SAGGI/TUNON Per l'Indio Fernandez l'elemento centrale del film è la sua tesi. Un'opera è grande quanto grande è la sua tesi. Per questo il soggetto è fondamentale, deve avere un contenuto sociale e morale, un messaggio che mostri un dolore o una situazione del popolo. e quando seppero che c'erano lì dei gitani dissero: Questi gitani figli di qui e di là che mi hanno rubato questo e quello, li ammazzo tutti, non vogliamo gente straniera in questo paese. E si fecero avanti per ammazzare i gitani, li volevano ammazzare davvero, e allora dissi: Non preoccupatevi ... Si indovina nel modo di raccontare la scena classica di un western: in un paese di campagna isolato un gruppo indifeso, emarginato ma pieno di dignità (una razza molto bella), è aggredito dall'irrazionale (dei tipi molto ubriachi) e un eroe solitario li difende, li tranquillizza prima che il problema coinvolga anche lui, spargendo inoltre intorno a sé la leggenda, perché tutti gli eroi solitari sono anche leggendari. Questo Indio figlio di qui e di là, già che è qui anche lui, voglio proprio vedere se è tanto coraggioso come si dice. E-io: Cosa vuoi tu? E lui mi prende e con la pistola mi dà un colpo, la tira fuori così e gli altri si fanno da parte. Io sparo bene, molto bene, e quando vidi che tirava fuori la pistola anch'io tirai fuori la mia e... sparai un colpo in aria e poi gliela puntai contro e lui vedendosela contro spara il primo colpo e gli sparo anch'io. L'ho preso due volte, a distanza di due dita, qui nel cuore, ed è morto, l'ho ammazzato. ·Poi venne fuori suo padre, che era uno degli ubriachi del camion, con il delegato, gli mise una palla nel collo, il padre al delegato. E in quel momento viene fuori uno con un mitra e comincia a sparare a raffica ... Il ricordo fatica a uscire, ma man mano che viene a galla acquista indipendenza, sifa sempre più illogico: Per me era come una scena al cinema: quando l'ho visto con la pistola, quando ho visto che la tirava fuori e me la puntava contro, l'ho tirata fuori anch'io. E questo in due decimi di secondo. Così, estrarre, puntare, tirare per colpire. Allora ... gli sparo in alto e lo prendo di mira, sparo di nuovo ... ma la pistola non era mia, questa è una cosa che non le ho detto: quando è arrivato questo tizio che voleva ammazzare i gitani e ha cominciato a dire che l'Indio di qui e l'Indio di là, mi si avvicina un ragazzin9 e mi dà la sua pistola e mi dice: È carica. Era una 45. Stai molto attento perché questo è il pistolero più famoso del governatore, lui e suo padre. Difenditi perc~é ti ucciderà. Erano solo due mesi, anzi due settimane, che ero stato insultato proprio dal governatore che aveva mandato questa gente, erano i suoi pistoleri preferiti ... La scena del western si completa: era una lotta fra due leggende,fra due grandi (il pistolero più famoso del governatore) ed era necessario sparare perché era in gioco la propria vita. Quando Emilio Fernandez seppe che il processo si sarebbe tenuto a Torre6n, venni, mi presentai, in queste cose bisogna presentarsi. E poi sapevo che date le circostanze non potevano trattenermi nemmeno per le settantadue ore, era legittima difesa Qui la sceneggiatura da western si interrompe: non è possibile continuare ad amministrarsi la giustizia di propria mano, bisogna presentarsi davanti alla Legge. Ormai fuori dal gioco della propria leggenda, diventa possibile un'autocritica: Nessuno ha il diritto di togliere la vita a un altro, mai! Ma si ha il diritto di difendere la propria. Io, per esempio, non ho mai cercato uno scontro, mai, ma chi mi cerca mi trova, e mi trova più rapido di quello che io stesso vorrei. Io ho un carattere molto forte, molto violento. È un'ingiustizia. In questo senso sono cattivo, per me uno scontro è uno scontro, non sono baci o pilloline, non mi metto i guanti per combattere, no, sono un duro. In quei momenti sono una bestia. La versione della stampa fu divèrsa, dice don Emilio, perché non amano la gente del cinema, e inoltre è così che vendono i giornali; no? Dicono che era un contadino e uno si immagina un pov1::roagricoltore. Ma nel Nord sono grandi, forti, attaccabrighe ... Emilio Fernandezfu condannato a quattro anni e sei mesi, ma uscì di prigione dietro cauzione e in seguito beneficiò di un indulto del governatore Oscar Flores Tapio, l' 11 gennaio 1979. Nel febbraio di quel!' anno RaulAraiza disse che avrebbe fatto un film sulla sua vita. bi prigione El Indio adattava Tona Machetes di Margarita L6pez Portillo. La sua situazione attuale risente di questa vicenda:·uscendo di prigione non si sentì emarginato, nessuno mi segnò a dito, essendosi trattato di un duello ... Io non sono un assassino, non ho fatto che difèndermi. Penavo che mi dessero lavoro, e invece no, da allora, niente. Girò ancora Mexico Norte e Erotica ma dice che adesso sto morendo di fame. Le promesse di Margarita per la realizzazione di Tona Machetes non si sono realizzate. Deve ancora stare attento, inoltre: Quando si uccide un uomo, quest'uomo ha famiglia e anche se al momento sembrano rassegnati in realtà non si rassegnano mai. Un giorno, con una scusa, per caso, danno la caccia. Per que~to non vado da quelle parti: non voglio svegliare il can che dorme. Ma insiste che l'inattività attuale non credo sia per colpa del duello: se per esempio avessi commesso una frode, allora sì, si deve dubitare e disprezzare una persona. Ma credo che la mia situazione di adesso l'abbia provocata il governo. Dalle sue parole emerge la soddisfazione dell'autodidatta mista a un'ambigua rabbia verso l'élite colta. In quanto a opportunità, El Indio dice di essersi trovato benissimo, e afferma: Io mi sono fatto da solo, da autodidatta, durante la rivoluzione: andavamo da una_parte all'altra e dovunque arrivavo, sempre entravo nella scuola, un mese, una settimana, sempre in questo modo. Ho avuto la fortuna di capire che si deve imparare. Sono stato militare e poi, quando non potei più farlo, mi misi a lavorare, e feci di tutto in modo magnifico, so fare il meccanico, il muratore, il carpentiere, ho imparato negli Stati Uniti, so guidare ... tutto. Adesso quando vado al cinema, perché mi piaceva il cinema, era una cosa bellissima, perché era creativo, adesso non più ... Non sono in condizioni fisiche per condurre un aratro o una zappa, con una cosa del gènere non ce la faccio. Non sono il tipo del commercio e di queste cose, no, e non sono un coyote per inseguire una cosa e l'altra. Per fare cinema, sì che ho la capacità e tutto il resto, sto meglio che mai, con molta voglia ... Non so, ho parlato ... ma non se ne è fatto niente, e la colpa torna ad essere dei settori colti e creoli chr controllano -ilcinema. Copyright Julia Tuii6n Pablos. Da En su propio espejo, Universidad Aut6noma Metropolitana, Iztapalapa, D.F., 1988. 93
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