SCIENZA/FODOR potrebbero bloccarne lo sviluppo o confermarne la validità? Ci sono, in effetti, due programmi differenti.Uno psicologico, · l'altro filosofico. L'approccio filosofico consiste nel cercare di dare un senso alla tesi che i processi mentali vanno visti secondo il modello rappresentazione-computazione, .nel mostrare che questa è ùna immagine coerente. Vi sono però molti problemi, anche se akuni non sono reali. Per esempio, si pensa che questa tesi sia fuori discussione perché comporta un regresso ali' infinito: se esiste un linguaggio del pensiero, allora - affinché esso sia utilizzabile - deve essere compreso da qualcuno, e così via ali' infinito. Questo è un problema di cui non ci si deve preoccupare. Hume di fatto lo aveva già risolto, notando che non occorre comprendere le proprie idee per avere processi mentali: basta che esse siano collegate da un processo meccanico di associazione. Questo, dunque, non è necessariamente un problema. Resta però il problema di dare una spiegazione coerente delle proprietà rappresentative degli stati mentali. Dato che l'intero progetto è fondato sulla psicologia credenza-desiderio (e cerca proprio di fornire un meccanismo per questo tipo di psicologia) e dato che credenze e desideri sono intrinsecamente stati rappresentazionali, la mia immagine della mente è costretta a spiegare che cosa sono queste rappresentazioni, se non offrendo direttamente una teoria, almeno mostrando che una tale teoria potrebbe essere data senza contraddizioni. Questo, dunque, è un progetto. L'altro progetto è più psicologico. Consiste nel dare una spiegazione effettiva del carattere delle rappresentazioni, del carattere delle operazioni definite su di esse, nei cui termini i processi cognitivi hanno realmente luogo. Questo progetto si divide già in vari modi. Ci L'Indice. 84 La lettura laureata in lettere. piacerebbe avere, per esempio, una teoria motivata empiricamente che dica che cosa sono i veicoli delle rappresentazioni. Si tratta di qualcosa come la logica del primo ordine? Sono coinvolti i processi immaginativi? Tutti"questi problemi sono in un certo senso empirici: si possono immaginare esperimenti per ottenere una risposta. Queste sono dunque questioni scientifiche, e se si considerano seriamente i tipi di domande empiriche a cui sono interessato, mi sembra che la teoria possa compiere dei progressi. Supponga, pér esempio, di prendere sul serio l'immagine della mente come una comunità di calcolatori classici che funzionano in parallelo. Ecco un problema interessante: quale scambio di informazione è possibile fra loro? Supponga, per esempio, che vi siano differenti tipi di meccanismi impiegati nei processi percettivi e nel pensare non percettivo. Che tipo di flusso di informazioni è permesso fra queste due classi? Ovvia111.entela percezione informa il pensiero: è fatta per questo. Ma fino a che punto i pensieri possono "pre-informare" la percezione? Quanti processi top-down ci sono in questi sistemi? Queste sono tutte questioni empiriche, che richiedono una risposta. Da domande sulla natura dei mezzi computazionali dovrà emergere una immagine dell'architettura della mente. Ecco, questo è l'altro progetto. In fondo, è esattamente la situazione ché ci si aspetta: da un lato esiste il problema di chiarire i fondamenti, dall'altro si deve cercare di far compiere concreti progressi empirici alla teoria. E questi due aspetti devono procedere mano nella mano. Ringrazio Herbert H. Buchanon per la pazienza con cui ha rivisto il testo dell'intervista. , . .ecole LAPRIMARIVISTAITALIANADIEDUCAZIONEAMBIENTALE Una iniziativa .editorialedi Scholé Futuro, associazionedi idee.Unnumero6.000lire. Abbonamentoannuale(5numeri) 25.000 lire, cumulativocon Rossoscuola, 40.000lire. Versamenti sul CCP26441105intestato a Scholé,via S. Francesco d'Assisi, 3 - 10122Torino, Tel. 011/545567• Fax 011/549552
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