Linea d'ombra - anno IX - n. 61 - giugno 1991

gli ospedali, le discoteche e i bar, all'interno dell'orario ordinario dei suddetti esercizi. Il nuovò clima di concordia fu suggellato dall'ascesa al soglio pontificio di un ex-ministro democristiano alle poste che assunse il nome di Liggio I. L'espulsione dell'Italia dalla Cee, avvenuta nel 2033, non creò particolari problemi perché il nostro paese aveva provveduto ad aderire alla nuova Comunità Economica Intercontinentale con la Colombia, il Bronx e Chinatown che permise di sviluppare un proficuo processo di cooperazione sovranazionale. Mentre scriviamo la parata del cinquantenario si è appena conclusa. Grandi applausi hanno riscosso le redazioni dei quotidiani nazionali nelle loro eleganti uniformi, il corpo delle guardie carcerarie dell'Aspromonte, l' équipe di Domenica In, i reparti degli stilisti del pret-à-porter, gli sbandieratori di Gladio con i loro simpatici Nasco, gli sventagliatori di Gela, le associazioni politico-affaristiche della Duomo Connection, l'Alta Autorità per il coordinamento dei produttori di gadgets, le majorettes della "Sacra Congregazione Missionaria s.p.a." del gruppo Iri-Fininvest, i giornalisti de "l'Espresso-Sorrisi e canzoni", i 28.000 dipendenti del pronto soccorso di Palmi, i membri del Consiglio Superiore della Magistratura con le loro bellissime livree, i degenti dell'ospedale psichiatrico "F. Cossiga". Al termine della sfilata, dopo le brevi allocuzioni del ministro dell'interno Pier Luigi Gava, del presidente del consiglio Ferdinando Andreotti e del Presidente della repubblica sig.ra Lucrezia Gelli, ha preso la parola il primo segretario del Pcus Leonida Craxi che ha voluto ricordare le antiche radici della nuova repubblica nel mitico '89 e nel crollo del comunismo totalitario e non ha mancato di rinnovare il proprio personale impegno per la riduzione del disavanzo pubblico, per un solerte avvio delle privatizzazioni, per la lotta contro la droga e per i referendum IL CONTESTO t, Disegno di Cork propositi vi. L'unica nota polemica, in una giornata contrassegnata da un clima di sincera cordialità, è stata la dichiarazione, diramata in serata dal sottosegretario alla Marina Mercantile, on. Gaetano Occhetto, con cui ha lamentato di essere stato escluso, ancora una volta, dal palco delle autorità. Appena i discorsi sono terminati, la gente - che era accorsa numerosa - ha affrettato il passo verso casa. Possiamo scommettere che questa sera nessuno rinuncerà ad assistere alla prima pun,tatadella 158°edizione di Fantastico con l'attesissimo ritorno della coppia Angelo Baudo e Donatella Carrà, da troppo tempo assenti dai teleschermi unificati della Video Radio Emittenza per un Massiccio Intrattenimento Anonimo (VREMIA). Cent'anni di solitudine Prime riflessioni su un'enciclica Gianfranco Bettin Appena dopo aver incontrato in Vaticano il Papa, il primo dicembre 1989 parlando in Campidoglio Michail Gorbaciov, nel discorso in cui inopinatamente celebrava il valore della "misericordia", auspicava per il mondo sovietico una "spiritualizzazione della vita che sappia rivoluzionare le coscienze, tenendo come punto di riferimento i valori morali eterni e le semplici leggi di moralità e di umanità". La lettura della Centesimus Annus ci fa scendere nel pieno di queste "semplici leggi di moralità e di umanità", in nome delle quali Karol Wojtyla sottopone a critica radicale l'esperienza storica e l'impianto ideologico del socialismo e a una critica severa gli aspetti più ingiusti, le distorsioni, gli sperperi dei sistemi capitalistici. Nel pieno dei grandi, squassanti mutamenti che tra l'estate dell' 89 e l'inverno del '90 hanno cancellato dall'Europa i "socialismi reali", Gorbaciov non poteva non sentire il fascino e la forza, suggestiva e politica insieme, di quel richiamo. E non poteva che cercare di farlo proprio, tentando anzi di riproporlo in patria, di offrirlo come orizzonte di valori e di indicazioni pratiche alle masse disorientate e arrabbiate dell'immenso impero. Molti critici rilevano ormai che proprio questo è il limite deludente del progetto, o del sogno, di Gorbaciov: il proporre, cioè, non tanto una strategia articolata e precisa di fuoriuscita dal vecchio sistema, quanto una generica sebbene sincera volontà di farlo, verificabile certo, nell'efficacia, nella sua pars destruens, che abbatte tiranni e regimi, ma impotente, vaga e velleitaria .troppo spesso nel suo cammino verso il nuovo. L'impresa di Gorbaciov è talmente poderosa da meritare ogni comprensione e ogni appoggio, ma è difficile dar torto a questi critici. È anche difficile dar torto a taluni critici dell'ultima enciclica papale. Essa è certamente stata pensata ed elaborata "dentro" gli eventi dell'89 (esplicitamente e ripetutamente richiamati nel testo, che gli dedica un capitolo cruciale). È quindi, in un certo senso, vero, come rileva Baget-Bozzo, che "questa enciclica è legata a una situazione precisa, a popoli definiti in tempi e spazi delirpitati" per cui "l'Est diviene il luogo storico e politico da cui il papa parla". Ed è anche vero - lo nota Paolo Flores d' Arcais - che il papa riprende temi e giudizi da tempo acquisiti nell'area liberal-democratica (nei suoi filoni più limpidamente critici) e, più recentemente, ecologista. Orientamenti non nuovi, dunque. Ma è un fatto che entrambe queste matrici della Centesimus Annus rinviano a elaborazioni maturate nel pieno di fondamentali processi della nostra epoca. Le trasformazioni all'Est, e le lunghe lotte, i lunghi percorsi che li hanno preparati e prodotti, così come - e specularmente - la coscienza delle aberrazioni del capita- _lismoe di quelli che sono stati chiamati i suoi "limiti" (da ultimo, 5

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