Arance aspre e bacche aspre "Là a Comala ho tentato di piantare una vigna; non cresce. Crescono solo arànci e mirti, che danno arance ·aspre e bacche aspre. Ho dimenticato il sapore delle cose dolci." Le interviste a Rulfo sono sempre come le arance e le bacche di Comala. Quando gli feci la prima domanda, nel gennaio del 1954, rimasi mezz'ora ad aspettare la risposta. Mi guardava tristemente, come guardano quei cani a cui si toglie una spina dalla zampa. E alla fine cominciai a sentire la voce di quelli che coltivano u_ncampo secco è riarso come una terracotta, aspro e duro come un pezzo di cuoio. Questo fu ventisei anni fa. Rulfo era grassottello e gli piaceva molto (l'albero isolato de La pianura infiamme) spenzolarsi dai rami degli alberi della colonia Cuauhtémoc. Poi diventò famoso, e questo non gli piacque, perché la fama dà alla testa. Ma in quegli anni, quando camminava per le strade di Tfber, di Duero, di Ganges, Nazas e Guadalquivir (il Fondo di Cultura era a Panuco) non gli si vedeva la tristezza da nessuna parte. Al contrario, rideva anche col primo cane che passava. E i cani lo segui vano oltretutto; quelli da guardia, quelli di Non senti abbaiare i cani. Adesso credo che non ci sia più speranza di incontrare cani sul Paseo de_la Reforma, ma allora Rulfo aveva una fissazione per loro. "Una volta, nei villaggi spegnevano la luce alle undici di sera, e nessuno sapeva dove andava nell'oscurità, se la gente era in casa o fuori, .e solo grazie ai cani, grazie ai latrati dei cani, uno localiz,zava i cristiani, sapeva che lì viveva della gente. Io ho percorso molte volte di notte la campagna e quando non sentivo latrare i cani sapevo che mi ero perso." Così camminava Rulfo, lungo i fiumi della colonia Cuauhté_moc.Poi lo incontrai a questa e quella cena in suo onore. In una, l'ammiratrice più fervida si avvicinò per Juan Rullo e Elena Poniatowska. SAGGI/PONIATOWSKA chiedergli: "Signor Rulfo, che cosa prova quando scrive?", e senza quasi sollevare lo sguardo Rulfo grugnì: "Rimorso." In un'altra, all'Ambasciata Italiana, a un lungo tavolo da cerimonia, Alberto Moravia lo interpellò: "Signor Rulfo, la cena è quasi terminata e non abbiamo sentito la sua Voce", e Rulfo allora disse molto lentamente, "Sapete, a Comala stanno dissotterrando i cadaveri dei cavalli." Il figlio dello sconforto Quelli che credono che Rulfo sia una guida corrono il rischio di essere trascinati ciecamente per tutte le strade del Messico con la sua frusta che insanguina il loro petto. Non è un indigeno, non parla nahuatl, non ha sulle spalle una testa olmeca, né si tratta di un antropologo precursore di Carlos Castaneda, né vive alla maniera di Francisco Goitia, il pittore che nascondeva in una chinampa di Xochimilco la sua nazionalità spagnola. Dietro alla sua apparenza selvatica, alla sua magrezza, al suo parlare laconico e sbigottito, alle sue mani e al suo volto sfuggenti, si innalzano gli scaffali di una dellè biblioteche più ricche ed. erudite del Messico, il girare ininterrotto di una puntina sulle facce nere e rotonde di Lulli e di Scarlatti, di Couperin e di Buxteh_ude, di Telemann, Pergolesi, Rameau, Cimarosa e del madrigalista inglese Thomas Morley. Come le pietre delle fortezze medievali traspirano canto gregoriano, così Rulfo i liuti, il clavicordo, il mandolino. A mattutino si levano le voci pure e acute che penetrano nell'anima e diventano Agnello di Dio. "Orlando di Lasso, Perotino Magno, Petrus de Cruce, tutta la musica del Medioevo. Guarda; so a memoria l'opera omnia di un'infinità di musicisti del Medioevo, del Rinascimento, del Barocco; tutti i veneziani fino al culmine del Barocco: Bach. Conosci le grandi messe da requiem, la scuola di Notre Dame? Charpentier, Dufay? Hai mai sentito il Cammino verso Santiago? La musica spagnola antica è meravigliosa, quella di Alfonso il Saggio; i canti; questa è quella che più mi piace, la sento tutte le sere, per questo non esco di casa, leggo e ascolto. Hai mai ascoltatò Corelli, Gabrieli, Vivaldi, Albinoni, Boccherini, Tartini, Haendel? Non sento mai musica corale, non mi piace neanche il rock 'n' roll, non chiedermelo, niente di moderno mi piace, né la letteratura alla moda, né la musica alla moda, né i ragazzi e le ragazze, né i lorn pattini a rotelle, né le loro parole sforzate, le loro volgarità, la loro asprezza; la loro stupidità. Arreola rinunciò al Centro Mexicano de Escritores per non essere costretto a leggere letteratura alla moda; smise di soffrire quando non dovettè più ascoltare questi testi infami, questo attentato alla cultura. In verità anch'io ho smesso di arrabbiarmi." A fare l'appello Di quanto tempo ebbe bisogno Rulfo per diventare quello eh~ è? Prima lavorò nell'Archivio della Secreteria de Gobemaci6n con Jorge Ferretis. Poi lo nominarono Agente per l'Jmmigrazione a Tampico, Ojinaga, San José del Cabo e Guadalajara. Il suo compito era di scoprire quelli che non avevano le carte in regola. (Per me le carte sono sempre state traumatiche; permesso di residenza, FM2, permesso di lavoro, permesso di vita. Non c'è posto sulla terra per gli esiliati. La loro patria è il mare, la stratosfera, la luna.) All'Ufficio Immigrazione di Guadalajara gli inviarono gli equipaggi di petroliere tedesche e italiane trattenute 71
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