Linea d'ombra - anno IX - n. 61 - giugno 1991

SCIINll/SACHS 3. La natura deve essere mantenuta sotto osservazione preventiva. Da un punto di vista storico, l'aver privato di anima la natura ha costituito la premesse gnoseologica per la sua manipolazione illimitata. Visioni del mondo che accordano alla natura lo status di soggetto pongono un limite alla sua manipolazione, perché altrimenti, come accade.nelle relazioni interpersonali, ci si dovrebbero aspettare, in un modo o nell'altro, risposte poco simpatiche. Solo la morte della natura quale soggetto vivente - morte avvenuta agli . inizi dell'era moderna- spianò la strada per quella prassi sintetiz- · zata dal motto di Descartes circa l'uomo quale signore e padrone della natura; quel che è morto non può certo ribattere. Nella stori~ della teoria degli ecosistemi, anche il passaggio dalla metafora di organismo a quella di macchina autoregolantesi si trova sulla stessa linea, tendente all'ampliamento cognitivo dello spazio per i fini di utilizzazione tecnica, ma questa volta a un diverso livello: mentre il dominio sulla natura aveva fino a questo momento puntato essenzialmente e fiduciosamente sul conseguimento degli effetti desiderati, ora si tratta di evitare effetti collaterali indesiderati. Dopo aver già asservito a lungo la natura, ora, in un certo • senso, si. tratta di stornare la sua vendetta. Il pensiero sistemico punta al controllo di second'ordine, sul controllo·del controllo. È, questa, l'epistemologia per un' osservazione e un controllo preventivi dello sfruttamento della natura. 4. Fra na!ura e artefatto non esiste differenza sostanziale. La storia della teoria degli ecosistemi può essere letta come la storia di una successiva conquista concettuale. Il pensiero europeo tracciò per lunghi periodi linee di demarcazione nette tra il regno minerale, vegetale, animale, umano e degli artefatti. I confini venivano spostati avanti e indietro, ma l'esistenza stessa dei confini era di solito fuori discussione. Diversamente l'ecologia. Essa si concentrò inizialmente su comunità vegetali, includendovi successivamente, con il termine "comunità viventi", gli animali per poi abbracciare, con I' "ecosistema" di Tansley, anche la vita inanimata, e con l'ecologia umana anche l'uomo; la metafora della macchina chiuse poi il cerchio con gli artefatti. Il pensiero sistemico hà livellato ogni differenza ontologica: lana-· tura non si-discosta sostanzialmente dagli artefatti e l'uomo non si discosta sostanzialmente dalla natura. I campi sono integrati concettualmente dalla strategia della meccanizzazione metaforica: ovunque, la realtà portante è la reazione cibernetica. Come conseguenza del pensiero sistemico, le immagini che gli uomini producono di sé e del mondo sono attraversate sempre più spesso da metafore tecnologiche. La natura ha così ceduto alla tecnica tutta la propria energia creatrice di miti. L'immaginazione diventa tecnomorfa. Tuttavia, nei secoli, i miti della "natura" e della "vita" sono serviti da spalla per contrastare la pressione conquistatrice della tecnica. Più la metafora della macchina occupa la coscienza, più arduo diventa abbandonarsi alla tecnica. Di quàli miti si deve allora nutrire la protesta? Copyright Wolfgang Sachs 1991 BORO M&P - ' NON ROMFEIEGLIL'AMBIENTE•. Rompete la disinformazione. Leggete La Nuova Ecologia. Oggisonotuttiecologisti.Aparole.Perdifenderel'ambientenonbastaparlare:ognunodevefarelapropriaparte.LaNuovaEcologial fa dasetteannioffrendoun'informazioneaggiornataeautorevole.Dal 7 maggio · è inedicolacompletamenterinnovata.Unanuovavestegrafica,lacartasenzacloro, inchieste,scoperte, idee,indirizzieconsigÌiperpraticareun'ecologiadomestica, difenderelasalute vivereil tempoliberoinarmoniaconl'ambiente. La Nuova Ecologia. Da questo mese ancora più nuova. L'INFORMAZIONE DI CHI VIVE AL NATURALE.

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