Linea d'ombra - anno IX - n. 60 - maggio 1991

rionle poteva neppure vedere. Erano entrambi interessati solamente a trovare un sistema che organizzasse n caos. Galileo al contrario amava il mondo fisico, i suoi meccanismi. Direi che i primi due erano uomini del medioevo e che Galileo era la quintessenza dell'uomo rinascimentale. In lui non c'era il progetto, il desiderio, ma solo la verifica del reale. Ho letto i suoi Dialoghi e ne sono rimasto affascinato, ma la su~ figura non rientrava nel mio disegno. Vorrei chiederle a questo punto cosa pensa del Galileo di Brecht? In un certo senso il cerchio si chiude perché nell'opera brechtiana ritorna il problema del rapporto politica/letteratura. Non mi piace il dramma di Brecht. Brecht cercava di lavorare secondo un'ideologia, ma il suo temperamento artistico continuava a interferire nella scelta programmatica e nel caso di Galileo è evidente come si sia lasciato trascinare dal fascino della storia, del personaggio e l'opera ne è risultata perciò sbilanciata, disarmonica, Ma questo succede a qualsiasi artista che parte con un programma politico: o fallisce politicamente o fallisce artisticamente. Per questa ragione sono assolutamente contrario al progetto del gruppo "Field Day" guidato da Seamus Deane, Brian Friel e Seamus Heaney. Non credo che si possa creare un'organizzazione artistica in base a un programma politico. D'altra parte questo sembrerebbe inevitabile in un paese sconvolto da venti anni di violenza, che cioè gli artisti e gli intellettuali siano chiamati a testimoniare il proprio impegno, a pronunciarsi sui fatti. Ma non INCONTRI/BANVILLE capisco perché succeda: se c'è una guerra civile è ovvio che un individuo, uomo o donna, scrittore o no, abbia un'opinione in merito, una passione politica e come cittadino/a andrà a votare, parteciperà a una manifestazione, mal' artista non va mai a votare. Il compito dell'artista è quello di produrre capolavori. Forse ancora una volta può esserci utile il saggio di Italo Calvino chefa una distinzione che mi sembra pertinente al caso irlandese - non per nulla i tre artisti di "Field Day" sono originari del!' Ulster- e dice: "Nei paesi in cui sono vietati altri tipi di discorso e di pensiero (politico innanzitutto) la narrativa, la poesia, la critica letteraria acquistano uno speciale peso specifico politico in quanto dànno voce a tutti coloro che sono senza voce." È d'accordo su questa distinzione? · No, le ripeto che quello può essere il compito degli uomini, ma non della letteratura. La letteratura dà sempre voce all'inespresso, a ciò o a chi è senza voce, ma questo non ha alcun peso politico. Ora le farò io una domanda: crede .veramente che Seamus Heaney, Paul Muldoon e Derek Mah on abbiano dato una voce alla gente dell'Irlanda del Nord? Di certo hanno creato una mitologia, un sistema mitico a cui lagentefa riferimento e che opera a livello profondo, quello della creazione del linguaggio. Questo forse spiega il gran nume.rodi poeti. C'è una differenza tra nord e sud: a differenza che nel sud, nel nord non ci sono grandi romanzieri. Perché? Non saprei darle una risposta. Ma sono d'accordo con Seamus Deane quando dice che la causa del!' attuale fioritura letteraria nell'Irlanda del Nord è da ricercarsi nel sistema educativo britannico e che gli inglesi negli anni Quaranta, Cinquanta, e Sessanta hanno allevato generazioni di futuri rivoluzionari. Penso che anche la Repubblica avrebbe bisogno di rivoluzionari con quella preparazione culturale, ma rivoluzionari veri, non gente allevata nel culto della morte. Troppi nel nord si sono invaghiti dell'idea della morte, come i seguaci di Franco che marciavano al grido di "Viva la muerte". L'idea della morte è centrale anche nelle sue opere, particolarmente in Birchwood, il suo romanza irlandese. Perché? Quando stavo scrivendo Birchwood nei primi anni Settanta, quello che ~uccedeva nell'Irlanda del Nord ebbe più importanza di quanto credessi in quel momento. Me ne sono reso conto quando ho ridotto il romanzo per il cinema. Ma è sempre valida la distinzione che ho fatto all'inizio e cioè che anche in quel caso non mi sono messo a scrivere con un programma politico in mente. Semplicemente il mondo e gli avvenimenti del mondo che mi circondava influenzarono naturalmente quello che stavo facendo. È così che succede; la politica filtra dentro l'arte, la imbeve, ma non ne costituisce il tessuto. A un 'Lettoreitaliano di Doctor Copernicus, Kepler e Mefisto non possono non venire in mente Il nome del la rosa e Il pendolo di Foucault di Umberto Eco. Si può parlare di un nuovo filone letterario, in cui la scienza si coniuga con il Medioevo e con il delitto? 77

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