SCIENZA/SACHS risalita del corso dell' Orinoco e la scalata al Chimborazo, vedeva la natura articolarsi ovunque in gruppi di vegetazione che dovevano le loro peculiarità al tipo di luogo. La sua geografia botanica ha rivoluzionato la percezione: l'ordine della natura non si rivela più in una tassonomia delle specie orientata in senso teleologico, bensì in una rappresentazione della distribuzione delle piante sul globo terrestre. Le piante non sono per Humboldt specie classificabili in assoluto, bensì in quanto appartenenti a una determinata regione. Ed è la peculiarità (climatica) del luogo a conferire alle rispettive comunità di piante la loro identità. , Anche l'assioma "la comunità sostiene gli individui" rappresenta una risposta polemica alla progettazione della realtà da parte della scienza classica. Alla tendenza di quest'ultima di ridurre la complessità della natura a minime unità tenute in movimento, come nel gioco del biliardo, da forze esterne, la tradizione romantica replica sottolineando il primato dell'insieme rispetto alle parti. Di conseguenza, i primi ecologi individuarono negli insiemi di piante "società" tenute unite da rapporti gerarchici, di mutuo soccorso e di competizione. Impressionati dai rapporti di dipendenza estremamente differenziati esistenti fra le specie, questi scienziati incominciarono a chiedersi quanto fossero reali tali interezze. Un raggruppamento del genere è solo la somma di creature individuali o rappresenta un'unità di ordine superiore? Da Moebius (maestro di Junge) a Clements, negli anni fra il 1880 è il 1920 così decisivi per Ja scienza ecologica, la questione venne per lo più risolta a favore dell'alternativa olistica. L'organismo fungeva da metafora. intesa a riflettere teoreticamente tarito la costituzione interiore delle comunità viventi quanto la loro riproduzione nel tempo. In questo modo fu possibile delimitare in maniera coerente un campo di indagine - lo studio delle comunità viventi - e nel primo decennio del secolo l'ecologia potè costituirsi come scienza autonoma con tutti i crismi, quali cattedre universitarie, associazioni di categoria e riviste. L'abbandono del meccanicismo da parte dell'ecologia Tuttavia, nel suo desiderio di venire presa sul serio come scienza, l'ecologia fu colta da un'ansia di normalizzazione. Arthur Tansley, un botanico di Oxford, si mise'in luce come maestro deciso a mondare l'ecologia di ogni fandonia organicistica. In aspra polemica nei confronti di Clements, Tansley postulò la liberazione dell'ecologia dall'oscurantismo di metafore romantiche quali "organismo" e "comunità". L'idea di una totalità organica aveva ai suoi occhi un valore non molto superiore al frutto di una esacerbata fantasia che non aveva nulla a che spartire con la scienza. La sua preoccupazione era quella di stabilire per l'ecologia un modello di realtà che potesse rientrare entro i canoni della scienza. Un nuovo modello di percezione necessita però di una nuova categoria; per fissare concettualmente tale atto purificatorio Tansley coniò nel 1936 il termine di "ecosistema". All'insegna di questo concetto la visione dei raggruppamenti di piante e animali mutò sensibilmente. Tanto per cominciar:e, l'occhio sintetico cedette il passo all'approccio analitico; l'importante era smembrare l'insieme delle manifestazioni per raggiungere i minimi elementi costitutivi della materia. In secondo luogo, il tutto venne interpretato quale flusso circolare di elementi 26 quali sostanze nutritive, sostanze chimiche e in particolar modo energia; al confronto, qualità come ubicazione, fisionomia e socialità di un raggruppamento impallidirono. In terza istanza, l'ecologia si esprimeva ora in termini quantitativi che erano rilevabili per mezzo di misurazioni e le cui reciproche relazioni erano da interpretare come rapporti di causalità; veniva così eliminata qualsiasi traccia di spiegazione teleologica. E per finire, il ciclo degli elementi costituiva un piano di realtà comune tanto al mondo animato quanto a quello inanimato; l'accento vagamente romantico sul particolare carattere della materia animata perse di fondamento. L'aver esorcizzato, per merito di Tansley, 1' eredità romantica spianò la strada alla conversione dell'ecologia in indagine del- !' ecosistema. Il concetto di sistema mantenne sì in vita ìl postulato di una comprensione globale, ma questa venne interpretata in senso meccanicistico. Anche glj studiosi dell'ecosistema vedono la natura articolata in unità relativamente autonome, ma in queste essi scorgono "sistemi" e non più "comunità viventi". L'insieme continua a valere più della somma dei suoi elementi, ma questa inevitabile interdipendenza è per essi il risultato non più di una "cooperazione"; beris'ì di una "reazione". A queste unità essi attribuiscono persino un "telos", un fine, ma fanno poi derivare l'idea di una maturazione da un "climax", accontentandosi di postulare un'aspirazione all' "equilibrio" rispetto a perturbazioni esterne. A consolidare il primato di un tipo di pensiero sistematico all' inter~o dell'ecologia fu in realtà non tanto una nuova "scoperta", bensì un mutamento delle categorie gnoseologIChe. In fondo, le teorie scientifiche non sono altro che intuizioni elaborate in maniera sistematica e sottoposte a verifica. Tali intuizioni circa il carattere delle correlazioni all'interno di un dato ambito di realtà scaturiscono spesso, a lorò volta, dalla forza di persuasione di alcune metafore. Nel trasferire un significato da una sfera esperenziale conosciuta a una ignota, le metafore manifestano tutta la forza euristica del. paragone; le -improvvise analogie si fanno avanti baldanzose e inducono a nuove ipotesi e interpretazioni. Col passare del tempo, la metafora originaria da cui ha preso l'avvio una teoria può sì diventare irriconoscibile, essendo stata assorbita completamente da quest'ultima, tuttavia le sue origini e · la sua forzà di suggestione - extrascientifiche - rimangono impresse nello stile di pensiero della scienza. Nel passaggio da un'ecologia delle comunità viventi a un'ecologia degli ecosistemi, la metafora che dà luogo alla teoria subisce una trasformazione: come termine di paragone, ali' orga-. nismo si sostituisce la macchina. Una macchina particolare, tuttavia, corrispondente al livello della società industriale avanzata, cioè una macchina produttrice di energia dotata di regolazione automatica. Entrambi gli aspetti di questa metafora della macchina, la tecnica di regolazionp e la trasformazione dell' energia, hanno rispettivamente impresso di sé una versione della teoria degli ecosistemi. Per illustrare l'aspetto della tecnica di regolazione, pensiamo a un termostato. Il termostato è notoriamente un regolatore che misura costantemente là temperatura reale, la compara al valore che si intende raggiungere e alza o abbassa, a seconda, la potenza dell'impianto termico. La facoltà di autoregolazione è il clou di
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