadimenti americani del1 'ultimo venticinquennio o giù di lì, ma si tratta pur sempre di una storia mistificata, di un ramo dell'albero ovidiàno della metamorfosi storica che diventa vettore di un'impresa immaginativa, non storiografica. La storia mitica, come Pynchon la pratica, infatti, non è uno scenario di potere e fattori di dominazione, ma piuttosto di desideri e consolazioni accadenti su una vasta scala archetipica. Rimanda, semmai, alle sessantesche psicologizzazioni della storia di Norman Brown: di qui si diparte l'analisi vinelandiana secondo cui l'i_nteracultura americana degli anni Settanta e Ottanta sarebbe il frutto di desideri provati negli anni Sessanta nei confronti di un'eternità senza cambiamenti - desideri insomma di un permanente amore-e-morte storico in cui chi si ribella lo fa in nome di una vita 'senza fine' e chi acquiesce autoritariamente cerca continuamente certezze che allontanino la paura della morte. Troppo umano per essere vero! Certo, questo c'è da dire, se non altro a orientamento di chi leggendo il romanzo possa perderne il filo conduttore, fuorviato da una certa leggerezza liederistica ali' insegna. dei molti motivi pop-rock che ancorano il libro a un clima specifico, o dall'ossessiva presenza della soap-opera televisiva, bersaglio privilegiato di ~ynchon: l'operazione di mitografia ordinaria tentata da Pynchon, comunque la si giudichi, è oculatarriente orchestrata a darci un double talk sull'era che fa da insistente referente originante del libro: da una parte, infatti, gli anni Sessanta radicali sono cantati in positivo dal trasporto narrativo del libro; dall'altra, il contenuto totale di esso dice inequivocabilmente un'altra cosa: che ogni nostalgia è fuor di luogo perché il frutto di quei desideri è l'illusorio, degradato presente, evidenziato dall'attacco in massa al porto edenico di Vineland all'insegna dell'immagine più delusiva di tutte, quella di Frenesi Gates, già incarnazione degli impersonali desideri collettivi di gran parte della sua generazione. Vineland resta, dopo tutto il clamore e l'attesa legati alla sua pubblicazione in America, il tentativo di riunire in un'unica immagine aut,orialel'uomo che scrive-fin qui denotato da una anonlrrra impersonalità-e l'uomo che evidentemente soffre. Pynchon continua a rifiutare di rendere pubblica e mercificabile la propria persona. Vineland, tuttavia, rappresenta più il suo autore reale di quanto non si possa sperare facciano le sue fattezze-si dice, ora vagamente affini a quelle di Lincoln - tuttora tenacemente invisibili.

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