Linea d'ombra - anno IX - n. 61 - giugno 1991

tessera per ritirare i tuoi soldi dal conto corrente, sia che pensi al movimento dei corpi celesti. Voglio dire che tutti questi sistemi mi sembra che interagiscano. Ma intendo tutto questo in termini generalissimi, e non so che tipo di studi scientifici si stiano facendo. Credo che i segreti all'interno dei sistemi siano ciò che ho messo nella mia opera. Ma sono quasi segreti di coscienza, o modi in cui la coscienza è replicata nel mondo.naturale. Nei tuoi libri sembra esserci anche un'attrazione per l 'eufemismo e il gergo; per esempio, la nube di gas velenoso che crea un disastro ambientale in Rumore bianco è ripetutamente indicata con l'espressione "elemento tossico àvio-trasportato ". È un linguaggio che tiene a distanza la realtà nello stesso momento in cui tenta di calarla in un modello formale. La cosa interessante del gergo è che se vive abba_stanza cessa di essere gergo e diventa pàrte del linguaggio naturale, e ci troviamo a usarlo tutti. Credo che tutti siamo disposti a usare espressioni come "time frame" che, quando venne usata per la prima volta, durante le indagini per il Watergate, aveva quasi un'aura di malvagità, essendo pronunciata da uomini dei quali avevamo imparato a diffidare profondamente. Io non penso al linguaggio in termini teorici. Lo avvicino a livello della strada. Cioè ascolto attentamente il modo in cui parlano le persone. E trovo che quanto più uno scrittore si avvicina a ritrarre ìl discorso reale, tanto più stilizzato esso sembra sulla Fot; Magnum (do Gli attentatori, De Agostini 1973). INCONTRI/DE LILLO pagina, sicché il lettore può ben concludere che si trova di fronte a un'esperimento sul dialogo anziché a una semplice trascrizione, come è in realtà. Quando incominciai a scrivere Players, la mia idea era di riempire il libro con il linguaggio intimo, casuale, informale, usato tra amici o tra marito e moglie. Questo era il vero scopo del libro, per quanto mi riguardava. Ma in un modo o nell'altro venni quasi immediatamente portato altrove e mi trovai a descrivere un omicidio in borsa, e naturalmente da quel momento il libro prese una direzione completamente diversa. Nondimeno, inPlayers, credo che vi sia ancora il sens.odel linguaggio così come realmente esce dalla bocca della gente. E l'ho rifatto in Libra. In questo caso non traducevo dalla lingua parlata quanto da quella scritta delle per one che testimoniarono davanti alla Commissione Warren. Marguerite Oswald ha un modo di parlare assolutamente unico, e non ho affatto dovuto inventarlo. Ho solo dovuto leggerlo e poi rifarlo, riprovarlo per le esigenze del passaggio particolare che stavo -scrivendo. I tuoi personaggi vengono spesso criticati come irreali ·_ bambini che parlano co'?leadulti o, come in Ratner's Star, personaggi le cui coscienze sembrano sul punto di mischiarsi l'una nell'altra. Come consideri tu i tuoi personaggi? Probabilmente Libra rappresenta un'eccezione nella mia opera perché ho cercato di connettere un po' più strettamente lemotivazioni con l'azione. Questo perché c'è un documento ufficiale - se non delle motivazioni, almeno dell'azione di tanti personaggi del libro. Quindi bisognava dar loro un certo senso, e io ho cercato di fornire il senso che mancava. Per esempio, perché Oswald ha sparato al Presidente Kennedy? Credo che nessuno lo sappia, ma nel libro ho cercato di riempire il buco, anche se in modo per niente preciso. Non c'è nessuna facile risposta a questa domanda. O riesci a entrare nella vita e nella coscienza di un personaggio o non ci riesci, e in molta narrativa moderna credo che non sia necessario farlo, né come scrittore né come lettore. Molti personaggi moderni hanno una vita piatta - volutamente - e molti personaggi moderni non esistono da nessuna parte. Non c'è un forte senso dell'ambiente, in molta narrativa moderna. Ecco un'«ltra cosa che mi differenzia. Io sento il bisogno di dare un certo spessore allo sfondo che disegno intorno ai miei personaggi. Credo che in tutti i miei romanzi vi sia un forte senso dell'ambiente. Ma nella letteratura contemporanea in genere c'è la forte sensazione che il mondo di Kafka e di Beckett sia sceso sull'America contemporanea, perché i personaggi sembrano vivere in una condizione teorica più che reale. Io non condivido quella sensazione. Ho sempre avuto un punto d'appoggio nel mondo reale, di qualunque tipo siano i voli esoterici a cui di tanto in tanto posso indulgere. Nella tua opera, e soprattutto in Rumore bianco, sembra che vi sia una passione per quelle che potremmo definire le trappole dell'esistenza della periferia piccolo-borghese, al punto che uno dei personaggi descrive il supermercato come un luogo sacro. Io lo chiamerei piuttosto il senso dell'importanza della vita quotidiana e dei momenti banali. In Rumore bianco, in particolare, ho cercato di trovare una sorta di radiosità nel quotidiano. A volte questa radiosità può essere pei;fino spaventosa. Altre volte può essere quasi sacra. C'è davvero? Ebbene, sì. Non credo come 41

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