Linea d'ombra - anno IX - n. 62 - lug./ago. 1991

CONFRONTI Vocidi ordinariamitografia. · ~ Su"Vineland"di ThoniasPynchon Francesco Binni Come molti prodotti della tarda modernità alcuni dei più rilevanti romanzi americani di oggi incarnano insieme un presente avveniristico e un passato antichissimo: sono buffi e profetici, già, ma anche arcanamente favolosi. astuti come Esopo, mitostoricisti come l'Ovidio della Metamorfosi, oltreché cupi come i Grimm. Penso soprattutto a tre esempi, tutti nel 1990: The Ice Shirt di William Vollmann. Hocus Pocus di Vonnegut, Vineland di Pynchon, ora tradotto in italiano da P.F. Paolini per Rizzoli (pp. 446, L. 32.000). Rifiutando l'ormai stracciata linea minimalista questi romanzi sono anche ricchi e referenziali, una meditazione sulla storia americana: un'elegia, un lamento funebre. I tre autori sembrano preoccuparsi soprattutto della manipolazione multinazionale di diversi aspetti del loro paese (l'economia, il rapporto con l'ambiente naturale, i mass-media, ecc.) in modi che sono chiaramente dissociati dalla loro identità nazionale. Vollmann è il più radicale e va dritto alle origini: The Ice Shirt, il primo di una sequenza di sette volumi che formeranno una storia simbolica del continente nordamericano dalla sua scoperta al presente, parla appunto della scoperta di "Vinland" o "Wineland the Good" (così veniva chiamata la terra americana dai suoi primi scopritori) da parte di esploratori norvegesi, del loro sforzo triennale per colonizzare la terra fertile ma intrattabile, dei loro contatti con gli indiani locali che poi si concluderanno con la loro espulsione dall'America. Il momento simbolicamente culminante del romanzo è certamente quello in cui un indiano, che ha appena ucciso un norvegese usandone l'ascia, la guarda e decide di disfarsene buttandola nell'acqua: un acme narrativo che rimanda direttamente alla scena di 2001: Odissea nello spazio, in cui l'uomo delle caverne getta in aria il suo osso e questo si trasforma in una stazione spaziale - i due momenti sembrano davvero descrivere uno di quei nodi assolutamente cruciali della storia in cui una nuova tecnologia sta per cambiare la storia. Voi lmann richiama espressamente le Metamorfosi ovidiane e i modi complessi in cui la storia può dirsi basicamente una descrizione di metamorfosi, con il passaggio dal mito alla storia e la vera e propria barriera che oggi si deve forzare per riportarsi alla energia immaginativa dei miti di creazione. Anche la visione di Pynchon in Vineland è in fondo sacramentale anche se non numinosa: ihvece di cercare un mondo altrove rispetto a questo qui, ricerca l'ordine e il significato Thomas Pynchon in un disegno di Vini Lowrence. nascosti del mondo in cui si vive. La geografia sacramentale di Vineland è la visione di un luogo sacro, la fittizia Vineland County nella California settentrionale, il luogo che il protagonista Zoyd Wheeler considera come un rifugio, "Vineland la Buona". Questa Vineland visionaria occupa la geografia reale dellél costa californiana da Crescent City a Eureka e le vicint "redwood forests" (la cui decimazione occupa la foto sulla copertina del romanzo). Ma il suo nome, si è già detto a proposito di Vollmann, dice che si tratta di un'epifania della millenaria America alternativa fondata . dai marinai norvegesi. Le genti indigene nella geografia reale di Vineland sono gli Yurok, una tribù che figura in studi antropologici classici, incluso un resoconto psicoanalitico di Erik Erikson. Pynchon si sofferma nel bel mezzo del romanzo a ricordare gli Yurok e a guardare attraverso i loro occhi a un passato visionario - il tempo degli woge, le creature che, nella leggenda Yurok, vissero sulla terra prima dell'arrivo dell'umanità. In uno dei brani culminanti del romanzo, poi, proprio poche pagine prima della sua fine, Pynchon rinarra una leggenda Yurok che si fa leggere come una distillazione visionaria dell'intero libro. L"'eroe" negativo, il persecutore e agente del FBI Brock Vond, dopo l'insuccesso del tentativo disperato di rapire la figlia della sua complice exradicale Frenesi Gates, in un clima di metamorfosi onirica, sale a bordo di un carroattrezzi i cui conduttori, Vato eBlood, sono gli unici personaggi del libro che ricordino l'eredità Yurok: "Mentre guidava, Vato si mise a raccontare una vecchia favola Yurok, in cui si narra di un uomo di Turip, sul fiume Klamath a cinque miglia dalla costa, il quale, avendo perduto la giovane donna che amava, l'insegue nel paese 'Cleliamorte. Quando trova la barca di Illa'a, il nocchiero che traghetta i morti di là dall'ultimo fiume, ne sfonda la carena con una pietra. E così per dieci anni non morì più nessuno, nel mondo, poiché non c'era più la barca per portare all'altra riva i morti. 'La ritrovò, la sua donna?' domandò Brock. No, eh, no. Lui però ritornò a Turip, dove tutti Io credevano morfo. E divenne famoso. Raccontò molte volte la sua storia. Metteva tutti in guardia contro il Sentiero dei Fantasmi che portava a Tsorrek, la terra della morte, dove i pellegrini erano tanti che non ci si rigirava già più. Una volta sotto terra, non c'era modo di tornare indietro. Guardando fuori dei finestrini, Brock si accorse che adesso si levava un muraglione su ciascun lato della strada, la quale si andava restringendo sempre più, e le radici degli alberi si intrecciavano adesso, contorte, sopra le loro teste, e il fango, prima luccicante, si era fatto più scuro, finché solo l'odore era presente. E ben presto, innanzi a loro, si udì il 111ormorìodel fiume, echeggiante, aspro, incessante, e, di là da esso, le voci, non salmodianti insieme ma rimembranti, ragionanti, litiganti, voci che raccontavano favole, che lanciavano maledizioni, che cantavano canzoni, tutto quello che le voci fanno di solito, ma senza mai neppure una brevissima pausa di silenzio. Tutte quelle voci, per sempre." Pynchon ha trovato il racconto dell'uomo di Turip nell'imponente raccolta di Yurok Myths curata dal A.L. Kroeber (1976), in cui appare qome un semplice frammento grezzo detto da un informatore incolto. Ebbene, Vineland lo trasforma in parte nella storia della caccia fallimentare che Brock Vond dà a Frenesi Gates, in parte nel mito storico di un'era in cui l'America ha cercato di vivere "al sicuro in una zona liberata dal tempo", indenne dalla morte ed esclusa dalla vita. Il canto di trionfo che risuona nei capitoli finali del libro celebra la fine di quell'era e profetizza un ritorno alla pena e alla gioia del tempo umano. Pynchon dà un territorio specifico a quella "zona esente dal tempo" creando una comunità piuttosto comica, quella dei Thanatoidi, che esistono in uno stato di mezzo fra la vita e la morte: non già fantasmi o demoni, essi sono uomini e donne ordinari che si trovano a dover affrontare vari guai fiscali perché i loro eredi hanno impugnato legalmente il loro diritto alla proprietà. Gran parte dei Thanatoidi vivono in un luogo chiamato Shade Creek, dove essi guardano la televisione e mangiano cibi ingrassan~ ti per nessun altra ragione che quella che non c'è motivo di non farlo! Nel racconto Yurok nessuno muore per dieci anni: verso la fine di Vineland i Thanatoidi tengono la loro decima 17

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