Linea d'ombra - anno IX - n. 61 - giugno 1991

di me su "Claridades". Diceva cose di questo tipo: "Bufiuel non sa una sola parola di cosa è il Messico. Nei suoi film si vedono casupole miserevoli- con dentro letti di bronzo". Ma se Palacios non li aveva mai visti, io sì, e molte volte. Perfino nelle "città perdute", quando ci si sposa la prima cosa cui si pensa è il letto di bronzo. E dove c'è una famiglia numerosa potete trovare anche tre letti di bronzo. Una coppia di quelle zone mi disse che non si sarebbero sposati se prima non avessero potuto comprare un letto di bronzo. C. La realtà non ha una faccia sola. Oggi si può vedere una "città perduta" coperta da antenne di televisione. È tipico del sottosviluppo: una grande povertà e, in mezza, oggetti tipici di altri livelli di vita. Appunto. Potrei raccontarvi molti altri esempi delle obiezioni suscitate dal film, perfino prima di girare, quando stavamo scrivendo il soggetto. All'inizio avevamo una storia molto diversa da quella che venne filmata. Dei bambini frugavano in un mucchio d'immondizia e trovavano il ritratto di una specie di "hidalgo", un tipo magnifico che si era abbruttito fino a diventare un mendicante della periferia di Città del Messico. Pedro de Urdialas, soggettista messicano, disse che non voleva collaborare a un film nel quale veniva offesa la Madre Patria, cioè la Spag)l.a. Per questo il suo nome non comparve nei titoli di testa, nonostante sia stato lui a dare un sapore messicano ai dialoghi. T. In una celebre intervista del '54 sui "Cahiers du cinéma" lei ha detto che Dancigers si oppose alla presenza di certi particolari irrazionali nel film. Sì. Avrei voluto un paio di particolari che rompessero con il realismo di tipo convenzionale. Quando El Jaibo e Pedro andavano a vedere il ragazzino che poi verrà assassinato, si doveva vedere di passaggio, in fondo a quei terrapieni dove stavano costruendo un grande edificio - uri ospedale della Previdenza Sociale - un' orchestra sinfonica di cento maestri installata sulla struttura metallica. In casa di Pedro, mentre la madre sta cucinando, si sarebbe visto a un certo punto che metteva da parte un cappellino m~raviglioso. Queste cose le si sarebbe viste in un batter d'occhi, le avrebbe avvertite solo uno spettatore su cento, che pera\tro sarebbe rimasto col dubbio, avrebbe potuto pensare a una sua illusione. Erano elementi irrazionali, per non dover seguire alla lettera il soggetto, per non fare una realtà "fotografica". Però Dancigers mi disse: "Bufiuel, la supplico, non metta di queste cose. Con questo film sto già facendo sacrifici: c'è la miseria, non ci sono attori noti, eccetera ..." T. Nonostante le reazioni contrarie, il film fu presentato a Cannes. Sì. Il direttore della Cinematografia messicana era un intellettuale al quale il film piaceva e l'accettò. Fecero un taglio solo nella scena in cui il cieco balla nella tortilleria: una frase di poca importanza. Laggiù in Francia, invece, era ambasciatore il poeta Torres Bodet, che non era un sostenitore del film, al contrario, però aveva per segretari~ Octavio Paz che invece era a favore, e nonostante il posto che aveva all'ambasciata Paz scrisse un testo di presentazione su Los olvidados. Io conoscevo Octavio da pochissimo: da quando avevo presentato il film a Parigi agli amici surrealisti. Ai quali, e tra loro a Breton, il film piacque. INCONTRI/BUNUEL T. Dopo il premio a Cannes, Los olvidados venne riproposto in 'Messico ed ebbe una carriera migliore. Lo ripresentarono al cinema Prado e rimase su sei settimane. È un film che ha fatto la sua strada da solo. Vedo che lo proiettano ancora molto nei cinema, nei cineclub, alla televisione. In Francia gli dettero un titolo spaventoso. T. Pitié pour eux. Bruttissimo. Qualcosa come Perdonateli, Dio mio! Pensate se nei libri fosse scritto: "Bufiuel, autore di Pietà per loro." Che vergogna! L'angelo sterminatore T. Nelle.filmografie L'angelo sterminatore appare come "basato sulla commedia di ]osé Bergamin I naufraghi della via Provvidenza". Niente di tutto questo. Di Bergamin in tutto il film c'è solo una riga: il titolo. Quando mi recai a Madrid per girare Viridiana, io e Bergamin ci vedevamo in una "pena" frequentata da molta gente: toreri, scrittori, gente di cinema. Un giorno Bergamin mi disse che aveva intenzione di scrivere un'opera teatrale intitolata L'angelo sterminatore. Viene dalla Bibbia, dall'Apocalisse, ma era anche il nome che si davano i membri di un'associazione spagnola, gli apostolici del 1828, e credo anche un gruppo di mormoni. Dissi a Bergamin: "È un titolq magnifico. Se vado per una strada e vedo annunciato uno spettacolo con questo titolo, entro subito a vederlo." Bergamin non scrisse mai L'angelo sterminatore. Poco tempo dopo, Alcoriza e io scrivevamo una sceneggiatura che si chiamava I naufraghi della via Provvidenza. Punto di partenza era una storia che mi era capitata nel' 40 a New York, unita a quattro-cinque altre, tra cui quella che sarebbe diventata Simone del deserto e l'episodio della bambina "rapita" che inclusi molto tempo dopo nel Fantasma della libertà. I naufraghi della via Provvidenza era un titolo lungo e letterario: non mi piaceva. Pensai al titolo di Bergamin e gli scrissi chiedendogli i diritti, e lui mi rispose che non c'era niente da chiedere, dato che quelle parole figuravano nell'Apocalisse. · T. In quegli anni sarebbe stato difficile fare il film con un produttore che non fosse Gustavo Alatriste. Una storia così non l'avrebbe accettata nessuno. Proprio vero. O forse la si sarebbe potuta fare, ma con minor libertà.L'ideale, naturalmente, sarebbe stato di farla in Inghilterra, in un posto in cui esiste davvero uno stile "alta società". Ma con Alatriste ebbi tutta la libertà del mondo. Non mi chiese di togliere niente, non mi chiese di aggiungere niente. E neanche conosceva il soggetto: tutto quello che gli dissi era che si trattava di alcune persone che inspiegabilmente non riescono a uscire da una casa. "Avanti", mi disse, "lo faccia come gli pare". Se non mi spinsi più lontano, è stato per autocensura. Oggi farei d.imeglio. C. In che senso? Lascerei i personaggi rinchiusi nella casa per un mese, fino ad arrivare al cannibalismo, alle messe a morte, per mostrare che forse l'aggressività è innata. · 83

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