CAMMINO AffRAVERSO ••• e altre poesie Leonard Cohen a cura di Francesca Piviotti Inghilleri In Italia, diversamente da quanto è accaduto in molti altri paesi europei, la poesia di Leonard Cohen non è mai stata tradotta, rimanendo un prodotto di élite diffuso soprattutto tra i fan di Cohen cantante. Mi sono spesso rammaricata che l'opera del poeta e scrittore canadese, presente sulla scena letteraria da più di 30 anni, non godesse anche da noi di una diffusione più ampia; oggi - forse anche facendo di necessità virtù - mi sembra, al contrario, che presentare Coheq_avendo a disposizione il suo lavoro di tutti questi anni possa fare apprezzare maggiormente un percorso umano e artistico di ricerca conoscitiva mistica e trascendentale condotta laicamente e con rigore, intuibile nei primi libri, che col tempo si è fatto più nitido e marcato. . · A volte le poesie giovanili di Cohen, acclamato in patria già negli anni Cinquanta come "golden boy" della letteratura canadese, mi fanno pensare agli amori adolescenziali: troppo perfetti per poter sopravvivere nella realtà e nel tempo se non al prezzo di trasformazioni tanto profonde da renderli quasi irriconoscibili. Per Cohen la "discesa nel mondo" inizia dopo la pubblicazione di due volumi di poesie, Let Vs Compare Mythologies del 1956 e The Spice Box of Earth del 1961, e di un romanzo, The Favourite Game, del 1963 (Il gioco favorito, 1975). Questi sono libri gonfi delle ebbrezze e del tormento per la scoperta dell'energia della parola, del potere della poesia di manipolare la realtà, della dannazione che ne deriva. Cohen qui è l'eroe, il creatore di miti, il mago che trasforma la realtà <lignificandola: crea mondi stupendi e vi colloca le sue creature congelandole nel momento più alto della loro bellezza. Ma Cohen è un manipolatore con gli occhi aperti, conosce il proprio ruolo nella creazione della leggenda, possiede la coscienza: "Gli Ebrei sono la coscienza del mondo e i Breaveman sono la coscienza degli Ebrei. E io sono la coscienza dei Breaveman"1, salmodia Lawrence Breaveman, "F artista da giovane" e alter ego di Cohen in The Favourite Game. E la voce della coscienza diventa, nelle poesie, pathos, manipolazione anti-romantica di una scrittura che a volte raggiunge l'apice del romanticismo e dove Michael Ondaatje ha trovato " ...le descrizioni più sensuali, evocative e decadenti della poesia canadese" 2 • In Flowers for Hitler, una raccolta di poesie del 1964, e soprattutto in Beautiful Losers, un romanzo del 1966, il potere paralizzante della bellezza e l'immortalità della perfezione cedono il posto al mondo degli uomini, della carne e del sangue dove è possibile ogni nefandezza e ogni resurrezione. Flowers for Hitler si apre con l'esortazione di Primo Levi a non permettere che tra le mura domestiche gli uomini liberi non abbiano a patire le stesse sofferenze che vengono inflitte nei lager. I criminali nazisti, il Male per Cohen, non sono altro che la potenzialità distruttiva presente in ognuno di noi che i media hanno dilatato rendendola eccezionale: Hitler, Eichmann, Goebbels appaiono come piccoli .uomini resi giganti dalla propaganda: "OCCHI ... Normali ..., CAPELLI... Normali...., DITA DELLA MANO ... Dieci ... Che aosa vi aspettavate? ... Saliva verde? Pazzia?" 3 Cohen usa allora la scrittura per un'operazione speculare: fare grande il desiderio di libertà ed' anarchia nascosto nelle vite dei perdenti, dei deformi, dei pazzi per una nuova stirpe di eroi e di santi. Il bambino psicotico, la regina Vittoria, Alexander Tracchi "Public Junkie", lrving Layton, Lady Marilyn non incarnano più la bellezza scintillante delle ferite, ma quella purulenta dei foruncoli. Le poesie di Flowersfor Hitler rivelano, con un linguaggio che da lirico è diventato retorico, ciò che Cohen vede "attraverso il freddo specchio dell'oppio" 4 e anche i destinatari non sono più gli innamorati che erano soliti scambiarsi i suoi libri come pegno d'amore. . Cohen è qui l'artista che usa se stesso come cavia distillando dalle esperienze della propria vita ciò che è comune a tutti noi e restituendocelo. "La storia di tutti loro" è il primo dei tre libri di Beautiful Losers, il cammino di ognuno e di tutti verso la liberazione dalla schiavitù dell'Io per superarne le divisioni inconciliabili - nel romanzo incarnate dai due protagonisti I e F - e raggiungere un'unità cosmica al di là dei propri limiti mentali e fisici, e giungere al SE, ipotetica "umana remota possibilità".5 Figura dominante del libro è la morte, morte attraverso la quale sono già passati tutti i personaggi tranne l'io narrante che, nutrito dal disperato ricordo dell'amore di chi non c'è più, troverà a sua volta l'energia per compiere il passaggio. In Beautiful Losers Cohen sembra dare per la Foto di Dominique lssermonn. prima volta tutto ciò che possiede, tutta la propria esperienza: "Stavo scrivendo una liturgia ... una grande, pazza preghiera confessionale, usando tutte le tecniche del romanzo moderno. Quella era la disciplina alla quale ero stato educato ... Beautiful Losers era tutto ciò che potevo dare in quel momento perché non avevo niente da perdere. In verità non ero interessato a custodire proprio nulla". 6 Beautiful Losers è la storia di un paese, il Canada , con gli Indiani, i Gesuiti, il terrorismo ·québecois; è la storia di una razza, gli Ebrei, e la speranza di una rinascita spirituale; è la storia di un uomo chiuso nella disperazione del proprio lo che brama di congiungersi all'universo. Avvalendosi di molto humor, del linguaggio dei fumetti e di quello della pornografia Cohen ha trasformato il dolore e la saggezza in una delle letture più brillanti e spassose probabilmente di tutta la letteratura canadese. Con The Energy of Slaves, una raccolta di poesie pubblicata nel 1973, è il mito di Cohen, ormai personaggio pubblico e cantautore di successo, a venire messo sul tavolo anatomico e sezionato, quasi a sottolineare "la perdita del senso del tempo storico" che segna il passaggio tra gli anni Sessanta e Settanta. Si tratta di poco più di un centinaio di poesie composte per la maggior parte dopo un lungo periodo trascorso in vari monasteri in Asia e in Europa, il cui soggetto, la poesia, si ripete (come il tema amoroso nelle opere giovanili) con un ritmo quasi ossessivo. Non sono più riflessioni sulla poesia in quanto mezzo per trasformare la realtà o sulla sua funzione mitopoietica: Cohen parla in maniera autoconfessionale della poesia come dovere, del rapporto tra autore, poesia e pubblico, della distorsione che si è creata, con il successo, tra il messaggio trasmesso dal poeta e ciò che il lettore ha ricevuto. Qui l'energia individuale, diversamente da Beautiful Losers, non è intesa come forza centripeta che permette all'uomo di uscire dai propri limiti e unirsi profondamente con l'Altro, ma in un significato più proprio della tradizione ebraica. L'energia che si sprigiona dalla luce del giorno è ripartita in modo ineguale tra gli uomini e gli schiavi sono coloro che vengono condannati a vivere nel buio affinché altri possano riceverne una maggiore quantità; in queste poesie, spesso cupe e dolorose, anche Coheri è uno degli uomini espropriati della propria energia, della parte 65
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