Linea d'ombra - anno IX - n. 62 - lug./ago. 1991

I CONFRONTI I comprendere l'indipendenza e la giustizia, la perfezione privata e la solidarietà, in un'unica prospettiva". Per i romantici, la politica esiste per il poeta. Per i pragmatisti, il poeta esiste per la società. L'arte consiste nel tenere divise le due cose. Perché la politica è un mondo pubblico, in cui abbiamo bisogno di più solidarietà e di meno ironia. È una conseguenza della tesi principale di Rorty secondo cui non possiamo affidare le nostre-speranze per questa solidarietà, come pensavamo in' passato, alla Ragione, alla Natura Umana, alla Legge _Morale o alla Storia. Dobbiamo affidarle a noi stessi. Dobbiamo trarre ciò che possiamo dal nostro "odierno vocabolario storicamente determinato". Secondo la bella frase di John Rawls, dobbiamo "restare in superficie, filosoficamente parlando". 11v. ocabolario di Rorty, come quello di Rawls, che egli ammira, è il vocabolario del liberalismo occidentale. Il liberalismo, naturalmente, è il linguaggio degli americani perbene. Ma ha anche una virtù più importante. Quando funziona bene, permette quella libertà di parola da cui dipendono tutti i poeti. E se funziona davvero bene - se i cittadini, direbbe Rorty, sono abbastanza ironici nei confronti della propria solidarietà da sentire le nuove immagini come destinate a loro_:_ i suoi poeti non saranno i soliti rivoluzionari che ci mostrano quanto siamo alienati dalla vera umanità, bensì dei riformatori che protestano proprio in nome della società liberale contro quei suoi aspetti che "tradiscono la sua stessa immagine". Di fatto, in "The priority of democracy to philosophy", ristampato in Reading Rorty, Rorty va oltre: i Nietzsche, i Loyola dell'ultima ora e gli altri dello stesso stampo, poeti che deriderebbero il modo in cui stiamo andando avanti nelle democrazie liberali, sono, secondo le parole di Rawls, "pazzi". Non c'è spazio, ha sostenuto lo stesso Rawls, "per domandarsi se il · desiderio umano di giocare i ruoli di inferiori e superiori sia tanto grande da costringerci ad accettare i regimi autocratici, o se la percezione delle pratiche religiose altrui non sia tanto irritante da impedire la libertà di coscienza". Non perché queste domande siano incomprensibili. Evidentemente non lo sono. Né si tratta soltanto di nostre "preferenze" locali. È piuttosto che dal punto in cui siamo, nella dimensione pubblica del nostro io, non possiamo dialogare con coloro che le prendono seriamente. Ma Rorty esita. "Noi nordamericani ricchi, grassi, stanchi", concede, portatori di quella che Rbberto Unger descrive come "la cultura del pensiero sociale e storico che attualmente fiorisce nelle democrazie dell'Atlantico settentrionale, ricca, raffinata, critica e auto-critica, ma anche decadente e alessandrina", siamo "moribondi". Angustiati dal sospetto che la politica di questi luoghi sia "congelata", destinata a un fatale ciclo discendente di riforme e nuovi irrigidimenti. Le vecchie solidarietà sono erose, e l'ironia creativa è completamente sconfitta. Neanche i poeti possono far nulla. Uno scetticismo radicale, come dice Unger, o un fatalismo culturale, è probabilmente tutto ciò che rimane. Ma Rorty non vuole far parte della Scuola del Risentimento, i cui esponenti, osserva duramente, si proclamano costantemente "postX (qualunque sia il valore preliminare di X)" e sembrano sempre in lotta per "superarsi a vicenda in attualità". ("Si è sempre più duri verso coloro a cui si teme maggiormente di assomigliare.") Al contrario della maggior parte degli americani, egli riesce a sentire nuove voci creative, e poiché vuole continuare a sperare è sensibile ad esse. · È sensibile specialmente nei confronti proprio di Unger, un teorico brasiliano che è il più intelligente e costruttivo dei radicali di oggi e - potremmo dire - ha l'onore di essere considerato pazzo dalla maggior parte _deisuoi èolleghi di Harvard. Spiega Rorty: · Unger sostiene la "tesi secondo cui tutto, nelle nostre idee sul mondo, compresi i nostri concetti di contingenza, necessità e possibilità, è sensibile ai cambiamenti delle nòstre convinzioni empiriche''. Questa tesi olistica e guineana fornisce ciò che egli chiama "lo sfondo filosofico di una teoria sociale anti-naturalistica". "Sfondo" è la parola giusta. Non si tratta infatti di un "fondamento" per tale teoria, quanto di uria scusa per non prendere la filosofia con la stessa serietà dei marxisti o dei risentiti. Qu·esta tesi aiuta ad accettare la rivendicazione di Unger che '_'tuttoè politica" - che se la poli.ticapuò creare una nuova forma di vita sociale, ci sarà tempo in seguito per spiegare da un punto di vista teorico come questa creazione è stata possibile e perché era una cosa buona. L'olismo guineano aiuta a rassicurare i romantici che gli uomini dominano la possibilità, oltre alla realtà fattuale - perché la possibilità è una funzione di un vocabolario descrittivo e quel vocabolario è valido per i concetti politici come per qualsiasi altra cosa. Proprio l'esempio di Unger, comunque, suggerisce che è ora · più facile dominarla fuori da Alessandria. Se per'noi c'è ancora una speranza, concludeRorty, essa deve risiedere "nell'immaginazione del Terzo Mondo. Il meglio che ciascuno di noi qui può sperare è che qualcuno laggiù farà qualcosa per rompere il sistema attuale di significati immaginari" entro cui noi ·stessi siamo. adesso intrappolati (''Unger, Castoriadis and the Romance of a National Future", in Robin W. Lovin, Michael J. Perry, a cura di, Critique and Costruction: a Symposium on Roberto Unger's "Politics", Cambridge 1990). Se siamo in trappola come suggerisce Rorty - e in Inghilterra, come in America, vi sono buone ragioni per pensare che lo siamo davvero - non è chiaro che si tratti solo di un problema del Eltsabet_ Sahtouris LA DANZA DELLA VITA Gaia, dal caos al cosmo Prefazione di James E. Lovelock SIAMOPOLVERME,APOLVERDEISTELLE L'avventurosa storia della Terra e il viaggio dell'umanità, dal Big Bang al momento delle scelte per la sopravvivenza. Una prospettiva , femminile sulle visioni della natura F U T U R O Pp. 256, Lire 24.000 · NELLELIBRERI(EDISTRIBUZlONEPDE) O DIRETTAMENTEA CASA VOSTRASENZASPESE • CCP 26441105, SCHOLÉFUTURO, •. V. S. FRANCESCOD'ASSISI 3 • 10122 TORINO 15

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